TERAMO L'Abruzzo rallenta. La sua attività industriale dà cenni di affaticamento, soprattutto nel settore metalmeccanico e nel suo punto di forza di questi ultimi anni: l'export. Tiene l'alimentare nelle quattro province, stupisce la pelletteria di qualità nella Val Vibrata, confortano turismo e trasporti, comparto quest'ultimo che a Chieti si declina quasi esclusivamente alla voce Sevel. Chiaramente alla fine ne soffre l'occupazione (-1,8% nella media del semestre) che prosegue nel solco preoccupante già tracciato l'anno precedente.
I dati economici sui primi nove mesi dell'anno, presentati da Banca d'Italia all'Università di Teramo, non danno scampo a libere interpretazioni: «Per quanto riguarda l'attività industriale rimarca Dealma Fronzi, capo della filiale dell'Aquila - vi sono stati segni di un rallentamento, in particolare nel comparto metalmeccanico e questo è dovuto anche all'indebolimento della domanda estera, difatti riscontriamo una diminuzione delle importazioni dell'1,9%, principalmente dai paesi extraeuropei, fenomeno che non si palesa in alcuni comparti quale l'alimentare dove il Made in Italy tira. È un dato in controtendenza rispetto all'aumento che c'è stato nell'anno precedente. Per l'edilizia anche qui notiamo segni di peggioramento, le ore lavorate sono diminuite del 4% e in questo settore influisce anche il rallentamento dei contributi erogati per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma».
Fronzi ribadisce che, malgrado tutto, segnali positivi giungono dal comparto dei servizi grazie all'andamento positivo del turismo e dei trasporti. E come nello scorso anno, il numero di imprese attive nel terziario è aumentato nei servizi finanziari e alle imprese (+2,4%) e in quelli di alloggi e ristorazione (+0,8%).
SETTORI «Nel settore del credito prosegue l'analista - vediamo che quello all'imprese, in particolare di piccole dimensioni, è ancora debole (è calato dello 0,3%), stesso andamento dicasi per il settore delle costruzioni, mentre per le famiglie registriamo un aumento del credito al consumo in particolare verso i mutui il cui andamento è sempre positivo. Inoltre, la qualità è in miglioramento anche se il tasso di deterioramento dei prestiti continua ad essere sotto la media nazionale. Infine, per i depositi delle imprese e delle famiglie abbiamo un aumento di 1,1%». Insomma, per Bankitalia si risparmia di più (e si investe di meno per qualcuno) e nel portafoglio degli abruzzesi sono ulteriormente aumentate le consistenze di titoli di stato (+12.4%) mentre si è interrotto il calo delle obbligazioni bancarie, in atto da alcuni anni.
Grave è la patata bollente dell'occupazione (-1,8%) che ancora non riesce a tonare ai livelli di pre-crisi. La contrazione, a detta dello studio, ha riguardato tutti i comparti produttivi con la sola eccezione tra i servizi, di quella del commercio, dell'alberghiero e della ristorazione. Tra i lavoratori alle dipendenze è proseguita la flessione delle assunzioni a termine, a fronte di un aumento del numero di contratti a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione è lievemente diminuito (è al 10,5% nei primi sei mesi del 2019), pertanto aumenta il ricorso alla cassa integrazione guadagni, soprattutto nella componente straordinaria (Cigs).
TREND Nel rallentamento dell'economia abruzzese, per l'altro analista di Bankitalia Valter Di Giacinto, incide «quello del commercio mondiale che è in flessione per tutta una serie di fattori e l'Abruzzo essendo una regione molto aperta agli scambi ne ha risentito un po' di più delle altre regioni». Anche se per l'economista Pino Mauro non s'ha da parlare di calo dell'export, «ma anzi di tenuta perché semplicemente nell'anno passato i dati del pescarese furono sovradimensionati». Infine, Alessandro Tosoni, sempre della filiale aquilana di Banca d'Italia riferisce che nei confronti dell'accesso al credito «l'attenzione resta: il dato di contrazione continua ma dipende da tutta una serie di fattori che esulano da questa analisi di congiuntura, c'è da ribadire che non è mai emerso un atteggiamento particolarmente restrittivo nei confronti delle piccole imprese».