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Data: 14/06/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Il caso autostrade. Aumenti congelati fino a fine luglio poi il nuovo piano. È l’ipotesi emersa dopo il vertice tra Ministeri e Strada dei Parchi. Legnini invoca una seduta ad hoc «Regione e parlamentari deboli»

L'AQUILA Un mese di proroga, fino a fine luglio. Poi l'invio al Cipe del nuovo Pef, il piano economico e finanziario, nel quale ridisegnare tutti gli aspetti della concessione e, tra questi, quello delle tariffe. E' l'ipotesi, tutta ancora da confermare, che ha preso corpo ieri nel corso del vertice tecnico che si è svolto nella sede del Ministero Infrastrutture e Trasporti (Mit), a Roma, tra la concessionaria delle autostrade A24 e A25, Strada dei Parchi, e i dicasteri, tra essi anche il Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze). Una riunione che ha seguito quella più politica del giorno prima per affrontare in primis la questione del caro pedaggi, il +19% che dovrebbe scattare il primo luglio come somma degli aumenti congelati finora per la crisi (12,8%) e di quelli annuali previsti dalla concessione (5,4%), al termine della proroga fino al 30 giugno concessa dal Mit a fine dello scorso anno. La vicenda è stata ovviamente inquadrata nel più ampio contesto dei rapporti tra Ministero e Strada dei Parchi, proprio per arrivare alla sospirata intesa sul nuovo Pef da 2,1 miliardi di euro di investimenti (uno a carico della concessionaria) che è atteso dal 2014 e che ridefinirà ogni singolo aspetto della gestione.
TEMPI
Non è detto che l'accordo vada a buon fine e che il documento possa essere trasmesso al Cipe in tempi rapidissimi e, quindi, è probabile che si possa arrivare a un mese di proroga delle tariffe congelate. Sono in corso di valutazione i meccanismi tecnici e le formule giuridiche per raggiungere l'obiettivo. Il clima, però, è positivo, almeno stando alle ricostruzioni di ieri.
LE POLEMICHE
In precedenza in mattinata il centrosinistra in consiglio regionale aveva invocato la fissazione di una seduta straordinaria sul tema, invitando anche il ministro Danilo Toninelli. Giovanni Legnini ha attaccato: «E' uno dei temi più importanti per il futuro della regione, dell'economia e delle imprese. Su un tema così rilevante non si possono lasciare soli i sindaci. In secondo luogo il consiglio regionale deve essere reso edotto e deve indicare una via anche perché la rappresentanza parlamentare non sembra essere granché attiva e consapevole». Legnini ha poi ricostruito la vicenda. «Sia il passato governo che l'attuale ha detto - hanno provveduto a sospendere le tariffe, ma gli aumenti tariffari non stati soppressi. La concessionaria continua a pretendere l'incasso delle somme, ma i cittadini non possono e non devono pagare. Qualcuno dovrà provvedere».
SOLUZIONE
La soluzione, per Legnini, è agire a carico della fiscalità generale o nell'ambito del nuovo Pef (Piano economico e finanziario): «Si esca dall'ambiguità e dal pantano. Si decida garantendo risorse pubbliche a valere sul piano infrastrutture per non aumentare le tariffe». Politicamente Legnini ha denunciato lo «scarsissimo peso della Regione sul governo nazionale», e «il lavoro inconsistente della rappresentanza parlamentare di maggioranza». Legnini è stato supportato da Americo Di Benedetto, Dino Pepe, Silvio Paolucci e Sandro Mariani. Il governatore Marco Marsilio ha detto che «La Regione è in contatto continuo con il Ministero per garantire la sospensione dell'aumento dei pedaggi. Il ministero ha ripetutamente confermato, nel corso di diversi incontri, che è al lavoro per rinviare gli aumenti previsti, in attesa che venga analizzato e approvato il Pef». Il Movimento Cinque Stelle, per bocca del capogruppo Sara Marcozzi, ha attaccato il centrosinistra: «Le strumentalizzazioni non hanno fine. Gli esponenti regionali del Pd e compagni hanno la memoria corta o fanno finta di non ricordare che se ci troviamo in questa situazione è solo colpa dell'inattività, durata anni, del loro ex Ministro Delrio. Se c'è qualcuno che in questi mesi ha portato a casa risultati,è proprio il governo del Movimento 5 Stelle e il Ministro Toninelli».


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