Data: 11/03/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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D'Angelo, ricordi e commozione per l'ultimo saluto Oltre un centinaio di persone arrivate da tutto l'Abruzzo per l'intellettuale e sindacalista morto all'età di 83 anni. Cerimonia laica nella sede della Cgil
PESCARA Giacomo D'Angelo seduto sulla poltrona di casa circondato dai suoi 30mila libri che saranno donati alla Cgil e al Comune di Calascio. È l'immagine che ha fatto da sfondo alla cerimonia laica che si è svolta ieri pomeriggio nella sede della Cgil di via Croce. A sostenere la moglie Annalisa Cerretani, l'affetto e gli abbracci di oltre un centinaio di persone che hanno detto addio all'intellettuale, scrittore, anima anarchica, nato a Bolognano e cresciuto a Calascio, morto mercoledì scorso a 83 anni nella sua casa pescarese di via Tiziano. Davanti alla bara ricoperta di rose rosse, un ramo di ulivo e bandiere della Cgil, hanno sfilato i compagni e le compagne di tante battaglie sindacali, amici, parenti, che hanno ricordato aneddoti negli anni della militanza in una atmosfera di grande commozione.Il consigliere regionale Pd Antonio Blasioli ha annunciato che «non si disperderà il patrimonio culturale che ci ha lasciato e la sua Università della Libera età, intitolata a Federico Caffè, andrà avanti». Silvio Profico, allievo di Caffè, ha sottolineato la sua anima da «cercatore di verità lontano da mediocrità, compromessi e narcisismi». Lo showman Germano D'Aurelio, in arte 'Nduccio, e il presidente della Fisac Cgil Francesco Trivelli hanno anticipato che nascerà un Premio intitolato a Giacomo D'Angelo. L'ex sindaco Marco Alessandrini ha rimarcato che un «premio Giacomo lo ha ricevuto, il Ciattè d'oro che gli diedi anni fa. È un maestro che resterà nell'anima», ha concluso citando Paolo Conte. 'Nduccio ha strappato le risate dei presenti quando ha ricordato: «Un giorno mi invitò a una festa del Cral, gli chiesi perché mi scelse per quell'evento e lui mi rispose: ho dovuto, altrimenti mi accusano di fare sempre cultura. Di fronte a lui mi sentivo piccolo, parlava anche in silenzio». Franco Leone, ex segretario Cgil: «Giacomino era difficile da governare, ma era di una dolcezza sconfinata. È entrato in un sindacato troppo individualista e ci ha costretti alla discussione e alla crescita». Il sindaco di Calascio, Paolo Baldi, ha indossato la fascia tricolore prima di rivelare: «La nostra comunità, dove lui ha vissuto infanzia e fanciullezza, gli è riconoscente per le grandi idee che ci ha portato: i Frasca, sua madre e suo nonno, hanno costruito un orfanotrofio durante la prima guerra mondiale».Antonio Natarelli, che si professa «ex democristiano», è tornato ai tempi in cui «durante i cenacoli cantavamo Addio Lugano bella e rapsodie napoletane, rimanevano estasiati dalla fine ricerca delle parole».E Domenico Zenobio di Atri: «Nei ristoranti l'uditorio si fermava ad ascoltarlo». Tito Viola, sindacalista di Penne: «Ci ha incoraggiato a creare una università a Penne, ha seminato cultura dappertutto». A dirgli addio c'erano anche Nicola Primavera, Massimo Luciani, Claudio Sarmiento, Maristella Lippolis, Leila Kechoud, Franco Sebastiani, Loretta Tobia, Simonetta Signorile. La salma di D'Angelo sarà cremata prima della sepoltura a Bolognano, come da sua volontà.
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