ROMA I Fondi pensione si confermano più performanti del Tfr. Anche nel periodo tragico del coronavirus. E' solo uno dei dati che emerge dalla Relazione annuale della Covip (l'authority di vigilanza sul mercato della previdenza complementare), diffusi ieri. La Covip esercita la funzione di vigilanza su oltre 270 miliardi di euro di risparmio previdenziale privato (185 miliardi dei fondi pensione; 87 miliardi delle casse professionali).
A fine 2019 gli iscritti alle diverse forme di previdenza complementare erano oltre 8,3 milioni (+4% rispetto al 2018), con una copertura del 31,4% sul totale delle forze di lavoro. Infine, i contributi raccolti durante l'anno solare 2019 ammontano a 16,2 miliardi di euro.
LA RELAZIONE COVIP «Il 2019 è stato un anno decisamente positivo per i mercati finanziari: ne hanno tratto notevole giovamento anche i rendimenti dei fondi pensione» ha commentato il presidente della Covip, Mario Padula. Naturalmente la crisi conseguente all'emergenza epidemiologica ha eroso nei primi tre mesi del 2020 buona parte dei rendimenti maturati nell'anno precedente. Tuttavia, su un orizzonte decennale (da inizio 2010 al primo trimestre 2020) il risultato rimane comunque positivo: su tale periodo, il rendimento netto medio annuo è stato del 3% per i fondi negoziali e per i fondi aperti; nei PIP si è attestato al 2,4% per le gestioni di ramo III e al 2,5% per quelle di ramo I; nello stesso arco temporale la rivalutazione del Tfr si è attestata al 2%.
I dati disponibili, relativi ai primi mesi dell'anno, non sono ancora esaustivi dell'impatto che la grave crisi indotta dall'emergenza epidemiologica può determinare, ad esempio, sulla continuità dei versamenti contributivi ovvero su un maggior ricorso alle prestazioni del fondo. Tuttavia, nei prossimi mesi è ragionevole attendersi, anche in relazione all'entità della caduta dell'attività economica, una flessione dei contributi e un incremento delle richieste di prestazioni.
Le dimensioni effettive di questi fenomeni restano sotto osservazione da parte dell'Autorità di vigilanza, per poterne valutare l'impatto sui singoli fondi e sul sistema nel suo complesso e adottare le più adeguate misure per contenerne gli effetti o favorirne il recupero. «In questo periodo, anche il nostro Paese sta pagando un prezzo altissimo, non solo in termini di vite umane, ma anche di distruzione di ricchezza, perdita di opportunità di lavoro, lacerazione del tessuto sociale. È necessario - ha concluso Padula - un rinnovamento del patto tra generazioni che guardi ai giovani, per assicurare loro spazi adeguati di lavoro e di vita, e agli anziani, per garantire loro la serenità di cui hanno bisogno».