ROMA Diecimila piloti e assistenti di volo a rischio con la scadenza degli ammortizzatori sociali in scadenza nel primo trimestre del 2021. È l'allarme lanciato dalla Fnta, la Federazione nazionale del trasporto aereo cui aderiscono le associazioni professionali di Anpac, Anpav e Anp. «Il settore del trasporto aereo è messo a dura prova dall'incessante dilagare della pandemia. In questo scenario - sottolinea la Fnta - si è creata un'onda d'urto capace di ridurre di oltre il 90% i volumi di traffico ed i connessi ricavi, ne sono la prova le stime di settore ( Eurocontrol, Iata) circa le percentuali di passeggeri trasportati che continuano ad essere ritoccate al ribasso a tutti i livelli territoriali».
Ed è in questo fosco scenario che si alza il grido d'allarme del sistema aeroportuale che, alla luce degli ultimi dati di settembre, denuncia una crisi difficilissima e rivolge il proprio appello al governo: «Senza aiuti il settore rischia di non farcela - avverte il presidente di Assaeroporti Fabrizio Palenzona - e senza aeroporti il paese si ferma». A settembre gli aeroporti italiani hanno registrato un nuovo pesante crollo, dopo la timida ripresa dei mesi estivi, con appena 5 milioni 738 mila passeggeri, il 69,7% in meno rispetto al 2019, cifre che riportano il settore indietro di 25 anni, ai livelli registrati nel 1995. Lo scenario critico, evidenzia Assaeroporti nell'aggiornamento mensile, emerge anche dai dati relativi al periodo marzo-settembre: dal lockdown ad oggi il sistema ha perso l'83% dei passeggeri, il 68% dei movimenti aerei e il 33% delle merci. A soffrire maggiormente sono i voli extra Ue, con un crollo del 91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati. Altrettanto marcata la contrazione del traffico Ue (-78%) mentre più contenuta quella dei voli nazionali (-46%). Numeri che portano Assaeroporti a prevedere che l'anno possa chiudere con 58 milioni di passeggeri (-70% rispetto ai 193 milioni del 2019) e con una contrazione del fatturato per i gestori pari a 2 miliardi. Il tutto in un contesto caratterizzato dalla sempre minore propensione al viaggio e al turismo e in cui una ripresa del traffico ai livelli pre-Covid è prevista, secondo Aci Europe, non prima del 2024-2025.