Il secondo test conferma: contagiata la dottoressa tornata all'Aquila dal nord. Mascherine, emporium, bus e bar sopravvivere al morbo con ironia
L'AQUILA L'Abruzzo, da ieri, ha ufficialmente due casi di coronavirus acclarati e un terzo ancora da confermare. Dopo il bancario di Brugherio di 47 anni che ha sviluppato i sintomi una volta arrivato a Roseto degli Abruzzi, dove ha una residenza estiva, ieri l'Istituto superiore di sanità (Iss) ha certificato la positività anche della ragazza lombarda ricoverata nel reparto di Malattie Infettive del San Salvatore, all'Aquila. La notizia, fornita dal Servizio Prevenzione e Tutela della Salute della Regione, è stata confermata anche dal governatore Marco Marsilio. La giovane, medico tirocinante, era tornata in città per sostenere l'esame di abilitazione professionale. Una volta qui aveva appreso della positività del fidanzato, che vive a Brescia. All'arrivo dei sintomi ha allertato il servizio sanitario ed è stata trasferita in ospedale. LE MISURE A quel punto l'Asl, in maniera celere, ha ricostruito i contatti più stretti avuti dalla giovane che non ha frequentato, nel lasso di tempo che è intercorso dal ritorno in città alla comparsa dei sintomi, né l'Università né l'ospedale. In isolamento domiciliare fiduciario sono state poste le tre coinquiline (che si trovano all'Aquila) e un altro paio di persone, una a Teramo e una in Veneto. Le condizioni della ragazza sono buone, non presenta alcuna criticità. Così come, al momento, sono asintomatiche le persone oggetto di osservazione. Non saranno sottoposte a tampone, almeno fino a quando non dovessero sviluppare sintomi. Il sindaco Pierluigi Biondi, che fin dal primo momento ha seguito la vicenda in primissima persona, non appena confermata la positività si è sentito con il governatore Marco Marsilio, con il manager Asl Testa, con il Dipartimento regionale Salute. GLI ESITI Non sussistono, al momento, le condizioni per imporre limitazioni o preclusioni visto che la situazione è considerata sotto controllo. La diagnosi di positività è stata laboriosa. Il primo esito, al laboratorio di Pescara, aveva fornito un positivo/negativo a seconda della metodica utilizzata. Questo avevo costretto la task force a chiedere la controprova all'Istituto superiore di sanità che in questi giorni è ingolfato. E dunque ci sono volute oltre 40 ore per arrivare al verdetto definitivo. «Il Dipartimento di Prevenzione ha già tracciato da giorni gli spostamenti della ragazza e delle coinquiline, che sono in stato di auto-isolamento ha detto l'assessore regionale Guido Liris -. Tutto quanto è giusto fare, è già stato fatto dal Dipartimento di Prevenzione e dal reparto di Malattie infettive dell'ospedale San Salvatore. Si continua nel percorso di limitazione di rischio di contagio, così come suggerito dalle linee guida del Ministero della Salute». LA SITUAZIONE Ieri è arrivata la notizia di un altro possibile caso positivo in Abruzzo. Si tratta di uno speleologo del Soccorso Alpino, 48 anni, di San Giovanni Teatino che aveva appena fatto ritorno da Vicenza e ha accusato febbre alta e tosse. Così ha avvertito subito le autorità sanitarie: il primo test non ha lasciato dubbi sulla positività, ora si attende ora la conferma dall'Iss. Le sue condizioni di salute al momento sono sotto controllo. Anche nel Teramano quello di ieri è stato un pomeriggio piuttosto movimentato. Sono finiti in ospedale, infatti, la moglie e i due figli dell'uomo di Brugherio trovato positivo a Roseto. Ovviamente erano tutti e tre in isolamento domiciliare. In particolare la donna e uno dei bambini hanno cominciato ad accusare sintomi influenzali e per questo è stato disposto il trasferimento all'ospedale Mazzini di Teramo per tutte le verifiche del caso. Buone notizie invece da Atessa: è risultato negativo al Covid 19 il test eseguito sulla donna che l'altra sera ha effettuato l'accesso al pronto soccorso dell'ospedale. Ha una semplice influenza stagionale.
