L'AQUILA La questione, ovviamente, in un batter d'occhio è diventata tutta politica. Il governo che impugna il Cura Abruzzo 1, la prima legge varata dal consiglio regionale con misure di sostegno a imprese, famiglie, enti e associazioni per le conseguenze del coronavirus, per il centrodestra, come dice il consigliere di FdI Guerino Testa, è una sorta di dichiarazione di guerra al tempismo del governatore Marco Marsilio nell'affrontare la crisi. Le opposizioni, invece, escono rinfrancate da quella che considerano la certificazione delle criticità già evidenziate nel corso dell'iter di formazione del provvedimento. In soldoni il governo contesta due cose fondamentali: le coperture finanziarie ancora poco chiare e il fatto che possano essere sottratte risorse alla sanità, con conseguente rischio di abbassare i livelli essenziali di assistenza. Contestazioni anche sui fondi alle zone rosse e sullo smart working dei Comuni. L'impugnativa fa seguito a quelle sulla legge di Bilancio 2020, sui trabocchi e quella, più recente, sui pascoli. I rilievi sono molteplici e si evincono, in gran parte, dalla relazione del ragioniere di Stato, Biagio Mazzotta. Alcuni articoli vengono attaccati per mancanza di copertura finanziaria, altri per il riferimento alla riprogrammazione dei fondi europei (che però la giunta ha fatto con apposita delibera), altri ancora per il rischio di maggiori oneri, non quantificati, a carico del bilancio. Infine ci sono, dice il Mef, rischi di erosione delle risorse sanitarie, in particolare quando si prevede di accelerare i pagamenti della Regione verso i fornitori e istituisce un fondo rotativo di 20 milioni. In sanità già sono previsti i pagamenti entro 60 giorni: l'anticipazione, in soldoni, potrebbe distogliere fondi dai servizi. Nel mirino è finita anche la cosiddetta pace fiscale, per le stesse ragioni. Ma qui la giunta pare intenzionata a fare marcia indietro, approvando un apposito progetto di legge.
LE REAZIONI Molto dura la reazione di Marsilio: «Sono in gran parte aspetti marginali e già risolti. Sulla pace legale, è ora di finirla con le relazioni e le bugie: nessuno intende regalare alcunché, tantomeno intende farlo alla sanità privata. La norma contiene precise ed esplicite clausole a salvaguardia dell'interesse pubblico e degli equilibri di bilancio. Non posso non lamentare il fatto che il Governo invia le osservazioni del Mef solo la sera del giorno 1, mettendoci in condizione di conoscerle solo il 3, per poi replicare con nuovi e ulteriori argomenti la sera del 4 pretendendo risposte per il 5 mattina, quando puntualmente il Consiglio dei Ministri impugna la legge. Non è esattamente quel che si dice una leale collaborazione istituzionale». Sospiri sostiene che il «cuore della legge» non è stato attaccato e si è detto convinto che non si arriverà mai a contenzioso: «Il governo sarebbe destinato a una sconfitta». Lapidario il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci: «Per settimane abbiamo avvertito e denunciato in tutti i modi che il Cura Abruzzo aveva coperture incerte o non le aveva affatto, che l'articolo della norma sul condono tombale era in contrasto con le leggi, oltre che col buon senso. Dal Consiglio dei Ministri arriva l'impugnativa di una legge regionale spacciata agli abruzzesi come salvifica e che invece evidenzia mancanza di visione, strategia, qualche incompetenza e spregiudicatezza di troppo, specie quella di rinunciare ai crediti». «Di fronte ai nostri moniti ha incalzato Sara Marcozzi, M5s - la maggioranza ha preferito voltarsi dall'altra parte. Mi auguro che almeno ci venga risparmiato il solito ritornello di attacchi nei confronti del governo, perché se c'è qualcuno con cui il presidente Marsilio, i suoi assessori e tutta la maggioranza dovrebbero prendersela, sono proprio loro stessi». Per Maurizio Acerbo (Rifondazione), «grazie ai sindacati è stato impugnato un ignobile condono», con riferimento alla pace fiscale.