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Data: 06/06/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

"Cura Abruzzo 1", stop dal governo Pd, M5S e sindacati contro Marsilio. Il consiglio dei ministri contesta le coperture finanziarie della legge regionale e l'incostituzionalità delle norme Il governatore: «Aspetti marginali già risolti»

06 giugno 2020 il centro
 
PESCARA Coperture finanziarie incerte e provvedimenti incostituzionali. Con queste motivazioni, il governo, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, impugna la legge 9 "Cura Abruzzo 1" approvata lo scorso aprile per dare il via alla prima serie di aiuti a sostegno dell'economia e delle famiglie piegate dall'emergenza Covid. «Alcune norme, omettendo di prevedere la copertura finanziaria, violano l'articolo 81 della Costituzione», si legge nel comunicato del consiglio dei ministri. Ora lo scontro è frontale. L'opposizione e i sindacati vanno all'attacco della maggioranza che assicura di aver già fornito tutti i chiarimenti al governo e difende, in particolare, la cosiddetta norma sulla "pace legale" con le imprese che hanno contenziosi con gli enti regionali, uno dei provvedimenti più discussi che ha sollevato tante polemiche.
LA REAZIONE DI MARSILIO. «Quello che il governo ha impugnato della legge 9 sono in gran parte aspetti marginali e già risolti», spiega il presidente della Regione Marco Marsilio. «Le coperture per il microcredito sono state assicurate riprogrammando con delibera di giunta i fondi europei, le norme per i comuni (in particolare quelli delle zone rosse) sono state superate e assorbite nella legge 10 di recente approvazione. Quanto alla norma sulla cosiddetta "pace legale" è ora di finirla con le relazioni e le bugie: nessuno intende "regalare" alcunché, tantomeno intende farlo alla sanità privata. La norma contiene precise ed esplicite clausole a salvaguardia dell'interesse pubblico e degli equilibri di bilancio. Le transazioni che eventualmente verranno accolte devono "convenire" anche alla Regione oltre che al proponente, e possono essere erogate solo rispettando l'equilibrio di bilancio».«Non ci obbliga nessuno ad accogliere le proposte pervenute», precisa Marsilio, «né a pagare centinaia di milioni senza battere ciglio per il solo fatto che qualcuno provi a chiederlo. Peraltro, sono i dipartimenti e l'avvocatura a fare l'istruttoria e a sottoporre alla giunta una motivata risposta alle richieste, non i partiti o la politica. E nell'accogliere le proposte devono spiegare e dimostrare il beneficio per la Regione, che può consistere ad esempio nell'evitare di coltivare cause con precedenti casi di soccombenza e aggravio di costi per spese legali e interessi». L'impugnazione della norma fa riferimento anche all'articolo 9, riguardante l'affidamento dei terreni di pascoli in Abruzzo. La norma prevede che le terre ad uso civico siano conferite, prioritariamente, a persone o società residenti nel comune (o nei comuni confinanti) in cui insistono i terreni. «Ritengo grave aver impugnato una norma coraggiosa e innovativa come quella approvata per combattere la cosiddetta "mafia dei pascoli"», conclude Marsilio, «su questo tema non solo non indietreggeremo, ma porteremo il caso a livello nazionale ed europeo».
«LE COPERTURE CI SONO». Roberto Santangelo, vicepresidente vicario del consiglio regionale, spiega che «nonostante le richieste di chiarimento siano giunte l'ultimo giorno utile, le strutture regionali hanno prodotto la necessaria documentazione a supporto della validità contabile della legge che dimostra come gli interventi approvati abbiano la necessaria copertura finanziaria perché la giunta regionale, prontamente dopo il 6 aprile, aveva già riprogrammato i fondi europei a sostegno del microcredito».
L'ATTACCO DEL M5S. «Il governo ha impugnato la legge perché in violazione con quanto previsto dalla Costituzione», commenta Sara Marcozzi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione. «Una notizia che non ci stupisce affatto, e che anzi va a confermare ciò che abbiamo ripetuto: alcune norme non avevano nessun tipo di copertura economica, e questo non è accettabile. Di fronte ai nostri moniti, però, la maggioranza ha preferito voltarsi dall'altra parte, portando avanti a testa bassa un testo che aveva vizi di forma chiari a chiunque. Sarebbe bastato ascoltarci e lavorare con maggiore attenzione per evitare l'ennesima pessima figura istituzionale a cui la giunta Marsilio costringe l'Abruzzo. L'impugnazione era la logica conseguenza dell'approssimazione con cui la giunta lavora. Tante chiacchiere e propaganda».
«SOLO CAVILLI DEL GOVERNO». Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale, rivendica che «il cuore del "Cura Abruzzo 1", ovvero i bonus famiglia, i fondi alle imprese e la sospensione di tutte le tasse regionali, non è oggetto di impugnazione da parte del consiglio dei ministri, certificando dunque che la norma stessa è ben costruita e che le coperture finanziarie sono affidabili. Francamente gli altri cavilli sollevati e obiettati dal ministero dell'Economia e delle finanze, fra l'altro alla vigilia della scadenza dei termini per le osservazioni», continua Sospiri, «non ci preoccupano: abbiamo già riposto punto per punto producendo le nostre osservazioni e siamo convinti che non arriveremo mai a un contenzioso costituzionale, perché nessuno può vietare al nostro governo regionale di garantire aiuti a fondo perduto alle nostre imprese a fronte di coperture finanziarie certe e allegate ai nostri atti».IL PD: STOP PREVEDIBILE. Anche il Pd rincara la dose contro la giunta Marsilio. «Abbiamo sempre detto che il "Cura Abruzzo 1" aveva coperture incerte o non le aveva affatto», spiega il capogruppo Silvio Paolucci, «e che l'articolo della norma sul condono tombale che avrebbe permesso transazioni da 162 milioni di euro, di cui oltre 100 milioni dalla sanità privata, era in contrasto con le leggi, oltre che col buon senso. Una legge senza coperture che mette a rischio anche l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, oltre agli equilibri di bilancio. Particolare attenzione è stata posta anche sulla cosiddetta "pace legale"», conclude Paolucci, «che a detta del Mef potrebbe comportare oneri non quantificati e non coperti, oltre che non dovuti, per gli enti del servizio sanitario della Regione Abruzzo che, peraltro, è una regione sottoposta al piano di rientro e ancora oggi fa registrare un disavanzo di gestione».
I SINDACATI. I segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Carmine Ranieri, Leo Malandra, Michele Lombardo e Gianna De Amicis, avevano già segnalato al governo i punti di illegittimità del provvedimento. «Tra questi, l'articolo 7 sulla "pace legale"», spiegano, «a seguito del quale la Regione avrebbe potuto elargire un regalo di oltre 160 milioni di euro alle aziende che non hanno rispettato le leggi e i contratti negoziali sottoscritti e che hanno un contenzioso in essere con gli enti regionali. Un condono in piena regola dove a pagare il conto sarebbero stati i cittadini abruzzesi con le loro tasse che, invece, dovrebbero servire per poter disporre di servizi pubblici di qualità. Il ministero dell'Economia e delle finanze rileva tali criticità evidenziando che la norma appare indebitamente favorevole alle imprese. Ora l'auspicio è che il consiglio regionale proceda immediatamente a disporne la revoca».

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