Data: 12/01/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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GRAN SASSO Funivia, arriva l'ok del ministero Pignatelli: «Riparte già domani». Il Ctgs riceve il nulla osta con le prescrizioni: serve un sistema di monitoraggio, pronto in poche ore. L'amministratore: «L'impianto è sicuro e lo abbiamo dimostrato».
È arrivato il nulla osta, la funivia riparte sabato (domani per chi legge, ndr). L'impianto è sicuro e lo abbiamo dimostrato». Lo dice l'amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso Dino Pignatelli, dopo l'arrivo nella serata di ieri delle prescrizioni stabilite dall'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza del ministero delle Infrastrutture, e dal suo dirigente Pietro Marturano. Per far ripartire l'impianto, fermato dopo un esposto in cui si ipotizzavano criticità a una delle funi portanti, il Ctgs dovrà comunque rispettare alcune raccomandazioni. E spunta una nuova misura: è necessario installare un apparecchio per monitorare una delle funi. Apparecchio che dovrà essere ordinato, ma Pignatelli si aspetta una soluzione in tempi brevissimi. Confermate le altre prescrizioni ipotizzate, che riguardano l'incremento dei controlli visivi e strumentali sulle funi portanti dell'impianto, le limitazioni alla portata massima della cabina (stabilita in 75 persone più 1 a fronte di una capienza massima di 100) e la riduzione della velocità 7,5 metri al secondo, già applicata. Poi a maggio l'obbligo di cambiare le funi portanti, che potrebbe costare circa tre milioni di euro, come conferma Pignatelli. Un intervento che verrebbe anticipato rispetto alla data programmata per legge, cioè il 2028. «La funivia riparte», sottolinea Pignatelli, «e può cominciare la stagione sciistica con prescrizioni che sono riconducibili a raccomandazioni che noi attuiamo da sempre. Lo spostamento ridotto della fune 1 abbiamo dimostrato che non influisce sulla sicurezza della fune stessa». Ma intanto, le opposizioni chiedono le sue dimissioni. Il Pd annuncia la richiesta di una commissione consiliare di Garanzia, «per fare piena luce su ciò che è accaduto, e per trovare immediate soluzioni a tutela, innanzitutto, dei lavoratori del Ctgs che rischiano di pagare le responsabilità dei vertici aziendali e che in termini di sicurezza sul lavoro sono i primi ad essere esposti». Secondo il Pd ci saranno forti ripercussioni economiche, a causa delle prescrizioni, e il costo per la sostituzione delle funi sarà più oneroso dei 3 milioni previsti. Chiede un consiglio comunale straordinario su questa vicenda il consigliere Paolo Romano: «Le armi di questa brutta politica sono oramai spuntate e la stagione rischia di essere del tutto compromessa. Chi avrà il coraggio di prendere quella funivia ora che è acclarato che i problemi ci sono davvero? La sicurezza non è un gioco e riattivare gli impianti sciistici con prescrizioni di questo genere, significa solo ambire a prendere le compensazioni del Tpl da parte del Governo e non dover essere costretti al rimborso degli abbonamenti già emessi». Anche Carlo Benedetti, del collettivo Globuli rossi sollecita un consiglio comunale straordinario, evidenziando come «sei anni di gestione di Biondi, Marsilio, Liris &c. hanno ridotto a brandelli la società e la stazione». Il Passo Possibile parla di «criticità e disfunzioni che sono la punta dell'iceberg della cronica mala gestio del Ctgs., da anni con il bilancio in rosso, con una perdita di esercizio di oltre 300mila euro e a rischio commissariamento». |
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