L'AQUILA La cancellazione di alcune importanti corse da parte della Tua per Roma sta dando vita a un coro di no. Critica la Cgil. «Ci riferiamo», si legge in un intervento dei segretario regionale e di quello provinciale della Cgil, Carmine Ranieri e Francesco Marrelli, «alla decisione di trasformare alcuni servizi e tratte di trasporto pubblico locale ritenuti da sempre "essenziali" per i cittadini, in servizi commerciali legati unicamente a logiche di mercato e di profitto.
Infatti tale decisione risale al 29 dicembre 2017 e più precisamente alla delibera di giunta regionale 848/C che, nel definire i livelli dei servizi minimi e degli ambiti di traffico del trasporto pubblico locale, privò della contribuzione pubblica, le tratte di collegamento da e verso la Capitale, adducendo motivazioni che ancora oggi e in considerazione delle proteste di pendolari, studenti e lavoratori, riteniamo incomprensibili e dannose. Come più volte sostenuto dalla Cgil, escludere dalla contribuzione pubblica una tratta che assume finalità e funzioni economiche e sociali, ha costituito un grave errore ed era prevedibile che tale scelta avrebbe provocato quegli inevitabili tagli e disservizi all'utenza dei quali si sta parlando in questi giorni».«Questa scelta politica», concludono i sindacalisti, «aggraverà ulteriormente una condizione di spopolamento già in essere e che riguarderà le fasce più giovani della popolazione. La Cgil chiede pertanto che il consiglio regionale provveda a modificare l'impianto dei servizi minimi ripristinando tra gli stessi i collegamenti da e verso Roma.Secondo il consigliere comunale di Italia Viva, Paolo Romano, «piuttosto di incontrare strumentalmente i pendolari, infuriati e preoccupati per i tagli alle corse da e verso la capitale, bisognerebbe convocare quanto prima un consiglio comunale straordinario per permettere un confronto e una discussione tra tutti gli attori coinvolti». Romano ricorda, inoltre, che L'Aquila ha ben cinque consiglieri regionali, «i quali dovrebbero far pesare forza e voce unanime in difesa del territorio». «Di fronte a tanta cialtroneria», commentano i consiglieri comunali del Pd, Stefano Palumbo e Stefano Albano, «non resteremo a guardare dando battaglia in consiglio comunale e in consiglio regionale per respingere ai mittenti una decisione inaccettabile». I due parlano anche di «imbarazzante scaricabarile nel centrodestra».«Un contesto politico», dicono, «dal quale, anche in virtù del legame tra Biondi e Marsilio, ci si aspettava tutt'altro, coerentemente alle promesse disattese».