Data: 29/03/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Funivia, il Tar respinge il ricorso del Comune. L'opposizione: «Pignatelli lasci». Per la Cgil serve subito un tavolo
IL CASO
Il nulla osta con annesse prescrizioni, emesso dall'Ansfisa, l'agenzia del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che si occupa delle sicurezza degli impianti a fune, per permettere la riapertura al pubblico della funivia del Gran Sasso, è corretto sotto il profilo tecnico e procedurale e non presenta irregolarità o mancanza di motivazione. Sono gli unici aspetti che il Tar abruzzese ha potuto valutare respingendo il ricorso presentato dal Comune dell'Aquila che chiedeva l'annullamento.
Il provvedimento era arrivato lo scorso 11 gennaio al termine di giorni di fuoco a causa delle criticità riscontrate sulle funi di scorrimento dell'impianto. Criticità che avevano portato l'Agenzia a consentire l'apertura della stagione, con il rispetto di alcuni stringenti prescrizioni legate alla sicurezza e al contempo di stabilire l'esercizio fino al 30 aprile e la futura ripartenza solo una volta sostituite le quattro funi portanti. Decisione che il Comune ha contestato per «irrazionalità e illogicità», per «eccesso di potere» e pur una serie di presunte violazioni normative, sostenendo, sostanzialmente, che tutte le verifiche tecniche hanno stabilito la piena sicurezza del trasporto.
I DETTAGLI
Nella sentenza dopo la camera di consiglio del 27 marzo si stabilisce che le valutazioni dell'Agenzia governativa «sono giudizi aventi connotati di discrezionalità tecnica la cui violazione è sottratta al sindacato del giudice amministrativo» e che non si ravvisano né «insufficienza di criteri» né «vizi del procedimento applicativo». La controversia ruotava attorno ai risultati dei controlli sullo stato delle funi portanti della funivia. I rapporti tecnici evidenziavano una serie di difetti, inclusi fili rotti e segni di corrosione interna. Inoltre, uno degli eventi più preoccupanti è stato il mancato superamento dei test di scorrimento delle funi (dai 24 metri previsti a circa 3), a causa di un difetto rilevato su una delle funi stesse.
Il Tar ha sottolineato che tali difetti, sebbene non abbiano superato i limiti normativi, sollevavano serie preoccupazioni sulla sicurezza dell'impianto. Il giudice ha quindi confermato la legittimità del provvedimento dell'Ansfisa, che mirava a garantire la sicurezza dei passeggeri della funivia. Il Comune, per mezzo della sua Avvocatura, ha diffuso una nota in cui «prende atto (della sentenza, ndr), pur ritenendo la piena sussistenza dei gravi vizi dell'atto impugnato e pur rilevando che tutti gli approfonditi controlli eseguiti sulla funivia - i più recenti sono stati conclusi nel corso di questa settimana - assicurano la piena sicurezza dell'impianto e la regolarità del suo esercizio. Il Comune si riserva di impugnare la sentenza». Non è escluso, dunque, che la controversia possa avere un'ulteriore coda di natura giudiziaria: in ballo c'è la sostituzione delle funi che necessita di spese ingentissime.
LE REAZIONI
La sentenza del Tar ha riacceso l'infuocato dibattito sulla sicurezza della funivia e sul futuro della stazione invernale. Per l'opposizione in consiglio comunale, si evidenzia la mancanza di una pianificazione alternativa da parte dell'amministrazione. Si sottolinea, inoltre, la necessità di un intervento urgente per trovare risorse e soluzioni che garantiscano la sicurezza dei lavoratori e la continuità del servizio. «Si delinea sempre più chiaramente - scrivono Paolo Romano, Lorenzo Rotellini, Stefano Palumbo, Elia Serpetti, Stefania Pezzopane, Stefano Albano, Emanuela Iorio, Alessandro Tomassoni, Massimo Scimia, Simona Giannangeli, Enrico Verini e Gianni Padovani - che il futuro della montagna non sia una priorità di questa amministrazione o forse, peggio, che la stessa non sia in grado di occuparsene. Del resto, già mesi fa formalizzammo ufficialmente, in Consiglio comunale, le dimissioni dell'amministratore, Dino Pignatelli, respinte poi in quella sede dalla maggioranza: crediamo che oggi sia più che mai necessario tornare a chiederle. È inoltre necessario che il sindaco venga a riferire in un Consiglio straordinario». Ancora più dura la Cgil: «Ci si è affidati alla speranza - hanno scritto Francesco Marrelli, Domenico Fontana e Andrea Tucceri Cimini - Si è sperato nell'intervento esterno riparatore. Si è perso un tempo prezioso per programmare i necessari interventi. Il Tar dell'Aquila ha fatto risuonare la campanella, la ricreazione è finita. È ora necessario adoperarsi senza indugi e senza tentennamenti per ricercare le necessarie risorse per rendere di nuovo operativa e funzionale la funivia. È necessario adoperarsi per mettere in sicurezza i circa 50 lavoratori, vittime incolpevoli della drammatica vicenda. È necessario che si convochi urgentemente un tavolo di confronto».
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