Data: 07/02/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Gli autisti Tua come in trincea: «Noi, insultati e aggrediti sui bus»
Cinque giorni di prognosi e una notte al Pronto soccorso per il conducente preso a pugni al terminal PESCARA Lavorano come in trincea: ogni giorno dalla postazione di guida dell'autobus la parola d'ordine è incassare i malumori degli utenti, tollerare le parole sopra le righe dei ragazzini, anche quando diventano urla e insulti, spesso per un ritardo, una corsa saltata o una fermata inesistente, tenendo gli occhi aperti per parare i colpi e cercando di portare a casa la pelle. Sì, perché lavorare a bordo dei mezzi pubblici della Tua, la società unica che gestisce il trasporto in Abruzzo, è diventato una guerra. 5 GIORNI DI PROGNOSI L'ultima aggressione è avvenuta lunedì sera al terminal bus: un minorenne, salito sul bus Pescara-L'Aquila senza biglietto, si è scagliato contro il conducente e gli ha sferrato un pugno sul viso. L'uomo, dopo una notte trascorsa al Pronto soccorso, è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni e con la raccomandazione di sottoporsi a una visita medica agli occhi. L'episodio violento è il quarto in pochi giorni tra Pescara e Chieti. Un'escalation che ha acceso i riflettori sull'emergenza sicurezza e che chiama in causa sia i vertici dell'azienda pubblica sia la Regione. «Sono giù di morale, ho il viso gonfio e l'occhio ancora socchiuso», ha detto il conducente aggredito, «sono sorpreso per quello che è successo, ma soprattutto rammaricato perché noi dipendenti non meritiamo un trattamento del genere sul posto di lavoro. Spero che finalmente qualcuno si adoperi per garantire la nostra sicurezza e per proteggerci, non possiamo rischiare la vita ogni giorno». A PESCARA COLLI La scorsa settimana un episodio analogo si è verificato a Pescara Colli. Un ragazzino, sorpreso a imbrattare la pensilina con un pennarello, è stato ripreso dal guidatore; poi, una volta a bordo, ha cercato di scrivere qualcosa anche sui vetri del mezzo, ma anche stavolta il dipendente Tua è intervenuto, strappandogli il pennarello dalle mani e minacciando di chiamare i carabinieri. Di qui la reazione violenta del giovane che lo ha colpito di spalle, con due pugni, schiacciandogli la mano sulla pulsantiera. L'ALLARME DEI SINDACATI A raccogliere il grido di aiuto sono i sindacati che hanno chiesto alla Tua una serie di misure, come le paratie di protezione del posto guida, un incremento dei controllori e del personale di sicurezza, maggiori controlli delle forze dell'ordine. «Questo è un fenomeno che sta dilagando», rimarca Patrizio Gobeo, segretario provinciale Filt Cgil di Chieti-Pescara, «mi chiedo che cosa debba succedere prima che l'azienda e la Regione decidano di porre rimedio a questa situazione. Non possiamo aspettare che ci scappi il morto o che avvenga qualcosa di ancora più grave. Torniamo a chiedere tutele per garantire l'incolumità fisica e morale dei dipendenti, perché non è possibile uscire di casa per lavorare e tornare feriti. Finora non ci sono state risposte, ma non ci fermeremo e coinvolgeremo anche le prefetture delle quattro province abruzzesi». «Non è più possibile», incalza Pietro Angileri (Uiltrasporti Abruzzo), rischiare la propria incolumità a lavoro e non è possibile che dopo anni di aggressioni si sia fatto cosi poco per limitare il fenomeno. È ora che le aziende si occupino della questione in modo preminente perché seduti al posto di guida ci sono madri e padri di famiglia». |
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