Data: 04/03/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB |
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Consiglio: nomine, salta consiglio Lega lascia aula, è crisi nel centrodestra. Strappo del carroccio che fa mancare numero legale dopo informativa coronavirus. Scontro su caso Gatti e surroga D'Annuntiis; opposizioni, 'atto inaudito'
L'AQUILA - La seduta del Consiglio regionale, tornato a riunirsi all’Aquila dopo la pausa invernale a Pescara, è stata sciolta dopo la discussione aperta dalla informativa del governatore, Marco Marsilio, di Fdi, per la mancanza del numero legale causata dall’abbandono dell’aula da parte del gruppo della Lega, azionista di maggioranza della coalizione con i suoi 10 consiglieri sui 18 del centrodestra.
L’azione dei salviniani fa ripiombare la coalizione nella crisi politica dopo quelle sulle nomine Asl in agosto e sul bilancio in dicembre che hanno caratterizzato il primo anno di governo del centrodestra. Un fatto che ha fatto insorgere le opposizioni di centrosinistra e Movimento Cinque stelle. Il consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno sul coronavirus e rinviato nomine e l’equiparazione del sottosegretario allo status di assessore. La decisione della Lega era stata anticipata dalla Lega al termine del summit per preparare la seduta di oggi del consiglio regionale. Il coordinatore, Luigi D’Eramo, aveva annunciato il no a questioni sul quale c’era l’intesa tra Fdi e Fi. In particolare, il dissidio riguarda due punti all’ordine del giorno di oggi: la designazione dell’ex consigliere ed assessore regionale azzurro Paolo Gatti come componente della Sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, un incarico di un milione di euro lordi per cinque anni, e la surroga del sottosegretario forzista Umberto D’Annuntiis, in modo da equipararlo a un assessore in modo tale da potersi dimettere temporaneamente e far entrare in Consiglio Gabriele Astolfi, ex sindaco di Atri, primo due non eletti. Due questioni che si trascinano, irrisolte, da mesi e sulle quali non è stato trovato finora l’accordo tra i salvianini e il resto del centrodestra. Ieri i leghisti al termine del summit per preparare la seduta odierna in una nota ha sottolineato che oggi non si sarebbero fatte nomine con il partito concentrato sulle misure per contrastare il coronavirus. E’ insomma crisi nera per la maggioranza di centrodestra in Regione. Come era filtrato alla vigilia della seduta odierna del consiglio regionale, l’intero gruppo della Lega ha abbandonato l’aula al termine della discussione aperta dall’informativa del governatore, Marsilio sul coronavirus, in seguito alla quale è stato approvato un ordine del giorno presentato proprio dai salviniani e dopo la presa d’atto dell’ingresso nell’assemblea regionale di Pierpaolo Pietrucci, del Pd, come consigliere al posto di Giovanni Legnini, dimessosi in seguito alla nomina a commissario per la ricostruzione del post-terremoto del centro Italia 2016. La decisione del partito che è azionista di maggioranza della coalizione con 10 consiglieri sui 18 del centrodestra e 4 assessori su 6, ha causato lo scioglimento della seduta per mancanza del numero legale e il rinvio degli altri punti, sul tappeto da mesi. L’azione dei salviniani fa ripiombare la coalizione nella crisi politica dopo quelle sulle nomine Asl, in agosto, e sul bilancio, in dicembre, che hanno caratterizzato il primo anno di governo del centrodestra dopo il trionfo alle elezioni del 10 febbraio dello scorso anno. Il gesto del capogruppo Pietro Quaresimale e soci è clamoroso e dirompente, in pieno contrasto con un ordine del giorno che prevedeva alcune nomine e designazioni: l’elezione per il Garante dell’Infanzia, ma soprattutto la designazione dell’ex consigliere ed assessore regionale azzurro Paolo Gatti come componente della Sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, un incarico di un milione di euro lordi per cinque anni, e la surroga del sottosegretario forzista Umberto D’Annuntiis, in modo da equipararlo a un assessore in modo tale da potersi dimettere temporaneamente e far entrare in Consiglio Gabriele Astolfi, ex sindaco di Atri, primo due non eletti. Un progetto politico, caldeggiato da Fratelli d’Italia e Forza Italia, o parti degli azzurri, su cui le opposizioni hanno tuonato subito, addirittura il Movimento Cinque Stelle presentandosi con una maglietta ironica e polemica: “Emergenza poltronavirus”. Prima dell’abbandono