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Data: 12/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO

Grandi opere, scatta l'allarme «Finanziamenti Pnrr a rischio per la difficoltà di realizzarle». Carmine Ranieri (Cgil) «La Regione istituisca una cabina di regia per capire a che punto siamo non sappiamo nulla»

Aurelio Di Eugenio, segretario della Filt Cgil Abruzzo Molise: «Non abbiamo un filo diretto in tema di gestione dei fondi del Pnrr, ma se le risorse destinate alla velocizzazione della Pescara-Roma dovessero venir meno sarà un problema reale perché questa infrastruttura è necessaria per avvicinare la nostra regione alla Capitale, colmando un gap che ci portiamo dietro da anni»


L'AQUILA Il grido di allarme che si è alzato dai territori dell'Abruzzo interno, sarebbe giustificato dal rischio di perdere i fondi destinati dal Pnrr a opere già definite "chimera" proprio per le difficoltà riscontrate dai tecnici dei diversi Ministeri. Tra le opere che rischierebbero dunque di non arrivare al collaudo entro il 2026 c'è proprio il raddoppio della Roma-Pescara, ma il fattore tempo rappresenta una spada di Damocle che pende anche su altri settori strategici, come per esempio la Sanità. «L'Abruzzo non può perdere questa occasione offerta dalle risorse del Pnrr - spiega il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri - E per questo è necessario fare chiarezza: abbiamo chiesto alla Regione di istituire una cabina di regia per capire a che punto siamo ma ad oggi nessuno è interessato di questo aspetto. Si sta procedendo con la realizzazione delle opere? Si sta lavorando nel rispetto tempistiche previste? Non è dato saperlo. Di certo però c'è che queste opere devono essere messe in campo, recuperando il tempo perso».
Ranieri entrando poi nel dettaglio delle opere infrastrutturali "sospese", come appunto la velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma, progetto da 6,5 miliardi di euro, sottolinea che «bisogna scongiurare in ogni modo la possibile perdita del finanziamento, portando a termine un'opera assolutamente fondamentale per l'intero territorio, che non possiamo perdere». «Vorremmo conoscere lo stato dell'arte di tutte le opere collegate al Pnrr - conclude Ranieri - Importanti istituti ci dicono che siamo in ritardo in questo senso su molti settori, tra cui la Sanità». Su questo tema nei giorni scorsi i consiglieri regionali di opposizione Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Marianna Scoccia e Sandro Mariani, hanno denunciato «la revoca di quasi 3,73 milioni di euro a causa dei ritardi sulla tabella di marcia del Pnrr Sanità», presentando una interpellanza in cui chiedono al presidente Marco Marsilio «di chiarire le ragioni del ritardo» ma anche di «capire cosa la Regione stia facendo per evitare il rischio di ulteriori revoche».
Preoccupazione viene espressa poi da Aurelio Di Eugenio, segretario della Filt Cgil Abruzzo Molise: «Non abbiamo un filo diretto in tema di gestione dei fondi del Pnrr, ma se le risorse destinate alla velocizzazione della Pescara-Roma dovessero venir meno sarà un problema reale perché questa infrastruttura è necessaria per avvicinare la nostra regione alla Capitale, colmando un gap che ci portiamo dietro da anni - sottolinea Di Eugenio - Al contrario, la realizzazione dell'opera gioverebbe enormemente all'economia dell'intero territorio regionale, per questo è considerata vitale per l'Abruzzo. Dal primo gennaio è possibile andare da Roma a Milano in due ore e 45 minuti, questo deve farci riflettere: la velocizzazione che si sta realizzando in altre regioni nella nostra sembra sempre più lontana». Sulla questione delle autostrade A24 e A25 poi il segretario della Filt Cgil aggiunge che «ci sono timori anche su questo fronte perché le opere di messa in sicurezza devono andare avanti, bisogna però rivedere in qualche modo i pedaggi e servono maggiori risposte e certezze nei confronti dei lavoratori che ad oggi non sanno ancora che fine faranno dopo il braccio di ferro tra l'ex concessionaria Strada dei Parchi e l'Anas, che attualmente gestisce le due arterie».
A spiegare la ragione principale dei ritardi accumulati è la Cgia, che in uno studio sulla difficoltà di spesa dei fondi Ue e Pnrr riaccende i riflettori sulla lentezza della burocrazia italiana. Secondo la Banca d'Italia, a fronte di un investimento mediano di 300 mila euro, in Italia la durata mediana per la realizzazione di un'opera è pari a 4 anni e 10 mesi. La fase di progettazione - si legge nello studio della Cgia - dura poco più di 2 anni (pari al 40% della durata complessiva), l'affidamento dei lavori dura 6 mesi e sono necessari oltre 2 anni per l'esecuzione e il collaudo. Per un investimento di cinque milioni di euro, invece, il tempo di realizzazione è di ben 11 anni. Auspicando che il nuovo codice degli appalti e le riforme che interesseranno la Pubblica amministrazione riducano in misura significativa queste tempistiche, appare comunque evidente che difficilmente entro i prossimi 44 mesi - evidenzia infine la Cgia - riusciremo a mettere a terra tutti i progetti previsti dal Pnrr.
 
 

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