PIACENZA Cappucci calati sulla testa, i cinque manutentori di Rfi si infilano veloci negli uffici della Polfer alla stazione di Piacenza per gli interrogatori. Gli operai impegnati alle quattro di mattina di giovedì per un intervento «non ordinario» sullo scambio al chilometro 166 della linea dell'alta velocità che ha fatto deragliare il Frecciarossa 1000 sono i primi indagati dell'inchiesta per disastro colposo ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose. Ieri hanno ricevuto l'avviso di garanzia: durante le operazioni di manutenzione del deviatoio, si legge nell'atto, avrebbero svolto «l'attività in modo non adeguato».A carico dei dei tecnici la procura ipotizza una «colpa consistita in imprudenza, negligenza e violazione delle norme legislative e regolamentari», che non ha impedito il deragliamento. E loro davanti agli inquirenti ribadiscono: «Lo scambio era sul giusto tracciato».
NUOVI INDAGATI Sono i primi anelli di una catema di errori che la pm di Lodi Giulia Aragno sta ricostruendo per identificare le responsabilità. E la lista degli indagati è destinata ad allungarsi: i consulenti della procura di Lodi, che riceveranno il formale incarico domani, dovranno svolgere, «al più presto, le attività irripetibili volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi a esso collegati». Tali accertamenti devono essere svolti in presenza delle parti, quindi di tutti i destinatari degli avvisi di garanzia, e si valuta l'iscrizione di Rfi - e di conseguenza dell'amministratore delegato - per la legge 231 sulla responsabilità degli enti. L'attività investigativa, ora, è alla prima fase: l'intervento degli operai su quel deviatoio che aveva registrato «un'anomalia». Problemi tali, comunque, che «potevano essere gestiti in fase di manutenzione ordinaria». Dunque nottetempo, approfittando delle poche ore dalle 24 alle 5 del mattino in cui l'alta velocità è ferma.
LA RICOSTRUZIONE Così ha fatto la squadra, che davanti al pm ha ripercorso le tappe: a mezzanotte è entrata in servizio e oltre allo scambio incriminato ha lavorato su altri due deviatoi. Alle 4.45, quando è partito il fonogramma per la centrale operativa di Bologna con il via libera alla circolazione - «Deviatoio n. 05 disalimentato e confermato in posizione normale» - il gruppetto aveva sulle spalle diverse ore di attività logorante e la fretta di concludere in tempo per riaprire la linea. I manutentori hanno sostituito un pezzo meccanico dello scambio, ma non sono riusciti a risolvere il problema elettrico. Agire sotto pressione potrebbe aver determinato un terribile errore: quello scambio non sarebbe mai stato riposizionato correttamente, provocando il deragliamento. Ma gli investigatori seguono anche la pista del problema tecnico. Lo scambio è un sistema oleodinamico e potrebbe aver subito un calo di pressione, infiltrazioni d'aria o una perdita di olio causa della deviazione a sinistra.
I FILMATI Intanto gli agenti della Polfer hanno sequestrato tre hard disk contenenti filmati del disastro del Frecciarossa nel quale sono morti i macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo. Uno si trovava sulla carrozza 3 del convoglio gli alti due nell'edificio del posto manutenzione Livraga, dove è collegato il posto di sezionamento automatico. Sotto sequestro anche tutte le carrozze del treno, così come la scatola del sistema informativo di condotta Dis recuperato nella carrozza di testa, quella proiettata in aria dall'impatto. Sequestrati inoltre il libretto statistico della manutenzione del Posto movimento con le annotazioni dal 14 giugno 2018, il modello della corrispondenza telefonica dello stesso Posto movimento dal 10 marzo 2014 alle prime ore di giovedì scorso, i binari alta velocità e quelli di servizio adiacenti. Ai sequestri erano presenti il direttore territoriale produzione Emilia Romagna di Rfi e il dirigente responsabile della manutenzione impianti Av Trenitalia di Milano. Nel frattempo sulla massicciata tra i campi di Ospedaletto Lodigiano è arrivato un camion-gru: il primo di una lunga serie di mezzi che serviranno a rimuovere il convoglio dai binari.