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Data: 09/11/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

In Lombardia mancano autisti di autobus, l'azienda: «Porta un collega e ottieni 1.000 euro di credito welfare» L'iniziativa di Autoguidovie.

Tutte le società di trasporti lamentano una carenza di personale: dalle patenti gratis agli aiuti per l'affitto, gli incentivi per i nuovi assunti


Autisti
 

«Chi trova un collega, trova una sorpresa!». La sorpresa è un incentivo, un credito welfare di mille euro. Lo offre ai propri autisti Autoguidovie, uno dei colossi del trasporto pubblico in Italia (quasi mille dipendenti) per le linee di autobus urbane e interurbane soprattutto in Lombardia (Pavia, Cremona, Monza, hinterland di Milano), ma anche in Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Di fatto, se un autista «presenta» all’azienda un collega che viene dall’esterno (e il percorso arriva all’assunzione) viene ricompensato con un benefit. Il meccanismo è semplice, e ricorda quello usato dalle aziende per incrementare il numero di clienti. Qui cambia l’obiettivo: attrarre dipendenti. 

È un fronte sul quale si stanno muovendo tutte le aziende di trasporto. L’Atm ad esempio offre ai nuovi assunti la copertura delle spese per le patenti e le certificazioni di guida (qualche migliaio di euro), oppure contributi per i primi mesi di affitto; ha anche organizzato dei job tour per attrarre potenziali nuovi assunti.

Il tema è generale: da Milano (all’Atm mancano 300 autisti), alla Lombardia, all’Europa. Gli analisti dicono che peggiorerà in futuro. Gli effetti sui cittadini già si vedono: meno corse dei mezzi, attese più lunghe. Le aziende stanno iniziando a contendersi gli autisti. Le pubblicità di ricerca personale sono dilaganti. Basta aprire il sito dell’Agenzia per il trasporto locale, che sovrintende all’intero trasporto pubblico di Milano, Monza, Lodi e Pavia. Gli annunci sono ospitati in home page: «Azienda ultracentenaria che opera nel settore del trasporto passeggeri su gomma in Lombardia, Star Mobility ricerca conducenti di linea...»; «Stav, azienda di trasporto pubblico con sede a Vigevano, avvia un corso gratuito per la formazione di nuovi autisti...».

Francesca Zajczyk, presidente dell’Agenzia, in una recente nota sul taglio obbligato delle corse in Brianza ha spiegato: «Ci troviamo ad affrontare un problema diffuso e delicato, che evidentemente contrasta con la necessità di garantire i migliori standard di trasporto pubblico possibile per la cittadinanza».

Uno storico autista dell’Atm, a fine carriera, racconta: «La mia generazione sta andando in pensione e non si trovano giovani pronti a sostituirla. Un tempo il servizio di leva assicurava le patenti, che poi venivano convertite per guidare i bus, ma oggi corsi e certificazioni costano. Gli stipendi prima permettevano a un conducente di mettere su famiglia e fare una vita discreta, mentre oggi con la paga di ingresso un ragazzo a Milano sopravvive a malapena. E non è solo un problema di nuovi assunti, perché molti di noi, avendo le patenti per i grossi mezzi, stanno andando a fare gli autotrasportatori, dove vengono pagati meglio e non devono fare turni, notti, festivi. Il mondo del lavoro nel nostro settore sta cambiando e se le aziende non inventano qualcosa di nuovo di autisti per prendere il nostro posto non ne troveranno più».

L’analisi su Milano e Lombardia è identica per tutta Europa. L’Iru, associazione con sede a Ginevra e che raccoglie aziende di trasporto in tutto il mondo (dai bus, alla logistica, ai taxi), ha pubblicato qualche giorno fa un rapporto sulla carenza di autisti in Europa. In Italia le aziende di trasporto hanno in totale l’11 per cento dei posti da conducente scoperti (in Germania il 10 per cento, in Spagna il 14, nel Regno Unito il 9). La metà delle aziende dichiara una «criticità molto grave» nel trovare nuovi autisti. Ma il dato più preoccupante è quello demografico: nelle aziende di trasporto su strada, solo il 3 per cento dei conducenti ha meno di 25 anni, mentre il 41 per cento è sopra i 55. Tradotto: su mille autisti, oltre 400 si stanno avvicinando alla pensione, solo 30 sono neoassunti. La conclusione è evidente: ogni anno che passa, coprire i pensionamenti sarà sempre più complicato.


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