Data: 01/09/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA |
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Fringe benefit (senza tasse), dai buoni pasto ai prestiti: a chi spetta e cosa può cambiare
Con la nuova legge di Bilancio i fringe benefit potrebbero cambiare ancora. Dopo aver alzato a 3mila euro la soglia per i lavoratori che hanno figli a carico al posto dei 258,23 euro che valgono per tutti gli altri, il governo potrebbe rimodulare nuovamente il limite a 1.000 euro, ma questa volta per tutti i dipendenti. Con il decreto Lavoro il governo ha incluso tra i bonus che non concorrono a formare reddito di lavoro anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle bollette di energia elettrica, acqua e gas. Ma la gamma di benefit che beneficiano della detassazione totale o parziale è ampia. Vediamo cosa comprende e come funzionano i fringe benefit. Chi beneficia dei fringe benefit?Possono beneficiare dei fringe benefit i titolari di redditi da lavoro dipendente. Dello sgravio da 3 mila euro all’anno possono beneficiare solo coloro che hanno figli a carico. Per tutti gli altri è prevista «una soglia di esenzione fino a euro 258,23 per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati», come ha ribadito l’agenzia delle Entrate nella circolare del 1° agosto e nell’esenzione non rientrano i «rimborsi e alle somme erogate per il pagamento delle bollette di luce, acqua e gas, per i quali resta applicabile il principio generale secondo cui qualunque somma percepita dal lavoratore in relazione al rapporto di lavoro costituisce reddito imponibile di lavoro dipendente», a differenza di quanto previsto dal decreto Lavoro per coloro che hanno figli. Cosa rientra nei fringe benefit?Nei fringe benefit rientrano svariati tipi di beni e servizi. Tra quelli più comuni, si trovano solitamente l’auto aziendale, il cellulare aziendale, i buoni acquisto e buoni pasto, o in alternativa il servizio di mensa, ma anche assistenza sanitaria, polizze assicurative, prestiti personali e immobili. Prestiti ai dipendenti e fringe benefitNel caso di prestiti concessi dal datore di lavoro ai dipendenti, la normativa prevede che costituisce fringe benefit per il lavoratore il 50% della differenza tra: l’importo degli interessi calcolato in base al tasso ufficiale di riferimento stabilito dalla Banca centrale europea, al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi rimasti a carico del dipendente, calcolati in base al tasso effettivamente applicato. Fringe benefit e cambio di residenzaUn altro fringe benefit riguarda i dipendenti che trasferiscono la residenza per ragioni di lavoro nel Comune dove svolgono la loro attività. In questo caso la normativa prevede che per i primi tre periodi di imposta i canoni di locazione e le spese di manutenzione non siano tassati, mentre il datore di lavoro beneficia della deduzione.
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