PESCARA «I quattro cittadini additati al Consiglio di Stato da Tua spa, Società unica abruzzese di trasporto e dal Comune di Pescara, sono i promotori indomiti e coraggiosi di un Comitato spontaneo di cittadini consapevoli che conta 1.230 soci paganti regolarmente iscritti e si avvale, a fini divulgativi degli scopi statutari, di un gruppo social costituito nel 2010 di oltre 3mila aderenti». Il presidente del Comitato strada parco bene comune Ivano Angiolelli replica così a Comune e Tua che hanno sostenuto sul Centro di ieri che solo quattro cittadini sarebbero contrari al progetto della filovia sulla strada parco. «Quanto basta e avanza», ha scritto risentito Angiolelli su Facebook, «non solo per essere legittimati a ricorrere e vincere al Tar di Pescara col ristoro delle spese legali, ma anche per affrontare con dignità e onore il giudizio inappellabile di secondo grado con fondati motivi di difesa ben rappresentati dallo studio legale Di Tonno patrocinante».«Resta il fatto inconfutabile», ha aggiunto, «che gli appelli depositati al Consiglio di Stato abbondano di assunti menzogneri e insussistenti, volti a dimostrare in giudizio una condizione fantastica dell'appalto incompiuto descritto al pari di un impianto completato a regola d'arte in ogni componente, pronto all'imminente inaugurazione. Quando mai? Nella misera realtà dei fatti, si riscontra il dato oggettivo e mortificante di un'infrastruttura inesistente, inadeguata ad accogliere in sicurezza i treni incautamente acquisiti, finanche inaccessibile all'utenza debole. E che, a fondi Cipess esauriti, non potrebbe mai superare con esito favorevole la lunga fase dei collaudi Ansfisa propedeutica al rilascio dell'autorizzazione al regolare esercizio».Duro anche il commento del capogruppo della lista Sclocco sindaco Mirko Frattarelli. «Tua e Comune di Pescara offendono migliaia di cittadini contrari alla filovia», ha affermato, «una caduta di stile. Un colpo basso che non fa onore né alla Tua e né all'amministrazione comunale che dovrebbero invece difendere a prescindere tutti coloro che si interessano alla cosa pubblica, al territorio e al bene comune. Disprezzare i comitati che da decenni si battono per fare emergere tutte le contraddizioni di un progetto che il tempo ha rivelato fallimentare è imbarazzante».