Così si parte, il primo scoglio è quello del trasporto pubblico. Si riparte con l'incognita bus non c'è posto per i passeggeri
A fare il punto è il segretario regionale della Filt-Cgil, Franco Rolandi: «Il problema più rilevante da affrontare è quello del distanziamento sociale, perché al di là dei numeri relativi ai passeggeri trasportabili, si pone quello di chi dovrà far rispettare questi numeri, sapendo che il maggiore indagato, cioè l'autista, avrà non poche difficoltà a verificare per ogni fermata il superamento della soglia stabilita».
.Domani si riparte. Due settimane, quelle tra il 4 e il 18 maggio, in cui anche l'Abruzzo proverà a gettarsi alle spalle l'emergenza sanitaria e una crisi economica che ricorda molto da vicino quella del 2008, con l'esigenza di far presto per ridare ossigeno a famiglie e imprese. L'entrata in vigore dell'ultimo Dpcm sbloccherà molte delle attività produttive rimaste prigioniere del lockdown sanitario: manifatturiero, edilizia, commercio all'ingrosso, tessile, automotiv e tanto altro. Attività economiche in parte già avviate dal 27 aprile grazie a un primo all'allentamento delle misure restrittive da parte del governo e alle ordinanze specifiche emanate dalla Regione. Ora si apre la fase decisiva, quella della verità, legata inevitabilmente all'andamento del contagio. Con quali aspettative prova a riassumerlo il segretario generale della Cisl Abruzzo-Molise, Leo Malandra: «Noi siamo stati sempre stati dell'idea di far ripartire le imprese, soprattutto le piccole e medie che già prima dell'emergenza sanitaria vivevano grandi difficoltà nella nostra regione. Ci rendiamo conto di aver fatto un grande lavoro con i protocolli tra i sindacati e le aziende, perché al centro c'è sempre la tutela della salute. Ma ci sono altre cose che ci preoccupano». Quali? «La povertà sta crescendo. I 5milioni di euro destinati dalla Regione alle famiglie in difficoltà sono già spariti: le domande arrivate sono 20.000 e i soldi stanziati, con il fondo perduto di 1.000 euro a testa, coprono appunto solo 5.000 richieste. Oggi è stimato che sotto la soglia di povertà ci sono 80.000 famiglie. L'Abruzzo ha bisogno di liquidità. Sulla cassa integrazione si procede a rilento. Specie quella in deroga viaggia in alto mare: i soldi sono arrivati solo al 10% degli aventi diritto. Il terzo punto importante osserva il segretario della Cisl riguarda la necessità di programmare il futuro. Occorre rimodulare tutti gli strumenti di cui disponiamo, come il Masterplan, utilizzato ad oggi solo in minima parte. Il settore turistico è in grandissima difficoltà e anche qui aspettiamo di sapere quali sono le risorse che si metteranno in campo. La grande industria e il manifatturiero sono ripartite muovendosi con grande senso di responsabilità.
«Ma dobbiamo capire cosa accadrà con i trasporti: se viene dimezzato il numero dei passeggeri trasportato su ogni mezzo occorrerà raddoppiare le corse». Il Trasporto pubblico locale, su direttive della Regione e del governo nazionale, sta già cercando di organizzarsi. Tanto la società Tua che Trenitalia stanno mettendo a punto i rispettivi protocolli per garantire le norme relative al distanziamento dei passeggeri e alla sanificazione dei propri mezzi. Ma qualcosa è ancora da limare. A fare il punto è il segretario regionale della Filt-Cgil, Franco Rolandi: «Il problema più rilevante da affrontare è quello del distanziamento sociale, perché al di là dei numeri relativi ai passeggeri trasportabili, si pone quello di chi dovrà far rispettare questi numeri, sapendo che il maggiore indagato, cioè l'autista, avrà non poche difficoltà a verificare per ogni fermata il superamento della soglia stabilita». Intanto, chi è rimasto fuori dall'ultimo Decreto del governo alza la voce. Come i barbieri e i parrucchieri abruzzesi, che hanno deciso di impugnare al Tar il Dpcm firmato dal premier Conte che ha fissato al 1. giugno la riapertura delle loro attività. Dopo due mesi di chiusura, molti dei titolari non avrebbero ricevuto neanche il bonus di 600 euro che sarebbe dovuto arrivare attraverso l'Inps. Rispondendo in qualche modo all'inerzia segnalata dai sindacati, la giunta Marsilio, su proposta dell'assessore Mauro Febbo, ha autorizzato la sottoscrizione dei primi 5 Accordi di sviluppo che prevedono un cofinanziamento di oltre 3milioni di euro da parte della Regione. Le proposte progettuali approvate sono: Thales Alenia, Metallurgica Abruzzese, Tecnomatic, Diatec e Cip della Fater, tutte ritenute di rilevanza strategica, sia in termini di investimenti nel settore della ricerca e della innovazione, sia in termini di ricaduta occupazionale sul territorio. Nel dettaglio, gli Accordi stipulati per Thales Alenia, Metallurgica Abruzzese, Tecnomatic e Diatec, prevedono investimenti per oltre 43milioni e 402mila euro, con un cofinanziamento della Regione pari a 1milione e 302mila euro. A questi 4 Accordi di innovazione si aggiunge quello Clip che vede coinvolte 7 aziende, con Fater capofila insieme a Cellulosa Converting Solutions, Eurofil, Fameccanica Data, Ontex manufacturing Italy, Pentex International e Texol, segnalato come il più importante Accordo di programma in tema di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica mai sottoscritto dal Ministero dello Sviluppo economico. Un progetto che si candida - come spiega una nota della Regione - a diventare un primo esempio di applicazione del Geen Deal recentemente approvato dall'Unione europea. L'investimento complessivo in questo caso è pari a 109,5milioni di euro.
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