POLITICA SHOWContinuano ad attirare condanne le immagini del sindaco Masci intento ad abbattere a colpi di martello una fontana in disuso e un muretto di copertura per tubi idraulici nei pressi della strada Parco. Nella demolizione dei due manufatti divenuti negli anni ricettacolo di rifiuti, spacciatori e senzatetto alcuni hanno intravisto un atto simbolico anti-degrado conseguente alle denunce dei residenti; da molti altri lo show è stato bollato come atto vandalico o pura propaganda. La condanna più dura arriva dall'associazione Carrozzine determinate Abruzzo presieduta da Claudio Ferrante, il quale in un lungo comunicato definisce l'episodio «una caduta di stile» da parte del primo cittadino: «La delinquenza, il degrado, così come l'integrazione e l'inclusione non si combattono con la demagogia né tantomeno con un martello. Un sindaco deve dare il buon esempio e nell'esercizio delle proprie funzioni non può e non deve svolgere il ruolo dell'attore teatrale e sposare la cultura della politica-spettacolo».
Ferrante rappresenta l'indignazione di tutte quelle persone con disabilità che auspicherebbero piuttosto l'abbattimento delle tante barriere architettoniche presenti in città e da ben 34 anni attendono un piano che ne realizzi l'eliminazione come previsto dalla legge 41/1986: «Non solo il Comune non si è mai dotato di un progetto specifico, le barriere sono addirittura proliferate con lo sperpero di denaro pubblico. Da anni denunciamo alle amministrazioni che si sono succedute le numerose criticità: attraversamenti pedonali che terminano con gradini, marciapiedi non a norma, inutilizzabili e pericolosi nei pressi dell'ospedale, in zone centrali e periferiche che spesso ci scoraggiano ad uscire, come fossimo agli arresti domiciliari».
L'APRIPISTA C'è un precedente. Negli anni '80 un cittadino disabile, Belfiore Mitiglio, si rese popolare attraverso una serie di demolizioni, compiute con una mazzuola, di barriere che ostruivano l'accesso a molti uffici pubblici degli utenti in carrozzina, in segno di protesta. Si trattò di un gesto duro, peraltro gravido di strascichi legali, ma volto a rivendicare un diritto negato, e in qualche modo efficace poiché determinò presa di coscienza delle istituzioni e alcuni adeguamenti come la sostituzione di gradini con scivoli. Ovviamente non avrà ripercussioni l'azione dimostrativa del sindaco, che sul suo profilo Facebook si è detto pronto a ripeterla quando vi sono di mezzo gli interessi della gente. «Ci aspettiamo che lo faccia, che vada in giro col piccone a distruggere anche le sciagurate opere pubbliche piene di barriere, forse strapperà qualche applauso in più - aggiunge Ferrante -. Noi non l'abbiamo mai fatto e non lo faremo perché riteniamo che tutto debba compiersi nel rispetto delle regole e delle leggi e soprattutto attraverso un percorso culturale di educazione e sensibilizzazione rispetto all'inclusione sociale che parta dai più giovani, dai ragazzi delle scuole, presentando progetti, organizzando convegni e dibattiti, e conduca a concreti provvedimenti strutturali».