C'è un nuovo fronte sulla battaglia contro il progetto dell'alta velocità Pescara-Roma nella sua forma attuale. È quello del comitato spontaneo di quartiere No variante Mulino, costituitosi una settimana fa e che prende il nome dall'omonima zona di Brecciarola. Una fronda che si discosta dal comitato intercomunale Comferr, perché l'obiettivo è «limitare i pesanti impatti e disagi derivanti dalla cosiddetta variante interporto della linea ferroviaria». Qualora passasse la proposta avanzata in queste settimane, infatti, spiega il presidente Loris Zappacosta, «andrebbe a stravolgere la vita ai residenti del quartiere e arrecherebbe danni alle attività commerciali che ricadono nel tratto che fino ad oggi nello studio di prefattibilità di Italferr non era affatto interessato dal passaggio dell'infrastruttura». Domenica scorsa, il comitato ha invitato l'amministrazione comunale in zona, per far presente quali sarebbero le conseguenze di una variazione del progetto. «È stata l'occasione - racconta Zappacosta - per far constatare agli amministratori cosa significherebbe inserire nel progetto di velocizzazione la variante interporto, per chi, ben prima dell'esistenza di quel ramo ferroviario, ha scelto di vivere in un luogo tranquillo, lontano dal centro abitato, e che invece oggi si ritrova con un elettrodotto, un ramo ferroviario, un metanodotto, a cui i residenti non sono neanche allacciati, vasche di accumulo per l'esondazione del fiume Pescara d ora anche con l'ipotesi della ferrovia, oltre all'esistente Autostrada». Nel corso dell'incontro, i residenti hanno ricevuto dall'amministrazione la rassicurazione che si terrà conto delle loro segnalazioni nello studio della variante. «Ma nei giorni successivi, come nella riunione di martedì in Regione - lamenta il comitato No variante Mulino - non sono seguite azioni a difesa di questa parte della città, volendo proseguire sulla variante progettuale Interporto senza chiarire come salvaguardare la zona residenziale». E, ora, i cittadini della zona tornano a sollecitare il Comune, chiedendo chiarezza «su come la proposta progettuale che hanno intenzione di portare a Rfi si integri con le attività produttive, i servizi, il fiume ed i residenti senza alterare lo stato di fatto». Su un altro fronte, il presidente di Confindustria Chieti Pescara, Silvano Pagliuca, parla come di «un'opera prioritaria per l'Abruzzo, attesa dagli imprenditori, perché da essa ci aspettiamo nell'immediato alcuni benefici, come la velocizzazione del collegamento Est-Ovest, per persone e merci, ma anche l'aumento dell'attrattività del territorio». Il caso abruzzese, ieri, è arrivato anche a Roma, con l'audizione in commissione Trasporti alla Camera dell'ingegner Vincenzo Macello, responsabile direzione investimenti di Rfi. La parlamentare abruzzese del M5S Carmela Grippa ha ricevuto dal commissario rassicurazioni sul fatto che «si sta valutando qualsiasi aspetto inerente il tratto in questione: dagli espropri, che riguarderebbero sia civili abitazioni, ma perlopiù magazzini dismessi, all'interramento».