ROMA Abbassare le tasse, facendole pagare agli evasori. L'idea non è nuova, però è da qui che parte Giuseppe Conte per disegnare il profilo della manovra economica del governo giallorosé. E lo fa da New York, a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, proponendo «un patto a tutti gli italiani onesti».
«L'evasione fiscale è la maggiore iniquità in un sistema collettivo», è l'incipit del premier. Bisogna perciò «intervenire radicalmente come mai è stato fatto. Stiamo lavorando a un provvedimento complessivo e se riterremo una misura del genere percorribile, chiederò un patto con tutti gli italiani onesti proponendogli di accettare una misura nuova, innovativa, con una sorpresa perché poi pagheremo tutti meno tasse». Ancora: «Serve una svolta radicale, i palliativi non bastano più. E per una svolta radicale servono misure radicali. Il nostro problema endemico sono il debito e l'evasione e mi sto convincendo che bisogna intervenire come mai fatto in passato». Probabilmente con un decreto ad hoc che accompagnerà la legge di bilancio.
I tecnici dell'Economia sono ancora a lavoro. E il governo, fanno sapere dall'entourage palazzo Chigi, «non ha individuato al momento un meccanismo preciso». L'idea è però nota: incentivare l'uso delle carte di credito e bancomat nei pagamenti, riducendo l'impiego del contante. «Ma senza alcuna tassa sui prelievi», corrono a precisare al Mef. Semmai, consentendo le detrazioni solo per i pagamenti effettuati con la moneta elettronica. Che questa sia la strada, lo conferma il viceministro dem all'Economia, Antonio Misiani: «Introdurremo incentivi, ripeto incentivi», non tasse, «all'uso delle carte elettroniche per recuperare risorse e poi finanziare impegni rilevanti». In primis, il taglio del cuneo fiscale e lo stop all'aumento dell'Iva.
La partita della manovra però si gioca anche a Bruxelles. E Conte, rispondendo a una domanda sul rispetto della regola del 3% deficit-Pil, dichiara a Sky: «L'Italia rispetta le regole vigenti, ma nello stesso modo lavora perché le regole, se giudicate inappropriate o non più utili per interpretare la congiuntura economica e sociale attuale, siano modificate. Personalmente mi piacerebbe in prospettiva modificare il patto di stabilità, perché secondo me il cuore di quel patto deve essere la crescita».
Nel frattempo, visto che modificare il patto di stabilità richiederà mesi se non anni, Conte si prepara a varare una nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza in cui si terrà conto dei nuovi margini di flessibilità (c'è chi parla addirittura di un punto, pari a 18 miliardi) trattati dal ministro Roberto Gualtieri con la Commissione europea: «Siamo per una politica espansiva. Oggi in Europa c'è finalmente una diversa sensibilità. La politica di austerity non è adatta a reggere questa congiuntura, siamo di fronte a una fase di contrazione. E questo è il momento, nell'interesse di tutti e non solo dell'Italia, di impostare una manovra che sfrutti tutte le pieghe normative per sostenere la crescita, pur nel rispetto delle regole. La crescita è strategica, la stabilità è una premessa».
INVESTIMENTI FUORI DAL DEFICIT Poi, dopo aver proposto di inserire «la tutela dell'ambiente in Costituzione», Conte torna a parlare nel green new deal, non escludendo la tassa sui voli, quasi a dimostrare che chi comanda è lui e non Luigi Di Maio: «Potremmo valutare anche questa possibilità, nulla è definito». Segue frenata: «Non intendo però creare nuove forme di tassazione». «Piuttosto dovremmo riuscire a ottenere», azzarda il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli in trasferta a Bruxelles, «di non computare nel deficit tutti gli investimenti a favore della sostenibili ambientale. Non è giusto che a causa del debito pregresso non si tutelino le generazioni future».
