Data: 12/07/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Il Pd: fondi tolti alle ferrovie del Centro Salvini garantisce il recupero dal 2024. La risposta del ministero: fondi spostati sulle opere cantierabili fin da subito
A essere definanziate saranno in particolare opere come il raddoppio della Roma Pescara nelle tratte Interporto d'Abruzzo-ChietiPescara (il taglio è da 568 milioni), ma anche tra Sulmona-Pratola Peligna e Tagliacozzo Avezzano (meno 277 milioni) ROMA Due miliardi e mezzo di euro di fondi inizialmente stanziati per opere pubbliche del Centro-Sud, principalmente potenziamenti di linee ferroviarie, «dirottati» verso le Regioni del Nord. La denuncia parte da una quindicina di parlamentari del Pd. E investe direttamente il vicepremier Matteo Salvini. Accusato di aver spostato una cospicua parte di risorse già impegnate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per opere come il raddoppio di alcune tratte della Roma-Pescara o della Orte-Falconara, verso altre infrastrutture nel Nord del Paese. Di fatto, «penalizzando alcuni territori rispetto ad altri».
A puntare il dito contro Salvini sono, tra gli altri, l'ex governatore del Lazio Luciano Zingaretti, ma anche la capogruppo dem alla Camera Chiara Braga, i deputati Andrea Casu, Simona Bonafè, Federico Gianassi e il senatore Luciano D'Alfonso. Firmatari di un'interrogazione a risposta in Commissione rivolta proprio al titolare di Infrastrutture e trasporti. Tagli particolarmente gravi, denunciano i parlamentari dem, perché riguardano «opere attese da anni dai territori», che «rappresentano strumenti fondamentali per la realizzazione di collegamenti moderni e funzionali necessari per la crescita». Ma soprattutto è l'accusa «finalizzati a un reimpiego per la realizzazione di altre opere, prevalentemente nelle Regioni del Nord». Una scelta che «penalizza alcuni territori rispetto ad altri», si legge.
A essere definanziate, in particolare, saranno in particolare opere come il raddoppio della Roma Pescara nelle tratte Interporto d'Abruzzo-ChietiPescara (il taglio è da 568 milioni), ma anche tra Sulmona-Pratola Peligna e Tagliacozzo Avezzano (meno 277 milioni). E poi via 326 milioni dal raddoppio della Orte-Falconara da Serra San Quirico a Castelplanio, meno 299 milioni in Toscana, per il collegamento dell'interporto di Guasticce (nella zona del porto di Livorno) alla linea Pisa-Vada. Nel Lazio invece i tagli riguardano pure la Roma-Viterbo (raddoppio Cesano-Vigna di Valle), un lotto della nuova linea Vigna Clara Tor di Quinto, il «Quadruplicamento Capannelle-Ciampino» e il «Raddoppio lunghezza Bagni di Tivoli-Guidonia». Per chiudere con una quarantina di milioni sottratta al completamento dell'elettrificazione sulla tratta calabrese Catanzaro LidoReggio Calabria.
LA REPLICA - Pronta la replica del ministero dei Trasporti. Da dove si fa presente come, innanzitutto, non sia stata presa ancora alcuna decisione ufficiale, in attesa della riunione del Cipess (Comitato di programmazione economica) il 20 luglio. Per il dicastero di Salvini, la mossa nasce dalla volontà di spostare i fondi stanziati per il 2023 da cantieri momentaneamente fermi verso quelli che invece vanno aperti subito, anche perché interessati dal Pnrr. Per poi viene assicurato restituire le risorse alle opere che erano state de-finanziate «a partire dal 2024». Un esempio che spiega bene la strategia, secondo il Mit, è quello relativo alle opere che coinvolgono il porto di Livorno. Che non prevedono alcun esborso né nuovi interventi nei prossimi mesi. Di fatto, quindi, i 299 milioni sarebbero rimasti «accantonati e fermi». «Il governo viene spiegato pensa sia più logico destinarli per progetti immediatamente cantierabili e che hanno fame di risorse immediate». Ma questo, si precisa, «non comporterà alcun ritardo rispetto alla tabella di marcia degli altri progetti».
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