Data: 27/11/2021
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA |
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Covid a Roma, metro e bus affollati Niente controlli o distanziamento
Dal 6 dicembre infatti per muoversi con i mezzi pubblici sarà necessario il green pass «base» che si ottiene con il vaccino, con il tampone molecolare oppure con l’antigenico desc img Metro B, stazione Termini (Ansa) Sulla banchina della metro B alla stazione Termini si sgomita. È l’ora di punta, sono le otto del mattino e i vagoni, circa uno ogni cinque-sei minuti, sono tutti pieni. Una signora però prima di salire si ferma e scatta al volo una foto, l’obiettivo del telefonino inquadra due bacinelle che servono a contenere l’acqua che scorre dai tubi e dalle pareti. «Qui era già un disastro, ci mancava solo la pioggia», dice guardando l’immagine appena scattata. I minuti passano e gli assembramenti in banchina si fanno sempre più consistenti, così come considerevole appare la folla sul treno in direzione Laurentina. «Come faranno a controllare il green pass a tutti i passeggeri?», si domanda un trentenne che sta andando a lavoro all’Eur. Dal 6 dicembre infatti per muoversi con i mezzi pubblici sarà necessario il green pass «base» che si ottiene con il vaccino, con il tampone molecolare oppure con l’antigenico. «Ovvio, non faranno alcuna verifica», è la risposta di Mario, pensionato di 68 anni che non ha alcun timore nel mostrare il suo certificato verde. «Non credo sia una scelta sbagliata, dubito però che riescano nell’impresa di fermare tutti i passeggeri». In effetti i controllori, anche all’ora di punta, sembrano davvero pochi: «Ha visto qualche addetto dell’Atac? Io neanche uno - continua Mario -. Prima fanno le leggi, poi si scontrano con la realtà». Intanto alla fermata Colosseo il vagone si svuota, molti scendono ed ecco cosa trovano all’uscita: un’altra bacinella, questa volta transennata, non molto utile ad arginare le perdite d’acqua del soffitto ammuffito visto che il pavimento è completamente bagnato. «Ma le sembra normale? Un turista viene qui e si aspetta di vedere uno dei monumenti più belli del mondo e invece appena esce dalla metro cosa si trova davanti? Questo scempio, è una vergogna», sbotta Giulia, guida turistica al Colosseo. «Cosa penseranno i francesi, gli inglesi o gli americani di noi?». Cambiando linea della metropolitana, la situazione non migliora. «Non sono riuscito a salire sul primo treno, speriamo di farcela con il successivo», spiega un signore sulla quarantina in attesa alla stazione Termini del vagone che proviene da San Giovanni. «Noi siamo sempre più ammassati come sardine. Avevano promesso - commenta una studentessa universitaria - che avrebbero potenziato il servizio, ma qui è sempre tutto uguale». Anche molti autobus viaggiano a pieno carico. Salire sulla linea 910, diretta a piazza Mancini, o sulla 360 verso piazza delle Muse, quartiere Parioli, non è affatto semplice. «Di cosa vi meravigliate? È ogni giorno così», dice una colf di origine rumena che sul certificato obbligatorio per i mezzi pubblici scuote la testa: «Ma di cosa parliamo, se non controllano mai neanche il biglietto». Scettico appare anche un autista di uno degli autobus fermo al capolinea di Termini: «Non potremo mica essere noi conducenti a controllare i green pass, si rallenterebbe tutto il servizio e il risultato sarebbe a dir poco catastrofico». Secondo l’autista il compito non potrà ricadere neanche sui controllori: «Sono pochi, servirà altro personale - conclude l’addetto dell’Atac - altrimenti resterà tutto sulla carta». |
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