Detrazioni Irpef solo a chi usa il bancomat o la “carta unica” `Il piano: dal medico all’università, niente sconti del 19% se il pagamento è in contanti
ROMA Per Giuseppe Conte quello allo studio è un «provvedimento complessivo, risolutivo, mai pensato in passato». In Italia la storia delle manovre economiche è piena di annunci altisonanti contro l'evasione fiscale, che poi hanno lasciato sostanzialmente intatte le dimensioni del fenomeno. Ma stavolta per il governo mettere insieme il più risorse possibile da questa voce è un'esigenza vitale, visto che gli spazi per i tagli di spesa sono ridotti e altri incrementi di imposta sarebbero politicamente difficili da gestire. La direzione di marcia è quella della spinta all'uso della moneta elettronica e alla tracciabilità dei pagamenti, ma per conseguire questo obiettivo gli incentivi per gli esercenti e la riduzione delle commissioni (destinate a scendere a zero per importi fino a 5 euro) potrebbero non bastare. Di qui l'idea di attivare un meccanismo di contrasto di interessi, che renda conveniente per i contribuenti la rinuncia al contante. E la convenienza scatterebbe senz'altro se il ricorso agli strumenti elettronici diventasse la condizione per poter fruire delle attuali detrazioni Irpef, sulle spese mediche, universitarie e tutte le altre. Insomma, lo sconto fiscale del 19% spetterebbe solo a chi usa una carta elettronica per pagare il medico, la palestra dei figli, le spese funebri o quelle dell'università. Chi paga in contanti perderebbe il diritto alla detrazione.
Si tratta in fondo dello stesso meccanismo già sperimentato con le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico, oggi riconosciute solo se il pagamento avviene con bonifico bancario. Naturalmente non si può chiedere di andare allo sportello (o utilizzare l'home banking) anche per i versamenti di importo più piccolo: la strada è quindi quella delle carte elettroniche, di credito o bancomat. Vista da un altra angolazione, si tratta di un'estensione del sistema della fatturazione elettronica, che scatterebbe nello stesso momento del pagamento, mentre attualmente le due fasi sono separate.
La principale obiezione a questa impostazione riguarda la difficoltà per le persone anziane o comunque abituate all'uso del contante. Per superarla, l'esecutivo punta sul progetto di carta unica. Come ha spiegato il sottosegretario all'Economia Alessio Villarosa l'attuale carta di identità elettronica dovrebbe assorbire nel medio periodo la tessera sanitaria, l'identità digitale, la patente e forse anche la tessera elettorale e il badge dei dipendenti pubblici.
LE NUOVE FUNZIONI Ma verrebbe dotata anche di una funzione di pagamento (oggi comunque già virtualmente possibile) per operare come una sorta di borsellino elettronico. Non servirà necessariamente disporre di un conto corrente bancario, perché la card verrebbe collegata ad un più semplice conto di pagamento (per il quale con la legge di bilancio scatterebbe l'esenzione dall'imposta di bollo) e avrebbe la possibilità di essere caricata anche dal tabaccaio.
Il piano è ambizioso, viste le criticità che hanno accompagnato l'avvio dell'attuale carta di identità elettronica. «Ho già avviato il confronto preparatorio con tutti soggetti interessati, dal ministero dell'Interno al Dipartimento Finanze, dalla Sogei al Poligrafico dello Stato, dalla Banca d'Italia all'Abi» spiega Villarosa. E sulla fattibilità del progetto «non sono emersi problemi particolari». Tra gli altri strumenti anti-evasione su cui si ragiona in queste ore c'è anche l'inserimento dei alcuni tributi nella bolletta elettrica, dopo i buoni risultati ottenuti su questo fronte con il canone Rai. In prima fila ci sarebbero tasse locali come Imu, Tasi e Tari. L'altra novità sarebbe l'idea di restituire ogni anno una parte dei proventi dell'evasione in una sorta di «restitution day» (si parla del 31 ottobre). Un modo per dare ai contribuenti onesti un riconoscimento tangibile.