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Data: 29/08/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Il toto-ministri. Un esterno all'Economia spuntano Reichlin e Rossi

ROMA Il problema ora sarà riempire le caselle del nuovo governo. E decidere chi, del Partito democratico, andrà a svolgere il ruolo di vicepresidente del Consiglio o, in alternativa se non ci saranno vice per evitare lo scontro con M5S, chi occuperà il posto chiave di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L'ipotesi Dario Franceschini viene data come la più forte, ma c'è sempre l'alternativa del vicesegretario vicario del partito, Andrea Orlando. Per Di Maio si continua a ipotizzare una soluzione che comunque non sembri un'umiliazione: si era parlato della Difesa, ma questo per i 5 Stelle significherebbe rinunciare a un ministro che ha avuto visibilità come Elisabetta Trenta. In questa partita ieri è piombata l'esternazione di Beppe Grillo (successivamente annacquata) che chiede di indicare ministri competenti, al di fuori dalla politica. Su Di Maio alla Difesa ci sono resistenze, allora potrebbe restare allo Sviluppo economico (ma in alternativa per quel dicastero c'è Paola De Micheli del Pd). SCELTE Una delle caselle più delicate è, ovviamente, quella del Ministero dell'Economia. Su questa scelta il Colle chiede garanzie e ieri filtrava una soluzione nuova: l'economista Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia dal 2013 fino al maggio scorso. Alternative? Fabrizio Barca, già ministro alla Coesione territoriale nel governo Monti, e l'economista Lucrezia Reichlin, il cui nome però circola anche come possibile commissario europeo. E poi c'è il ministero dell'Interno, con la scelta del successore di Matteo Salvini: se andrà al Pd uno dei nomi spendibili è quello di Marco Minniti; se sarà un tecnico, c'è l'ipotesi del prefetto Mario Morcone e, soprattutto, del capo della polizia Franco Gabrielli. Per gli esteri si guarda a Gentiloni, che però è sempre in corsa per il posto di commissario europeo, e a Enzo Amendola. Tra quelli più vicini a Matteo Renzi, rimbalzano i nomi di Andrea Marcucci e Anna Ascani. Per la Giustizia c'è ancora incertezza, in ballo lo stesso Orlando, l'ex presidente del Senato Pietro Grasso ma è forte l'ipotesi della conferma del grillino Alfonso Bonafede. Per le pari opportunità due nomi in ballo del Pd: Monica Cirinnà e Tommaso Cerno. Intricata la situazione del ministero della Sanità: Giulia Grillo, M5S, anche alla luce dei buoni rapporti con il Pd, spera di restare, ma ci sono soluzioni alternative. La prima è che se Piero Grasso non entrerà nel governo, allora in quota Leu potrebbe essere nominato l'ex governatore dell'Emilia-Romagna Vasco Errani alla salute (per lui possibile anche gli Affari regionali), ma c'è anche la strada che porta a un tecnico, come Pierluigi Marini, presidente dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani. Tra i 5 Stelle sembra certo che diventerà ministro il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, per il quale si parla di Infrastrutture (in alternativa Delrio del Pd). Infine, un ministero potrebbe andare all'assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio, Gian Paolo Manzella, funzionario in aspettativa della Banca europea investimenti.


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