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Data: 23/04/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Gli studenti tornano sui bus e gli autisti Atac si scoprono «allergici alle sanificazioni» . Il caso «All'Atac strane allergie, multe a chi diserta i bus»


Il primo ad essere «allergico» a certe furberie, dice Giovanni Mottura, «sono io». L'amministratore unico dell'Atac, commercialista romano classe 1964, dal giugno 2020 al timone della municipalizzata dei trasporti della Capitale, assicura «il massimo rigore» sul caso degli autisti che si danno malati per scansare i turni alla guida degli autobus. «La nostra direzione del Personale ha ricevuto una ventina di richieste di inidoneità nell'ultimo periodo, tra cui c'è questa nuova fattispecie, l'allergia alle sanificazioni di cui ha parlato ieri Il Messaggero».
Allergie davvero molto bizzarre...
«Oggettivamente sì, dato che si utilizzano gli stessi prodotti che tutti i cittadini, conducenti compresi, adoperano in casa o che possono trovare al supermercato. Mi chiedo quale sia la differenza, perché in cabina di guida un disinfettante provochi questa indisposizione e altrove no».
Sembra solo una scusa, l'ennesima, per saltare il turno al volante dei torpedoni, proprio ora che riprendono le lezioni in classe fino al 100%.
«Su questa vicenda abbiamo già avviato tutti i controlli del caso. Saremo inflessibili. L'allergia va dimostrata, ci saranno visite mediche, abbiamo investito del problema il servizio di medicina del lavoro, al quale abbiamo dato copia delle schede dei prodotti che utilizziamo a bordo. Per carità se c'è un problema di salute è giusto che sia valutato, ma appunto questo problema deve esistere. Nelle richieste di inidoneità che stiamo esaminando sono riportate le giustificazioni più disparate: l'allergia alle sanificazioni, c'è chi lamenta di essere troppo stressato, altri parlano di mal di schiena talmente gravi da non poter guidare...».
Ha parlato di mal di schiena anche chi è stato scoperto dai vostri ispettori ad alzare i pesi col bilanciere in palestra. Sarà stato un dolore ad intermittenza.
«È capitato. Per questo dobbiamo agire su due binari: da una parte, questo voglio sottolinearlo con la massima forza, è doveroso riconoscere l'impegno straordinario della larghissima maggioranza dei lavoratori di Atac, oltre 10mila persone che hanno sempre garantito i servizi durante tutta la pandemia, un momento drammatico a cui abbiamo risposto al massimo delle nostre capacità. A tutti magari piacerebbe lavorare in smart working, ma Atac certo non può farlo. Dall'altro lato, affronteremo queste decine di presunte inidoneità col massimo rigore. Chi ha lamentato di essere allergico alle sanificazioni, come prevede la legge e gli accordi sindacali, è stato messo in aspettativa, con una riduzione della retribuzione. E i controlli andranno avanti».
Chi mente che cosa rischia?
«Sicuramente per chi ha inventato una malattia ci saranno sanzioni disciplinari, applicheremo le norme con puntualità».
I carabinieri del Nas hanno scovato tracce di Covid sul 50% dei bus ispezionati. Nulla di strano se si tratta di vetture già in circolo da ore, ma il virus è stato rilevato pure sulle navette che risultavano «appena sanificate». Come mai?
«Sono stato il primo a chiedere di rafforzare i controlli sulle ditte esterne di pulizia. D'ora in poi anche Atac farà alcuni test, tipo tamponi, sui punti critici, al momento dell'uscita dei mezzi dai depositi. Col Covid non si scherza, lo dice uno che l'ha avuto».
Si parla di vaccini in azienda. Atac li chiede da ottobre. Che risposte avete avuto?
«Sì, sono 6 mesi che abbiamo espresso alle autorità competenti la necessità di vaccinare il personale dei mezzi pubblici».
Ora c'è un protocollo nazionale.
«Abbiamo la sella ma ci manca il cavallo, i vaccini. Noi siamo pronti a fare le iniezioni anche domani, purché ci diano le dosi. La sicurezza dei lavoratori e quindi degli utenti viene prima di tutto».
Come vi state attrezzando per la ripresa delle lezioni?
«Noi da inizio anno abbiamo allargato la flotta, abbiamo 120 bus privati in più, ma non è che possiamo moltiplicare all'infinito i mezzi. L'unica via è scaglionare di più gli orari degli studenti e, magari, anche quelli di altre categorie di lavoratori».


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