Data: 28/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Ferrovie, strade, porti: c'è tanto da fare La regione è quindicesima in Italia per le infrastrutture. E sulla Zes rischia il commissariamento
Il sistema infrastrutturale abruzzese è in forte ritardo. La Banca d'Italia nel suo annuale rapporto sull'economia delle regioni, pubblicato all'inizio del mese, pone l'Abruzzo al quindicesimo posto in Italia in termini di accessibilità (presenza e buona funzionalità di autostrade, ferrovie, aeroporti e treni ad alta velocità). Ma la classifica peggiora sensibilmente se il raffronto si fa con l'Europa a 28 Stati, dove l'Italia (seconda potenza industriale della Ue) è appena nona, mentre l'Abruzzo registra un ritardo superiore al 30 per cento. Per fortuna c'è la rete autostradale ad evitarci di scivolare più indietro, ma la forbice con l'Europa resta drammaticamente larga se parliamo di ferrovie, per l'assenza dell'alta velocità, e di aeroporti.La mancanza di buone infrastrutture penalizza l'esistente e pregiudica la programmazione futura. Non è un caso che l'Abruzzo sia fuori dai quattro corridoi Ten-T (Trans European Network-Transport) che attraversano l'Italia da nord a sud e da ovest ad est: il Baltico-Adriatico, che si ferma a Ravenna; lo Scandinavo-Mediterraneo, che arriva ad Ancona, salta Abruzzo e il Molise e riprende a Bari; il Reno-Alpi, che finisce a Genova; il Mediterraneo che è il corridoio della famosa Torino-Lione. La Regione sta tentando di entrare nel corridoio Scandinavo Mediterraneo, perorando il prolungamento del corridoio tra Ancona e Bari, ma non sarà facile. Nel frattempo il ritardo sulle infrastrutture crea problemi sull'istituenda Zes abruzzese, la Zona economica speciale, il cui progetto è all'esame del ministero del Sud. Il principio della Zes è quello di attrarre investimenti, attraverso incentivi, agevolazioni fiscali e deroghe normative, all'interno di un territorio che comprenda un'area portuale di una certa dimensione collegata alla rete transeuropea dei trasporti. Il problema dell'Abruzzo è che non ha un porto con queste caratteristiche. E forse non ha neanche un porto (non lo è quello di Pescara, non lo è ancora quello di Ortona) avendo trascurato e male investito su queste infrastrutture. Per il governo regionale l'unica via d'uscita per richiedere una Zes è stata quella di appoggiarsi all'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale, che ha sede ad Ancona, della quale fanno parte i porti di Pescara e Ortona. Ma le Marche non sono all'interno delle aree previste dalle Zes. Nei giorni scorsi, il ministero del Sud, cui compete l'approvazione della Zes Abruzzo, lo ha ricordato al governo Marsilio con una lettera nella quale esprime forte perplessità sul progetto («unico nel panorama italiano») di affidare la gestione della nascente Zes a «un altro territorio regionale escluso dal dispositivo». Con il paradosso, per esempio, che Ancona dovrebbe «intervenire su competenze di amministrazioni situate in altra regione». Si sa che la Regione ha risposto a queste osservazioni. Non si sa con quali esiti. Ma il ministro del Sud Giuseppe Provenzano nel suo giro in Abruzzo ha annunciato l'intenzione di nominare dei commissari per le Zes che sono in ritardo. E forse sarà proprio un commissario a sbrogliarci la matassa. Download 28 novembre 2019 - il centro_infrastrutture.pdf |
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