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Data: 17/10/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DEL VENETO
    CORRIERE DEL VENETO

Incidente bis, inchiesta e perizie. Stop a tutti gli autobus elettrici «Quei mezzi avevano dei problemi». L’azienda: tutti revisionati, solo cautela L’accusa dell’ex autista: guidavo senza titoli. Oggi le nuove verifiche

La decisione della Linea, idem a Padova. Iniziata l’analisi del cuore di Rizzotto


VENEZIA Autobus sequestrato e fascicolo aperto in procura. Ma, al momento, non solo non ci sono indagati ma nemmeno un’ipotesi di reato che sarà stabilita a seguito di ulteriori verifiche e accertamenti. Formalmente l’inchiesta per l’incidente di sabato a Mestre – quando un bus elettrico de La Linea in servizio per Actv, girando da via Cappuccina in via Carducci, ha invaso l’altra corsia ed è piombato contro una colonna del porticato provocando 13 feriti – è stata aperta ma i tasselli restano vuoti. Il pm di turno Fabrizio Celenza, prima di procedere, si confronterà con la collega Laura Cameli, titolare delle indagini sulla tragedia del cavalcia dello scorso 3 ottobre, quando un mezzo «gemello» precipitò da 10 metri causando 21 morti e 15 feriti. Insieme decideranno come muoversi, ma sarà sicuramente necessaria una perizia all’apparato meccanico ed elettronico, e andrà studiata la scatola nera. Un’operazione che probabilmente non sarà semplice: il cloud su cui sono salvati i video di quanto avvenuto sabato all’interno del mezzo si trova in Cina, dove il bus è stato costruito. Nel frattempo l’azienda ha deciso di sospendere tutti e 24 i mezzi comprati dalla Yutong e così anche Busitalia per quelli usati a Padova (vedi articolo sotto e sul Corriere della Sera) .

Tutto questo nonostante l’autista abbia subito dichiarato di aver avuto un mancamento – il pronto soccorso ha riscontrato un calo importante di pressione e una sincope – e nello schianto ha subito un trauma cranico. La procura disporrà probabilmente ulteriori accertamenti medici, di certo c’è che era entrato da poco in turno e stava andando molto piano. Sono invece ancora in corso quelli su Alberto Rizzotto, l’autista che era al volante del bus «della morte» due settimane fa. I medici legali – Guido Viel per la procura, Roberto Rondolini per la famiglia e Gloria Castellani per l’assicurazione Allianz – hanno iniziato le analisi più approfondite sul cuore del 40enne trevigiano che era alla guida. Dai primi esiti dell’autopsia non erano emerse tracce evidenti di un malore, che inizialmente sembrava l’ipotesi più semplice: l’autobus si era infatti spostato verso destra, strisciando per 50 metri sul guardrail e cadendo nel vuoto in corrispondenza di un varco. Per questo, oltre all’ad della Linea Massimo Fiorese, sono indagati anche i due funzionari comunali di Venezia Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro, con l’accusa di omicidio stradale plurimo e lesioni stradali plurime.

Per ora è stata disposta solo la prima consulenza tecnica, quella sul guardrail, per capire se fosse a norma e adeguato. Le difese e le altre parti aspettano anche le altre due previste, quella sulla scatola nera e quella proprio sul mezzo, per accertare eventuali guasti tecnici. Intanto ieri pomeriggio, poco dopo le 15, è stata trasferita in elicottero in Germania, a Rheinfelden, la 27enne tedesca Annabel, per «raggiungere» il suo compagno Nico. Lui era stato dimesso una settimana fa, lei è invece ancora in coma, anche se avrebbe iniziato a fare qualche movimento, come aprire gli occhi e muovere le mani. Continuerà a essere curata a casa, dove però i parenti dovranno fare i conti con la vera tragedia della famiglia: la morte della piccola Charlotte, la loro bimba di appena 17 mesi. Nico vorrebbe aspettare il risveglio di Annabel per i funerali, ma forse non sarà possibile. Dei 15 feriti, sono ancora 9 quelli ricoverati, di cui 5 in terapia intensiva.

«Quei mezzi avevano dei problemi». L’azienda: tutti revisionati, solo cautela L’accusa dell’ex autista: guidavo senza titoli. Oggi le nuove verifiche

MESTRE Il Comune aveva disposto lo stop dei mezzi elettrici in servizio nel trasporto pubblico già subito dopo l’incidente di sabato a Mestre, avvenuto a 14 giorni dalla strage del cavalcavia costata la vita a 21 persone. Ieri l’ad de La Linea, Massimo Fiorese, che aveva acquistato un anno fa i 24 mezzi elettrici dall’azienda cinese Yutong, ha deciso di bloccare non solo quelli, ma tutto il parco in dotazione. «Pur avendo la certezza – afferma – della loro affidabilità, pur di chiarire ogni dubbio ci siamo messi a disposizione dell’amministrazione».

In questi giorni è emerso un altro schianto del 16 giugno scorso rilevato dalla polizia locale, che ha riguardato sempre il modello E-12. «Avevo già segnalato che quando facevo per rallentare, anziché frenare il mezzo prendeva velocità. Ma non sono stato creduto», racconta l’ex autista che era al volante del bus elettrico finito contro il rimorchio di un mezzo pesante sulla rotonda della Romea, a Marghera. Le verifiche eseguite dal perito dell’assicurazione, avevano però escluso guasti o malfunzionamenti. Invece durante l’intervento della polizia locale (costato all’autista un verbale di 4 mila euro) lui sostiene che erano emerse delle irregolarità. «Ero senza Carta di qualificazione del conducente, senza patente D che mi era stata sospesa e privo dell’idoneità respinta dall’Usl dopo la visita legale. Lo avevo comunicato all’ufficio Movimento – afferma – ma ho continuato a guidare lo stesso perché avevano bisogno di autisti».

La società di Fiorese, che ha ritenuto di non rispondere a queste accuse, ha confermato che tutti i nuovi mezzi elettrici hanno passato la revisione della Motorizzazione il mese scorso, a un anno dall’acquisto, tranne 4 già prenotati per il controllo la prossima settimana. «Con il Comune abbiamo già definito come fare gli accertamenti tecnici – riferisce Fiorese – Iniziano domani (oggi, ndr ) in un’officina certificata e autorizzata dal ministero e man a mano i bus torneranno in servizio». Saranno presenti un tecnico di fiducia di Ca’ Farsetti, uno della Yutong e uno de La Linea. Per quanto riguarda i servizi, non sono mai stati sospesi e vengono garantiti con altri mezzi a diesel propri o di Actv in comodato d’uso. «Con una media di 50 mila chilometri all’anno per ciascuno dei nostri 280 autisti, l’incidentalità – conclude – è fisiologica. Il resto è strumentalizzazione e mancanza di rispetto».

Resta intanto ancora ricoverato per approfondimenti sanitari il conducente che si è schiantato contro il pilastro sabato. «È una brava persona - dice Fiorese - Se dovesse avere problemi siamo pronti a ricollocarlo con altre mansioni». La segretaria della Filt Cgil Venezia, Federica Vedova, lancia un appello. «Salute e sicurezza siano i nuovi punti di partenza dopo la tragedia. Temi che non possono essere oggetto di contrattualizzazione né monetizzazione».

 


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