L'AQUILA «Se non ci si viene, non s'immagina che cos'è». La meraviglia del premier Mario Draghi sta tutta qui, nella frase che pronuncia, faccia baciata dallo splendido sole di ieri, all'esterno della sala Fermi di Assergi, il borgo alle pendici del Gran Sasso che custodisce i laboratori di fisica nucleare dell'Infn. Draghi l'ha pronunciata al culmine di una mattinata destinata a fare la storia di questo luogo e, probabilmente, visti gli annunci degli stanziamenti del Pnrr nel settore, anche della ricerca italiana. Di certo lo stupore è sincero, frutto della visita nella galleria sotterranea, nel cuore del massiccio, e serve a chiudere un cerchio ideale che si era aperto nel 2018, con la visita dell'appena riconfermato presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Allora il capo dello Stato ribadì l'eccellenza del centro di ricerca, in una fase delicata le polemiche sul rischio inquinamento -; oggi il premier rilancia e apre una nuova fase, la sfida della progettualità dettata dal Pnrr che dovrà proiettare i laboratori in una dimensione ancora più alta e stabile.
SICUREZZA Draghi, che nulla fa al caso, sembra aver lanciato un messaggio distensivo anche su un altro fronte, quello della sicurezza. Il governatore Marco Marsilio lo ha sollecitato rispetto alla necessità di accelerare l'opera del commissario Corrado Gisonni per bonificare l'intero sistema, attualmente alla fase della progettazione. Il capo del governo, uscendo, ha detto: «Complimenti a tutti quelli che ci lavorano e che producono una ricerca di prim'ordine. E anche a chi lo costruì tanti anni fa». Al bando, dunque, qualsiasi idea di polemica sulla localizzazione in un contesto così complesso.
Per il resto Draghi ha esaltato molto il modello, definendo i laboratori «un punto di riferimento della comunità scientifica mondiale, una prova della lungimiranza degli investimenti nei centri di ricerca e nelle infrastrutture scientifiche». «Il Gran Sasso ha detto nel suo breve intervento, dieci minuti in totali, nella sala Fermi ha contribuito a molte tra le scoperte più rilevanti della nostra epoca. È un luogo capace di attrarre menti brillanti e valorizzare i nostri talenti. Siete una delle grandi eccellenze del Paese, l'Italia è orgogliosa di voi».
SCENARI Un ruolo di primissimo piano che, come ha detto il presidente Infn, Antonio Zoccoli, dovrà essere ora calato nella sfida del Pnrr, affinché diventi «stabile e resiliente per il futuro e far fare un passo avanti a tutta la comunità scientifica». Zoccoli ha quasi implorato Draghi, guardandolo negli occhi: «Presidente, dobbiamo costruire la prossima macchina acceleratrice», evocando Kant e il sapere aude, «non aver paura di osare, di conoscere, di affrontare nuove sfide». Un concetto, questo, ripreso con forza anche dal premio Nobel per la Fisica 2021, Giorgio Parisi, il quale ha auspicato un salto di qualità nella programmazione di fondi e progetti: «Questo laboratorio è l'effetto concreto delle buone pratiche. Un investimento duraturo e fecondo». La ministra dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha trovato il tempo per inaugurare l'anno accademico e poi di accompagnare Draghi e il premio Nobel Giorgio Parisi nella visita: «Per noi è un grande segnale. Che il presidente abbia trovato il tempo per venire a visitare i laboratori e abbia messo al centro il punto delle donne scienziate, ha un significato veramente importante». Nel giorno dedicato alla ricerca in rosa è intervenuta l'ex direttrice Lucia Votano: «Ci sono le premesse affinché il futuro sia ancora alla frontiera della conoscenza».
Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ha predisposto un dossier con due richieste: la salvaguardia dei dipendenti del contact center Inps e la possibilità di una norma che ristori le imprese impegnate nella ricostruzione per i maggiori costi derivanti dal caro bollette e dalla pandemia.