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Data: 26/11/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Covid, pensione a 62 anni per chi ha perso il posto È la novità più rilevante della riforma prevista nel 2021, ecco gli altri punti Gli assegni minimi saranno portati a 780 euro. Quota 100 resiste un altro anno

Pensione anticipata, a 62 anni, per chi perderà il lavoro durante la pandemia. È la novità più rilevante della riforma delle pensioni 2021, che contiene un pacchetto di misure sostanzioso su cui il Governo ha aperto un confronto con i sindacati. Previsti assegni più bassi per coloro che andranno in pensione il prossimo anno, ma non per le pensioni minime, che saranno portate a 780 euro per tutti. Si va verso la conferma per il 2021 di Quota 100 e l'introduzione di Quota 41, con la proroga di Opzione donna e dell'Ape sociale e l'estensione delle categorie di lavoro gravoso.

I PENSIONATIDELLA PANDEMIA. La nuova riforma delle pensioni terrà conto anche dell'emergenza sanitaria in atto. Oltre alle nuove forme di pensione anticipata, che si vanno ad aggiungere a Quota 100, in fase sperimentale per il triennio 2019-2021, il Governo sta pensando ad assicurare una più adatta flessibilità di uscita dal lavoro per coloro che ne fanno richiesta, con meccanismi di premialità anche per le donne. Uno dei provvedimenti di maggior peso è la possibilità di andare in pensione a 62 anni di età, con tre- quattro anni di anticipo rispetto alla tabella, per tutti coloro che perderanno il lavoro a causa delle restrizioni e del fermo delle attività dovuto alla pandemia.

PENSIONI MINIME. La riorganizzazione del sistema pensionistico prevede anche la proposta di portare l'assegno da 515 euro ad almeno 780 euro, per garantire una pensione minima dignitosa a tutti, senza distinzione tra regime contributivo e retributivo. Una sorta di equiparazione al reddito di cittadinanza, introducendo una "pensione di garanzia" per coloro che rientrano interamente nel regime contributivo per il calcolo dell'assegno.

TAGLIO DEGLI ASSEGNI. Le incognite sono ancora molte, ma è certo che per coloro che andranno in pensione nel 2021 ci sarà un taglio dell'assegno dallo 0,3% allo 0,7%: percentuali stabilite dal decreto del ministero del Lavoro del primo giugno scorso, che prevede una revisione triennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Un esempio: un dipendente del settore che va in pensione a 67 anni, con almeno 18 anni di contributi maturati al 31 dicembre 1995, vedrà diminuire la sua pensione di circa 300 euro l'anno.

PENSIONI DI INVALIDITÀ. In questo caso è previsto un aumento: l'Inps, con la circolare del 23 settembre scorso, ha dato il via libera all'incremento, a partire dal diciottesimo anno di età, delle pensioni degli invalidi civili totali, sordi e ciechi, con una maggiorazione economica tale da garantire un assegno di 651,51 euro mensili per tredici mensilità.

QUOTA 100. Confermata, fino a dicembre 2021, Quota 100 la misura anticipata di pensionamento prevista dalla riforma Fornero, che consente di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi, in aggiunta ai canali di pensionamento tradizionali. L'agevolazione vale per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2021 e può andare in pensione anche successivamente a questa data, cristallizzandone il diritto.

QUOTA 41. Potrebbe diventare operativa anche Quota 41, una pensione anticipata totalmente contributiva, che consentirebbe a tutti i lavoratori con più di 41 anni di contributi di andare in pensione, a prescindere dalla loro età anagrafica. Questa misura, però, andrebbe a penalizzare soprattutto i lavoratori che, nel corso del tempo, hanno avuto delle occupazioni discontinue. Oltre all'anzianità lavorativa, per usufruire di questa agevolazione pensionistica, è necessario essere un lavoratore "precoce" ovvero aver maturato almeno 52 settimane di contributi prima di aver compiuto i 19 anni di età. Oltre a queste caratteristiche, il richiedente deve avere un'invalidità uguale o superiore al 74% o aver finito di percepire la disoccupazione indennizzata da almeno tre mesi oppure assistere un familiare in gravi condizioni da almeno 6 mesi e, come ultima alternativa, aver svolto mansioni particolarmente pesanti o usuranti.

APE SOCIALE.L'anticipo pensionistico sociale (Ape social) è riservato a determinate categorie di lavoratori, tra cui disoccupati, invalidi e lavoratori usuranti. Anche per il 2021 sarà prorogata la possibilità di accedere alla pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo, ma senza penalizzazioni, in quanto i costi di copertura del periodo "abbonato" saranno a carico dello Stato.

OPZIONE DONNA.Il trattamento pensionistico viene erogato, a domanda dell'interessata, alle lavoratrici dipendenti e autonome, che maturano determinati requisiti entro la scadenza definita dalla legge, che per il momento è fissata al 31 dicembre 2019, ma che con la legge di bilancio 2021 è stato prorogato al 31 dicembre 2020. La data del 28 febbraio 2021, invece, è quella a cui dovranno fare riferimento, per inoltrare la domanda, le lavoratrici che fanno parte del personale del comparto scuola.Possono accedere a Opzione donna solo coloro che optano per il sistema di calcolo contributivo della pensione, accettando una penalizzazione sull'assegno.


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