Data: 17/03/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Filovia, via libera del ministero Subito i lavori, si parte nel 2022 Approvata l'ultima variante: possono iniziare gli interventi sul tracciato tra Pescara e Montesilvano La Tua annuncia l'arrivo dei mezzi per l'inizio dell'anno prossimo.
Saranno tutti a regime in dieci mesi. I comitati: «Il progetto rischia di fallire» E contestano l'acquisto dei sei filobus. GUARDA I SERVIZI TRASMESSI DA RAI TGR ABRUZZO - TVSEI - RETE8 - METRONEWS24 PESCARA È racchiuso in poco più di due righe il via libera che si attendeva da tanto, troppo tempo, per sbloccare l'intervento della filovia. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, nella persona di Angelo Mautone, ha rilasciato il nulla osta tecnico sul progetto della filovia tra Pescara e Montesilvano, per il quale era stata presentata una perizia di variante. Questo vuol dire che «la filovia Montesilvano-Pescara diventa finalmente realtà in modo definitivo e con tutte le autorizzazioni necessarie» anche per la circolazione dei mezzi, si legge in un comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio da Tua (Trasporto unico abruzzese), la società di trasporto presieduta da Gianfranco Giuliante che vedrà partire un servizio di cui si parla da 25 anni, a Pescara, ma che fino ad oggi non è mai stato attivato. «In sostanza», ha spiegato il Giuliante, «tutte le migliorie di cui alla terza variante tecnica e suppletiva - 2020 sono state approvate dal ministero».È proprio la Tua ad indicare le tappe conclusive di questo percorso infinito che dovrebbe decollare all'inizio del 2022 con il transito dei filobus sul percorso tra le due città adriatiche, dal Palacongressi al Tribunale (i fondi statali coprivano il tratto fino a piazza della Repubblica), passando per la strada parco. Si parla di gennaio perché per quella data è attesa la consegna dalla società belga Val Hool dei sei filobus ibridi autosnodati (Exqui City 18 T Van Hool), acquistati di recente, ma non è detto che non sia possibile anticipare questa data. In una prima fase è attesa l'attivazione di due mezzi, da implementare con il passare dei mesi fino ad arrivare all'entrata in funzione di tutti i veicoli, che dovrebbe avvenire entro ottobre dell'anno prossimo. Non è escluso il passaggio, inizialmente, «di bus compatibili, a metano».Ma come prima cosa andranno realizzati degli interventi sul tracciato, e la Tua li stima tra aprile e maggio. Si prevede: la sistemazione dell'asse viario per garantire ovunque la larghezza di 7 metri (vanno apportate modifiche di pochi centimetri su circa 80 metri), l'ampliamento dei marciapiedi, la rimozione di ostacoli (cioè pali), la messa a norma delle rampe, la realizzazione della pavimentazione sulla parte del comune di Pescara (con materiale fibro-rinforzato). Tutte le banchine di fermata saranno abbattute e rifatte, per passare dai 25 centimetri attuali ai 15 previsti dal Codice della strada.Senza indugiare su «accadimenti e impedimenti» che per mille motivi diversi hanno bloccato tutto fino a due giorni fa, compreso il cambio della normativa, Giuliante fa notare che «dopo oltre 25 anni dal finanziamento Cipe, si conclude un iter che consentirà a Pescara e Montesilvano, ma anche all'intera area metropolitana, di avere un trasporto ecologico, a basso impatto ambientale e che potrà prospetticamente essere utile anche al di fuori del tracciato filoviario per attuare il Bus Rapid Transport (Brt) di Pescara. Tutte le migliorie saranno realizzate con l'utilizzo delle economie», cioè «senza maggiori oneri», anzi «rimarranno a disposizione per possibili future esigenze. Inizia da questo territorio la "transizione ecologica" tanto invocata». Ora Giuliante punta all'avvio dei lavori, ma prima bisogna «interloquire con i Comuni e definire il rapporto con l'azienda».«Ci si appresta a scrivere la parola fine su una vicenda che ha conosciuto troppe lungaggini», commentano il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e il consigliere di amministrazione di Tua Guido Cerolini. Con i filobus si potrà «abbattere la percorrenza dei mezzi pubblici, senza inquinare», creando «una valida alternativa alle auto private, consentendo di alleggerire e sgravare dal passaggio degli autobus di vecchia generazione viale Bovio, via Nazionale Adriatica Nord e viale Riviera». I due ricordano che la filovia è stata al centro di «dibattiti, contese, polemiche, tentativi di bloccare le procedure, ma nel frattempo il cantiere è andato avanti, e poi si è fermato per i problemi legati alla ditta che si era aggiudicata la fornitura dei mezzi. Risolta anche questa difficoltà, è subentrata la necessità di realizzare degli adeguamenti di cantiere, come la costruzione di nuove pensiline, l'abbattimento di barriere architettoniche legate all'altezza dei marciapiedi, per rendere pienamente e collettivamente fruibile la filovia, e altri piccoli dettagli sui quali ora il ministero ha dato l'ok definitivo».
Da Ivano Angiolelli, portavoce dei comitati, è arrivato ieri l'ultimo appello in ordine di tempo, rivolto al Comune, a «promuovere presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili la necessaria opera di revisione da apportare a un progetto clamorosamente sbagliato a rischio tangibile di doloroso fallimento», quello che riguarda la filovia. Angiolelli sottolinea una serie di criticità ma prima ancora fa notare che la strada parco, nata proprio per ospitare la filovia, «è usata con piena soddisfazione dai pescaresi come pista ciclo pedonale dall'alto valore aggiunto per la qualità dell'aria e della vita della gente» e quindi andrebbe «tutelata e valorizzata». Fino ad oggi, prosegue, sono stati registrati «soltanto disagi al territorio e al paesaggio, con zero vantaggi sul trasporto rapido collettivo che si intenderebbe favorire con l'avvento del filobus belga». I sei vettori acquistati di recente e da usare per questo progetto «non sono equivalenti al Phileas, il mezzo che aveva stravinto la gara pubblica a valenza europea di luglio 2006» e che avrebbe dovuto collegare Pescara e Montesilvano ma poi la società olandese produttrice è fallita. Tra le «forzature» che Angiolelli intravede nella procedura seguita c'è «l'acquisto di un vettore, cioè il filobus belga, privo di guida magnetica vincolata, indispensabile su un tracciato troppo stretto per accogliere un impianto BRT a doppia via di corsa».
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