Data: 02/02/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Ferrovia, via al raddoppio Chieti rinuncia al ricorso. Il Comune in stato di dissesto non può sostenere un ulteriore sforzo economico
Continua a far discutere il progetto di velocizzazione della linea ferroviaria Pescara-Roma: mentre prosegue l'iter per il completamento della maxi opera, si riaccende lo scontro dopo la decisione da parte del Comune Chieti di rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato, ritenuto troppo oneroso per un ente in dissesto. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha infatti rigettato, nel novembre scorso, il ricorso presentato dal Comune di Chieti sull'opera, esprimendosi a favore del giudizio positivo del ministero dell'Ambiente sulla compatibilità ambientale del progetto. L'amministrazione comunale aveva di fatto lamentato la violazione di alcune norme sulla valutazione degli effetti negativi dell'opera pubblica sull'ambiente e dei principi fondamentali in materia. La scelta del Comune di Chieti ha rappresentato un "assist" per il centrodestra, che ha puntato il dito contro l'amministrazione "rea" di aver avuto un «atteggiamento presuntuoso» e di aver «abbandonato i cittadini» con «il pretesto di non avere risorse a disposizione».
RIUNIONE
Nei giorni scorsi si è svolta una nuova riunione della commissione speciale dedicata al progetto di velocizzazione in cui è stata esaminata tutta la documentazione amministrativa prodotta negli ultimi giorni, compresa quella trasmessa dall'ufficio legale dell'ente e «dopo ampia discussione si è pervenuti a una decisione unanime», come hanno spiegato il sindaco di Chieti Diego Ferrara e il presidente della Commissione Vincenzo Ginefra. «Per quanto ci riguarda - hanno aggiunto - resteremo sempre vicini e solidali alla posizione dei cittadini che hanno residenze e attività sulla linea del progetto, a prescindere da ogni tipo di situazione o pronuncia. Così come resta il desiderio di procedere al Consiglio di Stato, visti anche i dubbi e le perplessità che emergono dalla sentenza emessa dal Tar e che sono stati evidenziati anche dall'avvocatura comunale. Tuttavia il nostro ufficio legale, che ha già espresso dubbi sulla sentenza, ha parimenti evidenziato le conseguenze di una eventuale e probabile sconfitta al Consiglio di Stato, che comporterebbe una ingente somma di soccombenza per il Comune, che appare non solo onerosa, ma incompatibile con la situazione di dissesto dell'ente e la conseguente esigenza di risanamento».
Nel corso della riunione è stato stabilito, all'unanimità, che verrà aperta una fase di interlocuzione con Rfi, «onde modificare radicalmente il progetto, venendo incontro alle esigenze dei cittadini, anche per evitare che gli stessi si espongano al vaglio del Consiglio di Stato», hanno sottolineato Ferrara e Ginefra. Esulta il centrodestra e in particolare il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Mauro Febbo: «I cittadini sono stati abbandonati al loro destino con il solito noioso e inopportuno pretesto di non avere risorse a disposizione per presentare il ricorso al Consiglio di Stato - ha spiegato Febbo - Non disporrebbero di 20 mila euro nonostante, in questi anni, abbiamo assistito allo sperpero di migliaia di euro per feste e festicciole».
FEBBO
Per Febbo dunque «se si presenta un ricorso al Tar, che evidentemente sarà respinto, andava considerato che si sarebbe andati in secondo grado». «Ancora una volta, però, siamo di fronte all'ennesimo esempio di sciatteria amministrativa alimentato dalla mancata volontà di agire come hanno fatto intelligentemente altri sindaci che, pur contestando il tracciato e le eventuali conseguenze a carico dei loro territori, hanno saputo "negoziare" ottenendo un ritorno per la collettività - è l'affondo dell'azzurro - Il loro atteggiamento presuntuoso, invece, ha prodotto l'ennesimo schiaffo alla città in particolare per i cittadini di Brecciarola e Chieti scalo. Come se non bastasse solo oggi si chiede a Rfi una negoziazione che certamente sarà meno remunerativa di quella affrontata dalle altre amministrazioni. Chiaramente, le scuse anche per questa ulteriore figuraccia non arriveranno mai».
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