ROMA Ore 12: in diretta streaming sul canale web della Camera va in onda il processo a Tridico. Prima negata, la diretta, poi, dopo le proteste di FdI, concessa. Per dire il nervosismo di queste ore a Montecitorio. Commissione Lavoro convocata urgentemente alla vigilia di Ferragosto: il Pd terrà un atteggiamento critico, già durante l'audizione del presidente di Anpal Parisi ha alzato i toni, ma non forzerà la mano. In Italia viva ci sono posizioni differenti: per la capo delegazione Bellanova l'Inps è diventato uno strumento a supporto M5S, ma altri frenano, «aspettiamo di capire» dice un big' renziano. Il centrodestra invece andrà all'attacco e chiederà un suo passo indietro mentre il Movimento 5Stelle formalmente difenderà il numero uno dell'istituto di previdenza italiano ma in realtà tra i gruppi parlamentari pentastellati monta la protesta: «Deve lasciare», il commento nelle chat.
L'ELENCO I nomi di chi ha ottenuto il bonus destinato alle partite Iva in realtà sono già noti. I due leghisti, Dara e Murelli, sono stati smascherati giorni fa. Ieri è uscito il nome dell'esponente pentastellato: si tratta di Marco Rizzone, deferito al Collegio dei Probiviri.
«Ho chiesto la sospensione immediata e massima severità nella sanzione», ha annunciato Crimi. Inoltre dovrebbero essere scoperti anche un altro leghista e forse un renziano, che avrebbero fatto richiesta senza però riuscire nell'impresa di avere i 600 euro. Ma probabilmente il caso non si chiuderà perché a settembre potrebbe essere più ampio il fronte che invocherà le dimissioni di chi ha gestito il caso' dei furbetti.
PASSAGGIO DIFFICILE L'audizione di oggi in ogni caso non sarà un passaggio semplice per Tridico. Dovrà rispondere ad un fuoco di fila di domande. La tesi di chi punterà il dito contro di lui è che l'operazione era già partita a maggio, congegnata tramite gli uffici dell'anti-corruzione per tirare la volata al referendum sul taglio dei parlamentari, il sospetto è che vi sia un Grande fratello' che ha schedato i deputati, i senatori, i consiglieri regionali e comunali con un fine politico.
Sotto traccia, soprattutto alla Camera, protestano pure gli esponenti M5s irritati per la caccia all'uomo scatenata, questa la tesi, da Crimi e Casaleggio. Sono quasi tutti deputati coloro che hanno rifiutato di sottoscrivere la rinuncia della privacy invocata dai vertici: «Questo non è uno stato di diritto, mi rifiuto di partecipare la protesta di una quarantina di parlamentari ad una manovra orchestrata per alimentare una campagna d'odio».
Due giorni fa Crimi è tornato alla carica chiedendo ai malpancisti il motivo del no all'autocertificazione. «Noi non firmiamo», gli hanno risposto in tanti. «Il garante della Privacy e il presidente dell'Inps li abbiamo nominati noi ma dovrebbero vergognarsi per aver alimentato un'ondata di antipolitica», osserva una esponente M5s.
E' una battaglia, quella che si combatte all'interno del Movimento, che comprende altre logiche soprattutto di potere ma che potrebbe avere ripercussioni pure sull'appuntamento del 20 e 21 settembre. Il taglio del numero dei parlamentari è uno dei principi cardini M5s ma soprattutto i peones' non ci stanno e giurano che non faranno alcuna iniziativa per il sì sui territori.
OSSA ROTTE Da questa vicenda, però, esce con le ossa rotte soprattutto la Lega. E' vero che Salvini ha rilanciato la linea della sospensione degli irresponsabili' e della non candidatura nelle liste, ma il caso ha riaperto vecchie ferite tra l'ala lumbard' e quella veneta (almeno tre i consiglieri regionali di Zaia che ne hanno fatto richiesta) e sporcato l'immagine del partito. Ieri Salvini è passato al contrattacco, sostenendo che la vicenda è servita per colpire le malefatte del premier Conte sulla gestione dell'emergenza sanitaria e i ritardi cronici dell'Inps sulla Cig ai lavoratori. Forza Italia, con la capogruppo alla Camera Gelmini, lancia l'affondo elencando le mancanze della macchina di Tridico, «dall'attacco hacker inventato agli insulti agli imprenditori» e ribadendo che il numero uno dell'Inps «ha dimostrato di non essere all'altezza» del suo compito. «Spero che anche gli altri partiti utilizzino la nostra linea della fermezza», dice Salvini. Ma la maggioranza in questo momento non intende aprire un altro fronte, da qui la frenata impartita da Renzi ai suoi. L'attacco sull'occhio vigile sul Parlamento ci sara'. «Non puo' passare il principio che i deputati sono tutti corruttori mentre il governo che ha scritto male la norma la fa franca», dice un fedelissimo del senatore di Rignano. Ma nonostante i mal di pancia del Pd, di Iv e di una larga parte dei parlamentari M5s per ora Tridico verrà salvato. Almeno per ora, si punterà a commissariare' l'Inps: «poi a settembre si vedrà», osserva anche un dirigente dem.