PESCARA Un disco rotto che gira come un vecchio vinile sulle solite note: i governi che si avvicendano dal 2013 ma non sbloccano le risorse per la messa in sicurezza della A24 e A25. La concessionaria Strada dei parchi che annuncia gli inevitabili aumenti delle tariffe, congelate dal 2017. I sindaci, le associazioni di categoria e i sindacati che tornano a minacciare azioni durissime contro i nuovi rincari dei pedaggi. Una sorta di commedia all'italiana a cui, per il segretario regionale della Cgil, Carmine Ranieri è venuto il momento di staccare la spina: «Adesso basta, la politica decida e detti le sue condizioni al gestore. Così continua il sindacalista si abbandonano i cittadini, i pendolari, le imprese. Si fanno scappare i nostri giovani, si danneggia il turismo. E' un pezzo di economia che se ne va».
Ranieri è ancora più chiaro con qualche dato: «Ci lamentiamo sempre del fatto che i nostri giovani stanno andando via. Ma l'ultimo rapporto Svimez dice che l'Abruzzo è la regione con il più alto tasso di pendolarismo, senza contare che il 40% dei pendolari ha meno di 35anni. E dove si recano osserva ancora il segretario i nostri giovani per studiare e cercare lavoro? Al nord, all'estero e, soprattutto nella Capitale». Altra riflessione: «Hanno tolto le corse degli autobus verso Roma, sui quali c'è anche il problema delle misure anti Covid (distanziamento di un metro e capienza all'80%). Il viaggio in treno è un'avventura. Per raggiungere in auto Roma da Pescara serviranno circa 30 euro dal 1^ gennaio per la sola andata. Chi ha responsabilità di governo osserva Ranieri - ci dicesse chiaramente che non gliene frega niente di questa situazione, così ci mettiamo l'anima in pace».
IL MINISTERO Il sindacalista invita il ministero dei Trasporti a chiarire i suoi rapporti con la concessionaria: «Alla società va riconosciuto il giusto introito che compensi i costi di gestione, ma gli aumenti delle tariffe di oltre il 30% sono inammissibili, non possono ricadere sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori».
Lucia Ferrone, presidente regionale di Cna Fita, non nasconde il suo pessimismo: «Purtroppo si stanno creando le condizioni perché l'Abruzzo diventi uno dei punti neri di tutto il traffico delle merci italiane». Un riferimento non solo alla vicenda della A24 e A25, ma anche all'altro caso: quello dell'autostrada adriatica costellata di cantieri e continue interruzioni. Anche Ferrone chiama i vari livelli istituzionali alle proprie responsabilità: «Se la politica non vuole che questo territorio si trasformi nell'esempio da non seguire, è bene che si dia una bella mossa: i parlamentari di maggioranza e di opposizione, ma anche la Regione e i sindaci, tutti i sindaci, non solo quelli sin qui in campo». La rappresentante di Cna ricorda, tra l'altro, che le problematiche relative alla rete autostradale abruzzese «emergono in un momento in cui tutto il comparto del trasporto merci è segnato da problemi strutturali, a cominciare dall'aumento del costo del gasolio, la mancanza di autisti, la formazione». Quanto ai mancati interventi di messa in sicurezza della A24 e A25, con conseguenti rincari delle tariffe autostradali, i conti sono presto fatti per la rappresentante di Cna: «Si rischia di sborsare cifre altissime, circa 140euro tra andata e ritorno per percorrere la tratta Roma-Pescara, con possibili conseguenza sull'intera filiera».