ROMA Dopo due settimane di travaglio, il decreto fiscale è approdato al Quirinale. E Sergio Mattarella ha controfirmato ed emanato il provvedimento. Manca però ancora all'appello la legge di bilancio che il governo ha approvato salvo intese e dovrebbe sbarcare in Parlamento la prossima settimana. Ma Giuseppe Conte fa capire che non è escluso un ulteriore rinvio: «Stiamo affinando gli ultimi dettagli, ci lavoreremo in questi giorni, contiamo di chiudere tutto presto così da mandarla alle Camere e lasciare tanto più agio per poterla esaminare e dare un contributo».
L'occasione per il premier di illustrare e difendere la manovra economica è la trasferta ad Ancona all'assemblea della Confederazione nazionale artigiani (Cna). E Conte è prodigo di rassicurazioni: «Il piano anti-evasione fiscale non criminalizzerà alcuna categoria. Favoriremo con qualche vantaggio e incentivo, come il superbonus, chi farà pagamenti con la moneta elettronica. Ma chi userà il contante non verrà penalizzato». Ancora: «Tutti, anche le persone anziane come i miei genitori, devono essere messi nelle condizioni di poter effettuare pagamenti elettronici senza dover per forza ricorrere alle carte di credito, ma anche con strumenti alla portata di tutti con zero commissioni per gli acquisti più modesti e una forte riduzione per le spese più alte».
Non solo. Il premier, che chiede agli artigiani di sostenere il piano anti-evasione «che è un patto con i cittadini, gli imprenditori e gli artigiani», fa una promessa: «Per la riduzione del cuneo fiscale ci sono 3 miliardi per rendere più pesante la busta paga dei lavoratori. Il prossimo anno confidiamo di fare meglio incrementando le risorse, mettendole a disposizioni anche delle imprese».
LE PARTITE IVA Oltre a promettere il taglio del cuneo fiscale alle aziende nel 2021, Conte bolla come «del tutto falsa» la teoria (di Salvini & C.) secondo la quale «il governo ha varato una manovra che è un profluvio di balzelli e vuole colpire le partite Iva e i professionisti». Poi, per strappare gli applausi degli artigiani, aggiunge: «Ci impegniamo a mantenere inalterato il regime forfettario attuale per le partite Iva fino a 65 mila euro annui».
Dopo aver rivendicato di avere «ottenuto la fiducia dell'Europa e dei mercati» risparmiando con il calo dello spread 18 miliardi in tre anni di spesa per interessi, Conte si scaglia contro la burocrazia: «Toglie il sonno a voi imprenditori, ma anche a me che faccio il presidente del Consiglio. Ci stiamo lavorando, abbiamo già adottato delle leggi delega e contiamo di varare tra i 15 e i 18 decreti legislativi che ridurranno la burocrazia e semplificheranno l'attuale situazione farraginosa».
In questo senso va anche il messaggio inviato da Sergio Mattarella a Daniele Vaccarino, presidente della Cna: «Le istituzioni, insieme alle parti sociali, debbono accompagnare» il percorso di innovazione e digitalizzazione delle piccole imprese», con «una strategia complessiva assicurando un ambiente che favorisca l'imprenditorialità e lo sviluppo, incluse regole semplici, amministratori efficienti e una fiscalità equa che non distorca la concorrenza tra operatori».
L'OBBLIGO DEL POS Vaccarino però - fra le voci e le conferme sull'obbligo dei Pos, sulla lotteria che incentiverà alla richiesta degli scontrini da parte dei clienti - lamenta l'aspettativa delusa di «una nuova stagione di relazione col fisco» più semplice e con «un prelievo ragionevole».
Il presidente della Cna chiede che alla moneta elettronica si accompagni un «drastico abbattimento dei costi e delle commissioni» con incentivi e non obblighi. E che non sia «rivolta contro alcune categorie professionali»: «Il contrasto all'evasione deve avvenire senza criminalizzare indistintamente autonomi, artigiani, commercianti, professionisti e piccole imprese. Siamo stanchi di questo accanimento». Piuttosto, secondo Vaccarino «subito la web tax, perché è il momento di far pagare il giusto anche ai giganti della rete». Le richieste si estendono al cuneo fiscale, dove occorre anche «ridurre le voci di costo per le imprese» e all'Imu dove Cna vorrebbe la totale deducibilità dal 2020, non dal 2023.