C’era una volta il decreto dignità. Fortemente voluto nel 2018 dall’allora ministro del Lavoro Luigi Di Maio, modificava il Jobs Act e introduceva nuove regole per i contratti a tempo determinato. Da un lato li accorciava dai 36 ai 24 mesi massimi e riduceva da 5 a 4 le proroghe, ma poi permetteva il rinnovo dopo i primi 12 mesi e per un massimo di altri 12 mesi solo in presenza di alcune causali senza le quali il contratto sarebbe stato trasformato in assunzione definitiva. Una norma criticata perché rischiava di scoraggiare le azienda ad assumere a tempo indeterminato: queste avrebbero preferito, allo scadere dei 24 mesi, rivolgersi a un nuovo dipendente con un nuovo contratto a tempo determinato.
Contratti più flessibili.Il nuovo decreto Lavoro allo studio del governo, e che lunedì primo maggio arriverà in Consiglio dei ministri, rimette tutto in discussione, in particolare per quanto riguarda i contratti a termine. Le causali dai 12 ai 24 mesi diventeranno più «soft» e saranno legate ai contratti collettivi o aziendali oppure demandate a patti tra datore di lavoro e lavoratore. «Una nuova deregulation che favorisce la precarietà» attacca l’opposizione. Ma secondo la ministra del Lavoro Marina Calderone, «l’obiettivo non è precarizzare ma rendere più fluido e più corretto il singolo adempimento e la gestione dei contratti».
Incentivi e giovani Ma le novità riguardano anche altro. Per le nuove assunzioni, ai datori di lavoro sono riconosciuti degli incentivi. Quelli per i giovani fino a 30 anni che rientrano nella categoria «neet», cioè che non sono né studenti né lavoratori, durano 12 mesi e valgono per le assunzioni dal primo giugno 2023 a fine anno e pesano per il 60% della retribuzione mensile lorda. Ma l’incentivo viene esteso anche per i contratti di apprendistato e somministrazione. Confermato l’esonero contributivo per l’assunzione nelle regioni del Mezzogiorno e nelle Isole di giovani fino ai 35 anni e disoccupati. Il decreto prevede inoltre un fondo di 10 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni dal 2024 per le famiglie di studenti di scuole e università deceduti (dal primo gennaio 2018) mentre erano impegnati in attività di formazione, come ad esempio l’alternanza scuola-lavoro.
Limite dei voucher Sale a 15 mila euro, da 10 mila, la soglia di utilizzo dei voucher per i lavoratori di aziende che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento. Viene tolto il limite dei 29 anni per i contratti di apprendistato nei settori turistico e termale. E negli stessi settori potranno essere assunti sempre con contratti di apprendistato anche disoccupati sopra ai 40 anni. Contratti di espansione Più flessibilità anche per i contratti di espansione: viene prorogato alla fine di quest’anno lo scivolo pensionistico con l’anticipo di cinque anni per le aziende con oltre 1.000 dipendenti. La possibilità è rivolta alle aziende nell’ambito dei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione. Cuneo fiscale Ancora da sciogliere del tutto il nodo del cuneo fiscale che il governo sta pensando di portare a un taglio di 4 punti per i redditi fino a 35 mila euro, che si tradurrebbe in 55 euro netti in più al mese.
Landini a Meloni: «Non si convocano i sindacati la sera prima»
Sul decreto Lavoro la premier, Giorgia Meloni, ha convocato i sindacati domenica 30 aprile, il giorno dopo il testo approderà in Consiglio dei ministri per essere approvato. Una convocazione puramente informativa quando tutto è già deciso, lamenta la Cgil. «Noi abbiamo sempre chiesto di essere coinvolti ed essere ascoltati. Naturalmente ascolteremo. Ma non è questo il metodo che a noi piace: essere convocati la sera prima quando la mattina dopo votano un decreto già fatto», ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo a Radio anch’io. «Serve un cambiamento serio, non propaganda o una coccarda il primo maggio: bisogna pensare tutti i giorni a chi lavora e a chi tiene in piedi il Paese, non una volta l’anno», ha aggiunto. Critica anche la Uil, con il segretario generale, Pierluigi Bombardieri, che si dice preoccupato «per le misure che il governo sta per prendere» e promette un primo maggio non di festa «ma di mobilitazione». La Cisl invece plaude alla convocazione: «Un segnale di attenzione», dice il segretario generale Luigi Sbarra.
Corsa contro il tempo per il decreto Lavoro
La tabella di marcia per il governo è serratissima. Soprattutto dopo che la maggioranza è andata sotto alla Camera sullo scostamento di Bilancio: cosa che non era mai successa dal 2012, quando con la riforma voluta dal governo Monti, lo scostamento di bilancio è stato inserito in Costituzione e, per essere approvato richiede la maggioranza assoluta, che giovedì 27 aprile è mancata per sei voti, a causa dell’assenza di 25 deputati della maggioranza. Il governo quindi ora è alle prese con una corsa contro il tempo per varare il decreto Lavoro il primo maggio come da programma. «È stata una brutta figura, credo che tutti debbano essere richiamati alla responsabilità. Ma francamente non credo che sia stato un segnale politico. Il Def sarà approvato, manterremo i nostri impegni. Il Consiglio dei ministri del primo maggio per ora per me è confermato», ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i cronisti in hotel a Londra, dopo quanto accaduto a Montecitorio.
Sindacati a Potenza il 1° maggio
Il Primo Maggio, come ogni anno i sindacati saranno in piazza. L’edizione 2023 della manifestazione organizzata da Cgil, Cisl, Uil, sarà dedicata alla Carta Costituzionale, in occasione dei 75 anni dalla sua entrata in vigore e sarà la città di Potenza a ospitarla, a partire dalle ore 10 in piazza Mario Pagano. Sul palco, dopo gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori, prenderanno la parola, i tre segretari generali Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini. «Nella Costituzione - sottolineano le tre Confederazioni - il lavoro viene riconosciuto come il primo principio fondamentale della Repubblica Italiana, un diritto personale e un dovere sociale che deve essere garantito e valorizzato. Abbiamo scelto Potenza come citta’ simbolo della difficile situazione del meridione, ma anche come luogo dal quale partire per una nuova stagione di rilancio e crescita del Sud». Nel pomeriggio a Roma, in piazza San Giovanni, si svolgerà il tradizionale Concertone.