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Data: 02/01/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

In coda sull'A14, prime richieste di danni Partono da Chieti iniziative risarcitorie (al momento) per 100mila euro: «Bloccati per 14 ore, uno strazio»

CHIETI Centomila euro di danni per le code sull'A14 provocate dal sequestro dei viadotti a rischio. Arrivano da Chieti le prime richieste di risarcimento per le auto bloccate in fila per ore: «Dalle 12 alle 14 ore fermi sull'Autostrada, in direzione Bologna-Pescara». I disagi risalgono al 21 e al 22 dicembre scorsi, un sabato e una domenica da incubo. «Un calvario», secondo l'avvocato Daisy D'Alessandro. Le stime dell'avvocato, finora, parlano di circa 100mila euro di danni richieste. A presentare il conto sono famiglie di origine abruzzese che, per lavoro, si sono trasferite al Nord: diverse sono le famiglie originarie del Chietino. L'avvocato racconta di un'odissea: macchine cariche di valigie, regali per i parenti, bambini entusiasti di andare a trovare i parenti ma tutto si è infranto dinanzi al muro di macchine bloccate per ore sulla A14. D'Alessandro prosegue nella sua ricostruzione dei viaggi-inferno: «Nelle aree di servizio bagni rotti perché intasati, i bambini terrorizzati nel rimettersi in macchina dopo una lunga sosta, nessuna assistenza agli utenti rimasti bloccati e immobili per ore sulle uniche corsie lungo i viadotti. E poi bottigliette d'acqua in vendita al prezzo di 2,50 euro e panini fino a 6 euro. E oltre al danno», continua l'avvocato, «la beffa con il pagamento del pedaggio. Dopo tutti questi disagi, ecco che il bip del Telepass avvisa che i soldi sono stati regolarmente addebitati sul conto degli utenti». Ora, assicura l'avvocato, partiranno le richieste di risarcimento danni. D'Alessandro auspica un accordo tra le parti per evitare contenziosi: «Se non ci sarà un risarcimento bonario», avverte, «con molta probabilità partirà una class action contro la società Autostrade. Ho scritto anche per conto di una famiglia abruzzese che vive a Padova: padre, madre e tre bimbi piccoli che si erano messi in marcia da Padova alle 10 di domenica mattina e sono arrivati a Chieti alle 23.30 dopo aver passato l'inferno. La madre è anche disabile e si è sentita male più volte».

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