PESCARA Una questione di principio che diventa sostanza politica. Dopo la mezzanotte di giovedì la maggioranza di centrodestra (17 presenti) approva in Consiglio regionale la proposta di legge voluta dalla Lega per l'indizione del referendum costituzionale che dovrebbe portare alla modifica dell'attuale legge elettorale in chiave maggioritaria. Ma deve fare tutto da sola, perché dopo tre giorni di autentica battaglia in commissione Bilancio (dove è stato necessario persino l'intervento dei carabinieri) le opposizioni lasciano l'aula incassando il risultato voluto: l'Abruzzo è infatti la sesta Regione d'Italia a votare la delibera richiesta da Matteo Salvini, e non la prima come aveva auspicato alla vigilia il deputato e coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma. Tra l'altro, senza alcuna incidenza diretta sulla indizione del referendum, che per andare in porto richiedeva la firma di 500.000 cittadini o, come aveva chiesto lo stesso Salvini, il via libera di almeno cinque Regioni. Sembra che il leader della Lega non l'abbia presa benissimo e già domani potrebbe essere in Abruzzo per un chiarimento con i suoi e gli alleati del centrodestra.
RASSICURAZIONI Questo, nonostante le rassicurazioni di Bellachioma: «Non ci sentiamo sconfitti. Siamo una squadra e abbiamo portato a casa il risultato». Di tutt'altro tenore il punto di vista delle opposizioni. Ieri mattina alcuni consiglieri regionali del centrosinistra, tra cui Giovanni Legnini, hanno incontrato la stampa in un caffè del centro di Pescara dopo avere parlato con i ragazzi che manifestavano lungo le vie della città a difesa dell'ambiente. «C'è poco da esultare - osserva Legnini replicando alle dichiarazioni Bellachioma -, volevano arrivare primi: sono arrivati ultimi. Lasciamo a loro un pronunciamento inutile su un referendum che io considero inammissibile e assolutamente pericolo per la democrazia». A questo proposito l'ex vice presidente del Csm ha ricordato i «solidi principi ripetutamente affermati in tutte le sedi istituzionali» contro la totale abolizione delle quote proporzionali, a difesa della rappresentanza dei territori e degli elettori, prima di tornare su quello che è accaduto in questi giorni nelle stanze dell'Emiciclo: «Un modo di lavorare che stravolge il regolamento e non può essere più consentito. Siamo davvero a uno spartiacque: con questa maggioranza - ha continuato Legnini - la nostra regione rischia la deriva. Questa notte li abbiamo lasciati soli con il loro referendum inutile dopo il diktat di Salvini. Poteva raccogliere 500.000 firme, visto che continua a ripetere di avere i cittadini dalla sua parte. Ha preteso, e ordinato, il voto di cinque Regioni dopo aver lanciato quel suo proclama con uno stile che si commenta da solo: Chi prende un voto in più vince, chi perde non rompa le p. In realtà - osserva ancora Legnini - questi giorni hanno confermato che la maggioranza è confusa, inconsistente, pericolosa per il futuro dell'Abruzzo».
DELEGAZIONE Antonio Blasioni, consigliere regionale del Pd, si sofferma sull'incontro che la delegazione delle opposizioni aveva avuto poco prima con i ragazzi che manifestavano in piazza per attirare l'attenzione sui grandi mutamenti climatici: «Ci hanno sottolineato l'emergenza della più grande discarica d'Europa - dice Blasioli - quella di Bussi. Hanno più consapevolezza loro dei problemi della nostra regione di quanta non ne abbia la maggioranza che la governa. L'opposizione ha fatto capire, in questi tre giorni, quanto sia importante parlare dei problemi veri dell'Abruzzo». E c'è anche il capogruppo dem in consiglio regionale, Silvio Paolucci, a riassumere così i tre giorni di battaglia che si sono consumati all'Aquila: «Se dovessi dare un titolo a quanto accaduto, mi verrebbe da dire che questa maggioranza ha dato assoluta prova di inconsistenza. Hanno approvato un quesito irrilevante, sia nel contenuto che nel modo con cui è stato posto, dopo avere trascorso sei mesi solo ad occuparsi di nomine. Noi raccogliamo invece la delibera proposta oggi dai ragazzi sui cambiamenti climatici, con l'impegno di portarla in consiglio regionale».
Esulta anche il gruppo del M5s per il buon esito dell'ostruzionismo in aula: «Grazie all'intervento del Movimento 5 stelle - sottolinea Sara Marcozzi -, vengono ristabilite le priorità del consiglio regionale, che sono e sempre devono essere quelle dei cittadini abruzzesi. Il centrodestra, la Lega in particolare, ha fatto invece di tutto per utilizzare questa istituzione come un mero strumento a completa disposizione della propaganda di partito». C'è poi il segretario regionale del Pd, Michele Fina, a invitare la Lega ad occuparsi dei problemi dell'Abruzzo, più che alle beghe di partito, ponendo la transizione ecologica in testa alle priorità. Tra i provvedimenti approvati in aula giovedì notte, anche il contributo di circa 1milione di euro in favore della Saga dopo l'interrogazione di Paolucci.