Quando ha proposto di concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, la leader del centrosinistra pescarese Marinella Sclocco non si sarebbe mai immaginata di scatenare le poco onorevoli e assai imbarazzanti reazioni di sindaco e maggioranza che hanno esposto Pescara a una figuraccia nazionale. «Una proposta strumentale» l'ha definita Carlo Masci. «Non c'è un legame tra la Segre e la città» ha rimarcato il capogruppo leghista Vincenzo D'Incecco. Risposte che hanno meritato il biasimo addirittura di Giorgia Meloni, leader nazionale di Fratelli d'Italia. «Pescara ha sbagliato» ha detto lei e più o meno lo stesso ha ribadito il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. Perché se è vero che la cittadinanza onoraria si dà in genere a figure che vantano un legame con la città, nel caso della Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz oggi bersagliata di minacce sul web, certi cavilli non hanno senso perché sulla statura del personaggio non si discute, come evidenziato anche da Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione. A Masci sarebbe bastato dire: «Buona proposta, se ne discuta in consiglio comunale» per uscirne indenne. Invece no. Il sindaco s'è attaccato alla norma - dopo che il centrodestra era rimasto seduto tra i banchi del Senato mentre il resto dell'aula applaudiva la Segre, bersaglio di minacce in quanto prima firmataria per l'istituzione della Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell'intolleranza, del razzismo, dell'antisemitismo - per allinearsi all'azionista di riferimento a Palazzo di città, la Lega appunto. E ha condiviso le parole di D'Incecco: «Va trovato un legame tra la Segre e la città» ha detto, dettando requisiti per la cittadinanza onoraria «lui che requisiti e competenze - ha detto giovedì Erika Alessandrini dei cinquestelle - non li chiede ai dirigenti da nominare in Comune con scelta fiduciaria».
LA TEMPESTA PERFETTAUn vortice che per Masci e la sua maggioranza si è trasformato in tempesta perfetta con l'invito all'ambasciatore polacco Anna Maria Anders per celebrare oggi alle 10 in consiglio comunale il trentennale della caduta del Muro di Berlino. Un evento epocale che dovrebbe evocare l'Inno alla Gioia di Schiller e Beethoven e per commemorare il quale, ha rilevato il consigliere Giovanni Di Iacovo, l'amministrazione comunale pescarese ha invece voluto dare voce a chi professa idee politiche tutt'altro che ispirate a principi di libertà, muri da abbattere, confini da spalancare. Ambasciatore Anders che pure è figlia del generale Wadysaw, che alla testa delle sue truppe, nella Seconda guerra mondiale, ha contribuito a liberare l'Italia dal nazifascismo: un legame tanto forte da aver chiesto nel 1970, in punto di morte, di essere sepolto al cimitero polacco di Montecassino al fianco dei suoi soldati.
PREMIO GREENNon bastasse, a chiudere il trittico di questo complicato fine settimana per il centrodestra è arrivato l'Urban Award, premio conferito a Pescara in quanto città più green, cioè più verde d'Italia, in ordine alle scelte eco portate avanti per valorizzare la mobilità sostenibile: premio che sarebbe motivo di vanto per qualsiasi città ma che a Pescara suscita imbarazzo in una maggioranza a trazione Lega, partito che più volte ha espresso contrarietà alle piste ciclabili realizzate dal centrosinistra, tanto da volerle demolire. Un filotto di contraddizioni al quale si può aggiungere lo sfratto dello Spaz, che l'opposizione considera ideologico perché si tratta di far sloggiare dal centro giovanile ragazzi ritenuti su posizioni lontane dal centrodestra, con il pretesto o la legittima necessità di dare una sede alla sezione musicale del MiBe.