Data: 02/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Il taglio del cuneo porta 500 euro in più. L'esecutivo scommette sui sette miliardi di lotta all'evasione fiscale. Incentivo all'uso della moneta elettronica e faro acceso sulle frodi. Sanità, via il superticket: si pagherà in base al reddito
Stabilito un limite massimo di spesa annua, poi le prestazioni saranno gratuite. Il ministro Speranza annuncia anche due miliardi in più per il fondo nazionale ROMA Una riduzione del cuneo che potrebbe portare almeno 500 euro in più ai lavoratori nel 2020, con l'impegno di arrivare poi a 1000 euro. Ma anche una rivoluzione dei ticket sanitari, con il costo che sarà in base al reddito e al nucleo familiare. E in più, oltre un tetto di spesa, le cure saranno gratis. E' l'impronta sociale della politica economica giallorossa, che scommette molto, per raggiungere gli obiettivi indicati nella nota al Def, su 7 miliardi di lotta all'evasione. A mettere nero su bianco che, oltre i 14 miliardi di extradeficit, la metà delle nuove risorse disponibili arriverà dall'emersione del nero e dalla caccia alle frodi del fisco è la nota di aggiornamento al Def. Una cifra «fantasiosa» e «scritta sull'acqua», attaccano le opposizioni, ma che l'esecutivo difende convinto che, grazie anche all'uso più intensivo di database e software, si riuscirà nell'intento di scovare gli evasori. Le nuove risorse (gli altri 7 miliardi arriveranno da un mix di spending review, taglio ai sussidi ambientali e altri interventi fiscali) serviranno anche a sterilizzare appieno le clausole di salvaguardia, che prevedevano 23 miliardi di Iva. I piani di rimodulazione, revisione e simili sono stati rimessi nel cassetto, e quegli incassi sostituiti appunto dalla copertura record dell'evasione. Ma il governo non aveva mai avuto in mente aumenti secchi dell'imposta, precisa Palazzo Chigi, facendo filtrare una forte irritazione del premier, Giuseppe Conte. Al massimo si era valutata l'opportunità di una sorta di bonus-malus, con aumento dell'imposta sul valore aggiunto di un punto e mezzo a chi usa il contante a fronte di una diminuzione di tre punti per chi invece paga con le carte. Incentivare la moneta elettronica rimane uno dei capisaldi della nuova lotta all'evasione, e resta sul tavolo l'idea di introdurre un sistema premiante sul modello portoghese, con meccanismi di cashback che si tradurrebbero in un'Iva più bassa sui pagamenti tracciabili. Accanto alla riduzione dell'uso del contante, il faro è acceso anche sulle frodi sui crediti inesistenti e quelle sui carburanti, da cui, secondo il viceministro all'Economia Laura Castelli, si potrebbero ricavare fino a 3 miliardi. L'idea è di intensificare i controlli sulle pompe bianche e di agire contro il meccanismo delle società teste di legno, più note come cartiere, che acquistano all'estero aggirando l'imposta e poi rivendono in Italia. A chiedere un intervento contro le frodi, peraltro, è la stessa Assopetroli, che invita il governo a eliminare la lettera d'intenti, che consente appunto agli esportatori abituali di acquistare prodotti petroliferi con Iva non imponibile e poi di rivenderli, invece, incassando l'Iva. Tante, comunque, le limature al documento, a partire dalla lista dei ddl collegati, nella quale non comparirà, come ha chiarito il viceministro all'Economia Antonio Misiani, la riforma del catasto che già aveva messo in allarme i proprietari di immobili. E per rassicurarli l'esponente dem chiarisce che non ci sarà alcun nuovo prelievo sulla casa. Così come non ci dovrebbero essere sorprese per i bilanci dei Comuni, già sul piede di guerra. Quanto al taglio del cuneo, il numero due del Tesoro conferma che si dovrebbe partire a metà del prossimo anno. Le risorse saranno stanziate con la manovra (il Def indica per il 2020 2,7 miliardi, 5,4 miliardi a regime) ma l'intervento vero e proprio dovrebbe essere dettagliato con un provvedimento successivo, così come già accaduto per reddito di cittadinanza e quota 100. E in tasca ai lavoratori, se la platea dovesse coincidere con chi già beneficia degli 80 euro, potrebbero arrivare 500 euro che, promette Nicola Zingaretti, raddoppieranno a 1000 euro dal 2021. Sanità, via il superticket: si pagherà in base al reddito Ticket sanitari, si cambia: presto la compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria sarà calcolata in base al reddito, secondo un criterio di progressività, per cui «chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno», con un limite massimo di spesa annua superato il quale non si dovrà più pagare. E sarà eliminato il tanto contestato superticket sulle prestazioni specialistiche ed ambulatoriali. È una rivoluzione quella prospettata dal ministro della Salute Roberto Speranza, che annuncia anche un aumento di 2 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel 2020 rispetto al 2019. «Abbiamo deciso di collegare alla Finanziaria un ddl di riordino della materia dei ticket e lo faremo con un criterio di progressività ». Secondo una prima bozza del ddl che l’Ansa ha potuto visionare, il costo dei ticket sanitari per le prestazioni specialistiche, di diagnostica strumentale e di laboratorio, sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del «reddito familiare equivalente», vale a dire del reddito prodotto dal «nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare». Anche stabilendo un importo come limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di partecipare alla spesa sanitaria. Inoltre, nella bozza sono identificate le prestazioni sanitarie a tutela di condizioni di particolare interesse sociale che saranno escluse dalla partecipazione alla spesa sanitaria, come i soggetti vulnerabili privi di reddito. Si terrà anche conto della presenza di malattie croniche e invalidanti o di malattie rare. Insomma, il nuovo sistema ha l’obiettivo di eliminare le disparità poiché «non si può prescindere dalle condizioni economiche». Oggi infatti, ha rilevato Speranza, «di fronte a un ticket sanitario non conta quanti soldi hai e non conta se sei un miliardario o una persona in difficoltà economica. Al di là delle soglie di esenzione, si paga sempre la stessa cosa. Io credo che su questo si possa intervenire con un principio molto semplice: chi ha di più deve pagare di più». Un cambiamento che, secondo Speranza, guarda allo stesso articolo 32 della Costituzione, che dice che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività: «È l’idea - sottolinea - di un Sistema sanitario universale in cui non conta quanti soldi hai, in che Regione vivi o il colore della tua pelle, perché hai un diritto sacrosanto ad essere curato, e su questo ci impegneremo nei prossimi mesi». Quanto al superticket, è «un balzello di 10 euro che purtroppo non consente a troppi cittadini di accedere al Servizio sanitario: abbiamo scritto per la prima volta che il superticket è sbagliato, produce diseguaglianze e quindi ci impegniamo a superarlo», ha assicurato Speranza. Ma ci sono anche altre priorità: «Il primo problema è sicuramente quello della carenza del personale. Ci siederemo subito con le Regioni per provare a sottoscrivere nel più breve tempo possibile il nuovo Patto per la salute». |
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