ROMA Ci sono anche le ferrovie fra i pilastri del Recovery plan. Con una dettagliata serie di progetti che punta ad accorciare i tempi di percorrenza dei principali collegamenti delle rete italiana. «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» è il titolo della Missione numero 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza scritto dal governo di Giuseppe Conte per accedere ai fondi europei del Next Generation Eu, il nuovo strumento messo in campo dall'Unione europea per fronteggiare l'emergenza Covid. Il documento verrà ora rivisto dall'esecutivo di Mario Draghi e sarà poi presentato a Bruxelles entro il 30 aprile. Ma la volontà di «promuovere il trasporto ferroviario di merci e passeggeri» e gli investimenti sui binari saranno confermati anche nella nuova versione del piano.
I NODI DI SCAMBIO L'obiettivo di fondo è quello di accelerare i collegamenti lungo gli assi nord-sud ed est-ovest del Paese e aumentare la capacità delle principali linee e nodi di scambio. Una tabella allegata alle schede tecniche del piano quantifica in 20,3 miliardi gli investimenti aggiuntivi previsti per le ferrovie ad alta velocità e le strade sicure, portando il totale a 32 miliardi. Il governo mira in particolare, si legge, alla «decarbonizzazione e riduzione delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia» e a una «maggiore connettività e coesione territoriale grazie alla riduzione dei tempi di percorrenza». Si prevede poi la «digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento della sicurezza di ponti, viadotti e gallerie» e «l'aumento della competitività dei sistemi produttivi del Sud attraverso il miglioramento dei collegamenti ferroviari».
Attualmente il traffico passeggeri in Italia è per il 90% sulle strade, mentre quello ferroviario rappresenta solo il 6% (contro il 7,9 % in Europa). I volumi di trasporto merci viaggiano per il 51% su gomma (1,05 miliardi di tonnellate nel 2019) e per il 13% sui binari (contro il 18,7 % in Ue). Il trasferimento di persone e prodotti dalla strada al ferro è considerato dal piano un modo di promuovere la transizione verde e digitale. L'aumento della capacità nei nodi ferroviari chiave nelle aree metropolitane, inoltre, si prevede che abbia «ricadute positive sui treni regionali, rendendo i centri urbani più accessibili». Mentre gli investimenti sulle linee nell'Italia meridionale «ridurranno il divario infrastrutturale e i tempi di percorrenza, migliorando la coesione sociale».
LE TRATTE Gli interventi sulla rete ad alta velocità previsti al sud - che fanno parte dell'attuale programma di investimenti di Rete ferroviaria italiana (Rfi), la società pubblica del gruppo Fs che gestisce i binari della Penisola - consentiranno entro il 2026 di ridurre i tempi di percorrenza e di aumentare la capacità.
Sulla Napoli-Bari, una volta completato il progetto, la tratta sarà coperta in 2 ore, invece delle attuali 3 e 30 minuti. Un taglio che consentirà di portare da 4 a 3 le ore per andare in treno da Roma al capoluogo pugliese.
Sempre al Sud si prevede di accorciare di 60 minuti la percorrenza sulla Palermo-Catania e sempre di un'ora quella sulla Roma-Reggio Calabria.
Nel quadrante centro-sud l'obiettivo degli interventi proposti nel piano è «ridurre il tempo necessario per viaggiare in treno e trasportare merci dal Mare Adriatico e dal Mar Ionio al Mar Tirreno, migliorando la velocità, la frequenza e la capacità delle linee ferroviarie diagonali esistenti».
I collegamenti dalla Capitale si ridurranno così di 80 minuti nella tratta verso Pescara, di 15 minuti sulle linea per Ancona e di 10 minuti su quella per Perugia. Da Napoli a Taranto si risparmieranno invece 30 minuti.
LE MERCI Poi ci sono i collegamenti del Nord. «Al fine di aumentare il traffico merci per ferrovia e garantire il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia nel commercio transfrontaliero, è necessario aumentare la capacità dei collegamenti nell'Italia settentrionale e nel resto d'Europa», recita il piano. Gli interventi previsti si concentrano sulla Brescia-Verona-Vicenza-Padova, dove una volta completati i lavori il tempo di percorrenza sulla Milano-Venezia diminuirà di 10 minuti. In Liguria invece i progetti ruotano sul Terzo Valico, la linea che consentirà di velocizzare la tratta fra Genova e Novi Ligure. L'infrastruttura è finalizzata a migliorare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d'Europa. Il progetto ridurrà da un'ora e 30 minuti a un'ora i tempi per andare da Milano a Genova e dal capoluogo ligure a Torino.