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Data: 13/05/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA
    CORRIERE DELLA SERA

Corteo sindacale Cgil, Cisl e Uil a Milano, Landini: «Un giovane che rifiuta di lavorare sottopagato a 1000 euro, fa bene» Seconda tappa della mobilitazione nazionale iniziata a Bologna.

All'Arco della Pace il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e la segretaria Cisl Daniela Fumarola (sostituisce il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra bloccato dal Covid). Il segretario generale Cgil Landini: «Andremo avanti finché non otterremo quello che vogliamo»


Ha riempito sabato mattina le vie del centro a Milano, con il segretario generale della Cgil Maurizio Landini in testa, il corteo sindacale che precede la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per il Nord Italia. Il corteo con le bandiere rosse della Cgil è partito da piazza Cadorna, di fianco al Castello Sforzesco, per raggiungere poi l'Arco della Pace. Traffico bloccato in centro a Milano, deviate linee tram e autobus. La manifestazione è la seconda dopo Bologna e sarà seguita da un'altra a Napoli per chiedere «una nuova stagione dei diritti e del lavoro».

«Andremo avanti fino a quando non otterremo quello che vogliamo», ha affermato Landini, mentre dal corteo si levavano le richieste di uno «sciopero generale». Tra i presenti Gianni Cuperlo del Pd e Onorio Rosati di Avs. All'Arco della Pace il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri e la segretaria Cisl Daniela Fumarola (sostituisce il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra bloccato dal Covid). Presente anche Fiom insieme a delegati e iscritti provenienti dalle regioni del Nord Italia.

 

Per la segretaria confederale della Cisl Daniela Fumarola, parlare di sciopero generale oggi «è prematuro». «Ci siamo dati un percorso che concluderemo con la manifestazione di Napoli - ha spiegato - poi faremo le nostre valutazioni». «Nel frattempo - ha concluso - auspichiamo, perché continuiamo a farlo, che il Governo possa riaprire il confronto, che non sia a spot ma continuo».  

«Io credo che un giovane che rifiuta di lavorare, sottopagato a 1000 euro, fa bene», ha spiegato Landini, parlando ai giornalisti alla partenza del corteo. «Un giovane non può accettare quelle condizioni. È ora di smetterla con quest'idea che bisogna accettare qualsiasi tipo di lavoro. Il lavoro deve essere una condizione che permette a chi lo fa di vivere dignitosamente e non di essere sfruttato, non di dovere ringraziare perché ti fanno lavorare. Basta, questa cultura qui l'abbiamo già pagata». E, ha osservato, «noi non stiamo semplicemente dicendo che è questo governo ad aver sbagliato, ma che hanno sbagliato tutti i governi che hanno precarizzato in questo modo il nostro Paese. Ma siccome loro dicono che sono quelli nuovi, cambino le cose sbagliate e ne discutano con il sindacato».

«Proprio ieri si è parlato di denatalità - ha aggiunto Landini - ma una delle ragioni vere della denatalità è proprio il fatto che non c'è lavoro per le donne e che c'è una precarietà che dà incertezza nel futuro delle persone». Da questo punto di vista, «il livello di precarietà che c'è in Italia non c'è in nessun altro Paese europeo». E «quando si parla di scarsa produttività nel nostro Paese si dovrebbe aver presente che questo è frutto della scelta di chi invece di investire sulla qualità e sull'innovazione ha investito sulla riduzione dei diritti e sulla precarietà nel lavoro». «Dopo 20 anni di questa cultura, di questa teoria - ha sottolineato - sotto gli occhi di tutti ci sono i problemi che abbiamo di fronte e quindi è necessario assolutamente cambiare». «Noi vogliamo cambiare un modello sociale ed un modello economico folle e vogliamo rimettere al centro non il mercato, il profitto e la rendita, ma vogliamo mettere al centro la persona, il diritto dei giovani e delle donne di potersi realizzare e di poter essere persone libere e autonome perché hanno un lavoro e, con dignità, partecipano alla vita di questo Paese, cosa che oggi non è possibile fare».

Sul tema del caro affitti e delle proteste degli studenti, «noi siamo assolutamente d'accordo con loro», ha detto Landini. «Il mio primo pensiero va agli studenti, la loro lotta è la nostra lotta», ha detto aprendo il comizio all'Arco della Pace. «Nella piattaforma che oggi sosteniamo, quindi in tempi non sospetti perché era stata decisa a marzo, il problema delle politiche per la casa e il diritto allo studio, è una delle nostre rivendicazioni». Secondo Landini «abbiamo intere strutture oggi dismesse che potrebbero essere trasformate per affrontare questa situazione». Al contrario «un mercato libero senza alcuna condizione» non solo «non si garantisce il diritto allo studio ma non si garantisce neanche la parità di diritto» favorendo «solo chi ha la possibilità economica. Tanti figli di lavoratori dipendenti e operai oggi non possono studiare perché non ci sono le condizioni di poterlo fare». Landini reputa insufficienti gli interventi del governo in materia: «Aver rimesso in campo i famosi 600 milioni - che riguardano anche i privati - non risolve i problemi complessivi».


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