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Data: 27/10/2022
Testata Giornalistica: IL PESCARA
    IL PESCARA

I sindacati chiedono una immediata analisi del ruolo e delle prospettive dell’aeroporto d’Abruzzo. Le sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil si domandano quale sia il ruolo dell'aeroporto d'Abruzzo nella scommessa dello sviluppo regionale

Il ruolo dell'aeroporto d'Abruzzo nella scommessa dello sviluppo regionale. A chiedersi quale sia e quale sarà sono Franco Rolandi della Filt Cgil, Amelio Angelucci della Fit Cisl e Vincenzo Marcotullio della Uilt Uil. «Tra riordino del piano nazionale degli aeroporti di cui nessuno sembra interessarsi, presenza dei vettori in regime di “prorogatio”, stante l’avvenuta scadenza del contratto stipulato con Ryanair nel 2017, e obiettivi di privatizzazione della società di gestione mai sopiti, poniamo all’attenzione di tutti i portatori di interesse la necessità di una immediata analisi delle prospettive dell’aeroporto d’Abruzzo», chiedono i sindacalisti agli attori politici e imprenditoriali, compresa la dirigenza della Saga, in una fase caratterizzata dal riordino infrastrutturale e dalle relative opportunità di sviluppo economico per la Regione Abruzzo. La scelta di Ancona per la rete centrale «Siamo convinti che nell’ambito del riordino del sistema aeroportuale nazionale, contrariamente a quanto ipotizzato dal ministero dei Trasporti attraverso la bozza del piano nazionale aeroporti (Pna), che individua nello scalo di Ancona il riferimento per la cosiddetta rete centrale che coinvolge Abruzzo, Marche e Umbria, quello abruzzese debba rappresentare il perno sul quale determinare le politiche vettoriali del centro Italia, tenuto conto che lo scalo abruzzese è anche sede di servizi di enti di Stato quali il nucleo elicotteristi carabinieri, il nucleo reparto volo di polizia e guardia di finanza, nucleo elicotteristi vigili del fuoco, capitaneria di porto e guardia costiera», dicono dai sindacati. Le potenzialità degli scali previste per il 2035 Inoltre, come sottolineano dalle sigle sindacali, nello stesso documento ministeriale, non passa inosservato il dato relativo alle potenzialità di mercato in termini di passeggeri al 2035, che vede l’aeroporto d’Abruzzo raddoppiare i propri dati di riferimento, sia rispetto agli attuali valori (1.336.000 potenziali passeggeri a fronte del trend 2022 che con un più 17% rispetto al periodo pre covid, porterebbe a poco meno di 700.000 passeggeri il dato di fine anno) che nel confronto prospettico con l’aeroporto marchigiano (1.336.000 passeggeri potenziali per l’Abruzzo contro i 706.000 per le Marche). Che fine ha fatto il bando? Quale futuro per la Saga? Per le tre federazioni confederali dei trasporti occorre evidenziare inoltre come «a oggi si è ancora in attesa della definizione di un nuovo bando per l’assegnazione delle risorse destinate allo sviluppo dello scalo e che dovrà individuare i futuri vettori che assicureranno i voli da e per l’Abruzzo. In questo momento si è in una situazione di proroga del contratto appena scaduto, e tutto ciò genera una preoccupazione anche e soprattutto per le maestranze e per i livelli occupazionali, a partire da quelli della società di gestione. Attendiamo rassicurazioni in tal senso in tempi rapidi, rammentando ancora una volta come gli investimenti in ambito aeroportuale generino un moltiplicatore di risorse pari al 2,76 per il reddito e al 2,03 per l’occupazione. Su questo tema riteniamo fondamentale incentivare lo sviluppo cargo dell’aeroporto, atteso che a breve verranno realizzate opere importanti come due hangar commerciali e l’allungamento della pista. L’obiettivo è evitare il paradosso di avere le infrastrutture ma non gli operatori». Infine, sempre sul tema Saga, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiedono maggiore chiarezza rispetto «a una possibile privatizzazione del capitale sociale, oggetto già di precedenti prese di posizione sindacale avverse a questa ipotesi, ponendo altresì l’accento sulla non più sostenibile mancanza nell’organigramma operativo di un direttore generale che, oltre a creare problemi di natura organizzativa, rischia di non rispettare le direttive Enac in tema di composizione minima delle compagini societarie».


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