Filovia, si rischia il rinvio al 2023 «Ora il progetto è da rivedere» L'arrivo dei bus elettrici era stato fissato per gennaio, ma questa data forse non può essere rispettata Si temono tempi lunghi. Ferrante: «Via le barriere dal tracciato»
Mascia: «Siamo pronti a modificare il percorso escludendo la strada parco» Dubbi sui lavori in viale Marconi L'opposizione presenta un'interrogazione: «Mancano le modifiche al piano» GUARDA IL SERVIZIO TRASMESSO DA TVSEI
PESCARA L'arrivo dei primi sei filobus ibridi era stato fissato per gennaio 2022. Da questo punto fermo, a marzo scorso la Tua aveva fornito una data per vedere entrare in funzione dopo 25 anni di attese la filovia tra Pescara e Montesilvano. L'ordinanza del Tar arrivata mercoledì che sospende la realizzazione cambia completamente i piani e fornisce sulla carta uno stop che dovrebbe durare almeno un anno, fino all'udienza di merito a ottobre 2022.Il condizionale però in questa annosa e travagliata vicenda continua ad essere d'obbligo e apre scenari diversi. La prima incognita è rappresentata dal possibile ricorso al Consiglio di Stato. Strada che potrebbero prendere Tua e Regione, ma anche il Comune, come aveva annunciato già ieri il sindaco Carlo Masci. «Nell'arco di una decina di giorni», anticipa l'assessore alla mobilità Luigi Albore Mascia, «d'intesa con il sindaco, incontreremo la Tua e la Regione per fare le valutazioni di carattere tecnico sulla procedura e cioè sui temi di impugnazione. La questione andrà al Consiglio di Stato e i termini devono essere stringenti perché tutte le valutazioni successive possono essere fatte solo all'esito del ricorso».Il progetto della filovia è solo uno dei fronti che potrebbero cambiare radicalmente la viabilità del territorio di Pescara che vede l'amministrazione al lavoro per raggiungere, attraverso anche un sistema di trasporto pubblico locale a impatto zero, l'abbattimento del 50 per cento delle emissioni C02 richiesto entro il 2030 dall'Europa. Al primo lotto del percorso filoviario che riguarda la tratta Montesilvano-tribunale di Pescara, si aggiungono il cantiere di viale Marconi, in corso per la realizzazione di un percorso in sede riservata per accelerare il Brt. Poi ci sono il secondo e il terzo lotto del collegamento con San Silvestro e San Giovanni Teatino, attualmente al vaglio del ministero dei Trasporti per un finanziamento complessivo da quasi 62 milioni di euro. «Il mio timore», confessa Albore Mascia «è che questo colpo di scena decretato dalla sospensiva, possa in qualche modo influenzare in negativo la decisione del ministero in merito all'altro finanziamento». Per l'assessore dunque possono aprirsi eventuali piani alternativi, in base a come evolverà la situazione.«Se anche il Consiglio di Stato dovesse confermare la sospensiva, si potrebbe immaginare di immettere in via provvisoria mezzi ecocompatibili, quindi a idrogeno, a metano o ibridi, creando un passaggio con corsia preferenziale, su via Nazionale Adriatica e su viale Bovio per poi ricollegarsi al tracciato fuori dalla strada parco, dietro la stazione, su via Caduta del Forte, ponte risorgimento, viale Marconi e infine arrivare al tribunale. Poi c'è un altro piano B per creare subito un'interlocuzione con il ministero e la Tua e aggiornare le carte relative a strada parco con nuove valutazioni ambientali».
PESCARA Gli studi di fattibilità alla base della variante sul progetto di viale Marconi; le valutazioni degli effetti sulla mobilità di Pescara sud e i costi di intervento. Sono queste le richieste concentrate nell'interrogazione urgente presentata in consiglio comunale dalla consigliera del Partito democratico Stefania Catalano. «Il cantiere di viale Marconi è iniziato ad agosto 2020 per poi essere sospeso su pressione di alcuni consiglieri di maggioranza», ripercorre Catalano, «diventando un cantiere lumaca che ha creato solo danni a residenti, commercianti, studenti e lavoratori dei tanti uffici e delle aziende operanti in zona. Dopo il lunghissimo stop, nel mese di agosto 2021, sono stati avviati lavori che hanno profondamente modificato il progetto, e abbiamo chiesto gli atti alla base di quei lavori che tutti abbiamo visto».Secondo quanto afferma la consigliera, il Comune non ha fornito le copie dei progetti, le delibere di approvazione della perizia e le determine, né l'affidamento dei lavori di modifica, il contratto con la ditta e gli atti contabili.«Cominciamo a chiederci se questi atti esistano, o se i lavori siano iniziati in assenza di tutto ciò», accusa la consigliera, «tanto che solo il 17 settembre, dopo che abbiamo presentato una richiesta di accesso agli atti, è stata approvata una prima perizia di variante, quando i lavori erano in piena esecuzione da più di un mese. Se questo sospetto fosse confermato, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, tanto più perché parliamo di una modifica costosa che riduce persino gli spazi per i pedoni». Per la consigliera, la giunta Masci deve rispondere su «quali studi di fattibilità e di validità progettuale siano stati prodotti per ritenere meritevole questa variante dopo aver realizzato gran parte dell'intervento precedentemente deliberato e approvato, se sono stati valutati gli effetti del nuovo assetto viario sulla mobilità di tutta la zona di Pescara sud, quali sono i costi precisi di intervento previsti in perizia di variante oltre ai fondi Fesr e da quali capitoli si è attinto per questi costi, i tempi entro cui la zona sarà liberata dal cantiere e con quale modalità e quali atti è stata verificata la corrispondenza dell'intervento con il Pums, la strategia per lo sviluppo urbano sostenibile e il Peba in oggetto di approvazione. È giunto il momento di fare chiarezza».
Ferrante: «Via le barriere dal tracciato»
PESCARA«Il Tar ha finito per decretare il fallimento delle istituzioni». Così Claudio Ferrante, presidente di Carrozzine determinate, commenta l'ordinanza di sospensione della realizzazione della filovia tra Pescara e Montesilvano. L'associazione, che da anni si batte contro l'eliminazione delle barriere architettoniche presenti lungo strada parco, aveva richiesto un progetto di variante. «Moltissime banchine di fermata sono state costruite su marciapiedi con pendenze anche 10 volte superiori dei limiti», ricorda Ferrante, «lunghi tratti di marciapiede sono nettamente inferiori al limite minimo di legge, di un metro e cinquanta. Qualcuno deve spiegare come sia possibile che in una strada pianeggiante siano state costruite centinaia di barriere contrastando tutte le norme e regolamenti regionali, nazionali ed europei. Ora, il tempo è scaduto. All'esito dell'udienza del 14 ottobre 2022, dovranno essere eliminate, senza se e senza ma, tutte le barriere».
|