dei leghisti, sull’emergenza conoravirus, è andato in scena uno scontro, molto duro, tra M5S e salviniani che ha coinvolto il leader leghista, Matteo Salvini, e l’ex capo pentastellato, Luigi Di Maio, ministro degli Esteri. La tensione era già salita dopo la protesta dei pentastellati che hanno indossato magliette con la scritta “Emergenza Abruzzo: poltronavirus”. Ma lo scontro è stato innescato dalla presentazione di una risoluzione, illustrata in aula dal capogruppo Quaresimale, alla sua prima apparizione dopo l’abbandono polemico e il rientro nel partito dopo pochi giorni, per istituire una task force di esperti per fronteggiare le difficoltà socio economiche. In essa si prevede di accelerare le procedure necessarie per consentire alle Asl l’assunzione straordinaria di medici e personale, di reperire risorse per l’acquisto urgente di apparecchiature e test diagnostici. Quaresimale ha difeso l’assessore alla sanità Nicoletta Verì, della Lega. “L’assessore Verì - ha detto Quaresimale - sta gestendo molto bene l’emergenza, ma gli effetti economici sono pesanti. Ci sono tante disdette. Proponiamo una cabina di regia formata da migliori esperti della regione”. Sara Marcozzi, capogruppo del M5s, ha subito contrattaccato: “È sempre ridicolo presentare risoluzioni per impegnare se stessi. Siete maggioranza, fate. Questa risoluzione è pura ipocrisia. Aggiungerei un punto: prevedere ogni utile misura per far tacere Matteo Salvini. L’ho visto fare sciacallaggio su un’epidemia il 23 febbraio, con un video sui sociale”. Pronta la replica del consigliere salviniano Emiliano Di Matteo: “Trasformare ogni motivo per attaccare in modo indiscriminato, ai limiti dell’insulto istituzionale, diventa poco rispettoso delle istituzioni. Al pari di festeggiare il carnevale con qualche giorno di ritardo con magliette che offendono le migliaia di abruzzesi che non hanno più una vita normale a causa del coronavirus, nonostante la superficialità di chi ha pensato che fosse solo un problema della Cina, pensando che chi tornava poteva girare liberamente, salvo poi, a danno effettuato, tornare precipitosamente indietro. L’emergenza è stata creata da chi è andato da Barbara D’Urso e ha delineato scenari allarmistici. Salvini ha detto solo che bisognava alzare l’attenzione. Non capisco la satira politica in una giornata come oggi. Di poltronavirus non è affetta la regione, ma chi sta oggi in Parlamento e al governo: il paziente zero cercatelo alla Farnesina, che se ne intende”. La risoluzione è stata votata da tutti, tranne che da M5s. Poi la Lega è uscita dall’aula. “Vorrei capire - ha attaccato Pietro Smargiassi, M5s - perchè oggi i cittadini stiano pagando lo stipendio ai consiglieri della Lega. Questo atteggiamento è vergognoso. Abbiamo scaldato le poltrone, oggi. Questo è l’atteggiamento che ha la Lega nella gestione della Regione”. “Oggi - ha detto Sandro Mariani, consigliere della civica di centrosinistra Abruzzo in comune - abbiamo la rappresentazione plastica di quello che abbiamo detto per mesi. Mi fate quasi tenerezza, lascio perdere”. Durissimo Domenico Pettinari, M5s: “C’è una spaccatura profonda della maggioranza. Dovete avere responsabilità di spiegare cosa è accaduto. Il partito di maggioranza abbandona in blocco il consiglio regionale, è gravissimo”. Silvio Paolucci, capogruppo Pd, ha analizzato: “La non condivisione politica della Lega avviene sull’ordine del giorno, convocato per vedere se reggeva in maggioranza il patto delle nomine. Vedremo il resto delle puntate, se c’entrano anche le nomine Asl, per esempio. E’ un atto inaudito, mai avvenuto nei precedenti cinque anni di legislatura. E’ nell’odg che c’è tutta la debolezza politica di una maggioranza nata sul consenso a Salvini, non a Marsilio”. “A memoria non ricordo di una maggioranza che abbandona l’aula - ha spiegato ancora la Marcozzi, M5s - L’istituzione è umiliata. Sollecito un ripensamento affinché il presidente Sospiri non ci faccia più trovare all’ordine del giorno nomine e soltanto nomine. Sospiri si faccia carico di restituire un po’ di dignità a questo consiglio, oggi umiliato, come non ricordo sia accaduto. Forse solo quando D’Alfonso lo definì una cloaca: siamo a quei livelli di sconforto”. Il riferimento alla affermazione dell’ex presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ora senatore del Pd, nella passata legislatura, sulla sua maggioranza di centrosinistra. |
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