Data: 29/05/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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I sindacati: uno spiraglio per i 17mila da licenziare Manifestazione regionale a Pescara sui posti da salvare e sulla sicurezza
PESCARA «La partita non è chiusa. Continueremo a chiedere il, Cisl e Uil auspicano che vi sia «uno spiraglio» sul tema del blocco dei licenziamenti che, allo stato attuale, terminerà il prossimo 30 giugno.L'Abruzzo rischia un «disastro sociale», secondo le tre sigle, che tornano a lanciare l'allarme in occasione del presidio che si è svolto ieri davanti all'assessorato regionale alla Sanità, finalizzato a sensibilizzare sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. I 17MILA A RISCHIO. Se dal primo luglio torneranno ad essere consentiti i licenziamenti - da marzo 2020 bloccati dal Governo per far fronte all'emergenza da Covid-19 - in Italia saranno a rischio 570mila posti di lavoro. Di questi, diverse migliaia riguardano l'Abruzzo: si va dalle 12mila unità delle ipotesi meno pessimistiche alle 17mila delle previsioni più drastiche. In una regione in cui i numeri degli ammortizzatori come la cassa integrazione e, ancora di più, la Naspi (l'assegno di disoccupazione) parlano di «un'evidente fragilità del sistema produttivo», con lo stop al blocco dei licenziamenti si va verso «conseguenze disastrose», ribadiscono i sindacati. L'Abruzzo, secondo le organizzazioni, rischia di pagare un «conto davvero salato» se si considera che la regione è «ai primi posti in Italia per la crescita della cassa integrazione a seguito della pandemia, con un +1.400%, per un totale di ore erogate tra gennaio 2020 ed aprile 2021 superiore a 77 milioni». LA PROROGA. Dall'incontro che c'è stato giovedì tra i sindacati nazionali e il premier Mario Draghi non sono emerse novità rilevanti sul tema in questione.«Sul punto dei licenziamenti», sottolinea il segretario regionale della Uil, Michele Lombardo, «il confronto non ha sortito gli effetti sperati. Noi chiediamo una proroga almeno fino all'autunno inoltrato, perché per fare un'uscita morbida dalla crisi post Covid-19 serve che le aziende riprendano la propria attività, potendo così mantenere i posti di lavoro. Fermare il blocco il primo luglio significa perdere circa 17mila posti in Abruzzo e questo è inaccettabile». LA MOBILITAZIONE. Ribadendo che con l'incontro dell'altroieri «nulla è cambiato», il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, annuncia che «continueremo la nostra mobilitazione», per ottenere una nuova proroga. Ranieri sottolinea comunque che nel confronto con il premier «ci sono stati dei punti di discussione importanti perché Draghi ha seguito la richiesta dei sindacati di abbandonare la logica degli appalti al massimo ribasso, che fanno sì che le aziende che vincono quegli appalti, dovendo risparmiare sui costi, possano lesinare sulla sicurezza, sul rispetto dei contratti e dei diritti dei lavoratori. Altro tema di discussione è stato quello dei subappalti, dove spesso si annidano illegalità, non rispetto dei contratti e poca sicurezza. Su questi ci sono state delle aperture che stiamo comunque valutando», afferma il segretario. SICUREZZA SUL LAVORO. La manifestazione di ieri mattina, che inevitabilmente è stata occasione per fare il punto sulla questione licenziamenti, era dedicata al tema delle morti sul lavoro.Un centinaio le persone che, nel rispetto dei protocolli Covid-19, hanno preso parte al presidio organizzato in piazza Alessandrini, davanti agli uffici dell'assessorato regionale alla Sanità. Cgil, Cisl e Uil chiedono un nuovo patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Un'emergenza che diventa la priorità assoluta, anche alla luce degli ultimi numeri dell'Inail, che le tre organizzazioni sono tornate ad illustrare.In Abruzzo, dal primo gennaio al 31 marzo 2021, ci sono stati undici morti in infortuni sul lavoro: un dato che aumenta del 266% rispetto allo stesso periodo del 2020 (3 vittime), incremento che colloca la regione agli ultimi posti in Italia. Aumenta, più in generale, il numero degli infortuni, che passano dai 2.578 del primo trimestre 2020 ai 2.664 dei primi tre mesi del 2021.«Nonostante la produzione diminuisca a causa del lockdown», osservano i sindacati, «gli infortuni aumentano. Si è tolta attenzione al tema ed è aumentata la pericolosità dei luoghi di lavoro». L'INCONTRO CON VERÌ. «È necessario che vengano effettuate assunzioni nella pubblica amministrazione, ad esempio ispettori del lavoro e personale tecnico della prevenzione delle Asl e dell'Inail», afferma Ranieri. «Bisogna coinvolgere le istituzioni locali sui temi che attengono alla sicurezza. Temi che in questi ultimi anni sono stati accantonati, riservando al mondo del lavoro gravi danni», osserva Lombardo.Una delegazione dei manifestanti, composta dal segretario regionale Cgil Abruzzo Molise con delega alla sicurezza sul lavoro, Franco Spina, dal segretario generale aggiunto della Cisl Abruzzo Molise, Giovanni Notaro, e dal responsabile coordinamento sicurezza della Uil Abruzzo, Ernesto D'Eliseo, è stata ricevuta dall'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì. TAVOLO DI COORDINAMENTO. «Un'interlocuzione assolutamente positiva», sottolineano i tre sindacalisti. E infatti un primo risultato i sindacati lo hanno ottenuto: dopo anni di attesa verrà convocato il tavolo di coordinamento di salute e sicurezza, previsto dalla legge. «L'assessore», spiega Notaro uscendo dall'incontro, «ha recepito tutto e ci ha dato la disponibilità a convocare il tavolo entro il mese di giugno. C'è stato un lungo confronto e abbiamo rappresentato i temi in questione. Verì ha fatto partecipare il personale che si occupa della materia ed ha condiviso le nostre preoccupazioni», conclude il segretario aggiunto della Cisl. |
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