Mascherine, emporium, bus e bar sopravvivere al morbo con ironia
LA NUOVA VITA PESCARA «Guarda quelle due cinesi, hanno la mascherina». Una signora anziana tiene per braccio il marito nella zona pedonale di Pescara, in pieno centro, quando vede le due giovani fare ingresso in un negozio di articoli per la casa dove era diretta anche la coppia. Le ragazze hanno tratti orientali, indossando con disinvoltura le loro mascherine verdi e non sembrano preoccupate di nulla. Anzi, si aggirano tra gli scaffali all'interno del negozio conversando allegramente. A quel punto i due anziani decidono di cambiare decisamente itinerario: qui entriamo un'altra volta. Due traverse più in là c'è un grande negozio cinese con la serranda abbassata e un cartello sopra: chiuso dal 29 febbraio al 3 marzo. «Mai successo - assicura un residente -, questi hanno sempre aperto alle 8 del mattino per chiudere a tarda sera. Sempre pieno così». Da giorni però non si vedeva più un'anima. Tra l'altro il negozio è uno dei più grandi fornitori all'ingrosso per ambulanti africani e pachistani, ma anche per clienti occasionali che qui potevano procurarsi di tutto fino a ieri, anche l'introvabile. Ora ha le serrande abbassate e quel cartello scritto frettolosamente a mano. Psicosi Chinatown in Abruzzo? Non è proprio così, perché un isolato più in là, all'ingresso di un centro massaggi cinese, l'insegna luminosa Aperto informa che lì si continua a dispensare benessere ai clienti. «E dire commenta un passante che hanno vietato le gite scolastiche...». GITE Entrando in un noto locale del centro, l'occhio cade sulla bottiglia di birra piazzata in un angolo del bancone con un biglietto sopra: «Corona senza virus». La burla di qualche cameriere, o degli stessi proprietari del bar, messa in atto da giorni e senza immaginare che proprio ieri un'agenzia avrebbe battuto la notizia che in Italia le vendite della nota bevanda sono crollate. Anche qui, naturalmente, senza alcuna ragione plausibile o alcun collegamento tra la birra e il virus arrivato dalla Cina. In molte farmacie la prima cosa ad attirare l'attenzione è il cestone piazzato all'ingresso del locale, pieno di disinfettanti venduti a prezzi accessibili rispetto alla introvabile Amuchina. LABORATORI Nei laboratori privati si trascorrono le giornate al telefono per spiegare che qui non si possono fare tamponi per il Coronavirus: rivolgersi in ospedale. Semivuote anche le sale cinematografiche, un po' per il timore del contagio ma anche perché molte case di produzione hanno bloccato l'uscita dei nuovi film, facendo saltare la programmazione. In compenso, nei bagni dei locali che ne erano quasi sempre sprovvisti i contenitori del sapone sono adesso pieni. Sul bus una signora si tiene aggrappata al maniglione accanto alla porta di uscita proteggendo la mano con una salviettina umida. Poi, quando uno studente le offre il suo posto, abbandona la precauzione per afferrare con entrambi le mani nude la spalliera del sedile dove andrà a sedersi. Così, tra precauzioni suggerite dalle autorità e dalla comunità scientifica, paranoie congenite o indotte, contraddizioni, informazioni vere o false fatte veicolare sul web alla velocità della luce, l'Abruzzo vive la sua esistenza al tempo del Coronavirus. Augusto De Santis, noto ambientalista, posta sul suo profilo Facebook la vignetta di un papero con su scritto: «Quando pensi al Coronavirus, ma sei di Pescara e per decenni hai bevuto l'acqua di Bussi». E giù i commenti: quello che non ti ammazza ti fortifica, l'antidoto è la Genziana, io ho bevuto l'acqua del Tirino, sono immune... Il festival dell'ironia che aiuta ad esorcizzare la paura sulla febbre cinese, ora approdata anche in Abruzzo con l'etichetta Made in Italy. Intanto continuano a susseguirsi i tavoli istituzionali ai vari livelli, per aggiornare i dati in tempo reale e fornire più informazioni possibili sulla evoluzione del virus. Anche qui con un occhio alle incredibile gaffe in cui sono incappati i governatori del Veneto e della Lombardia. Così c'è anche chi preferisce affidarsi a uno dei più celebri aforismi di Ennio Flaiano per fotografare il momento: «La situazione è grave ma non è seria».
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