Ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, il premier Conte ha voluto a Palazzo Chigi una cabina di regia per velocizzare gli investimenti in opere pubbliche e indicare le priorità, monitorando lo stato di avanzamento dei lavori. Ma fino ad ora, di là degli annunci, non si è mosso nulla. Perché?
«Stiamo già sbloccando alcuni cantieri come la Campogalliano Sassuolo, di cui si parla da oltre 20 anni. Bisogna fare i conti con un sistema che ha una serie di problemi che non sono solo legati al codice degli appalti, ma anche a cantieri aperti da aziende con forti criticità economiche-finanziarie, opere che hanno problemi di impatto ambientale e quindi subiscono ritardi legati al contesto territoriale e politico locale come la stazione Foster di Firenze per l'Alta Velocità. Poi esistono ostacoli di natura burocratica».
Come pensa di superarli?
«Per evitare di aumentare il caos e la stratificazione normativa proverò a usare tutti gli strumenti di cui già dispongo per mettere ordine sul piano dell'attuazione delle norme vigenti. Questo non significa che non proporrò anche io se necessario modifiche legislative. Ma ora preferisco mettere ordine a ciò che c'è già per portare chiarezza, semplificazione, ed eliminare inutili ulteriori passaggi. Lo farò con il regolamento unico di attuazione del Codice che per legge uscirà entro il 18 di dicembre e attraverso altri strumenti legislativi già in mio possesso. E ci sono alcuni cantieri che penso di poter sbloccare entro la fine dell'anno».
Quali?
«Oltre alla Campogalliano-Sassuolo, il passante di Bologna, la ferrovia Olbia-Sassari. E poi dovrò provvedere a nominare alcuni commissari per le situazione più complesse come per Genova, dove c'è sia la parte ferroviaria che quella stradale, e per il Mose di Venezia. La Gronda, invece, ha un suo percorso collegato alla concessione autostradale di Aspi».
Proprio Atlantia è nel mirino dei 5Stelle. La battaglia sulle concessioni è ancora in corso...
«C'è una commissione tecnica che sta facendo una valutazione di tutti gli atti relativi al crollo del Ponte Morandi. Contiamo di avere i risultati a breve. Per quanto riguarda le concessioni, lo scorso 14 ottobre abbiamo scritto una lettera a tutte le società concessionarie nella quale stabiliamo che le attività di verifica sulle infrastrutture vengano validate da soggetti indipendenti individuati nelle strutture universitarie che saranno ogni volta diverse secondo il principio della rotazione. È un bel cambio di passo perché fino ad ora le validazioni venivano fatte da società interne ai concessionari. Aspi ha annunciato di aver dato seguito alla nostra richiesta».
Ma lei condivide il giustizialismo autostradale dei grillini?
«Credo che la vicenda del Ponte Morandi sia gravissima sotto ogni profilo. In merito c'è una procedura in corso, e gli elementi di analisi estranei alle responsabilità penali - che spettano alla magistratura - legati alle responsabilità e corresponsabilità su sicurezza, controlli, manutenzione, sono al vaglio dei tecnici. La decisione sarà presa, come dicevo, dall'intero governo».
Ma non teme, a proposito dei 5Stelle, che dopo lo smacco che hanno subìto sulla Tav e la Tap possano minare il rilancio delle infrastrutture?
«Primo, abbiamo condiviso tra PD e i 5Stelle la linea di indirizzo: anzitutto manutenzioni ordinarie e straordinarie. Ne abbiamo bisogno assolutamente: abbiamo pezzi interi del nostro territorio che non vengono manutenuti da decenni. Secondo: voglio realizzare interventi di infrastrutturazione di medie dimensioni. Penso, ad esempio, alla rete ferroviaria: dovrà essere tutta elettrificata e a doppio binario. Terza linea guida: ogni opera già finanziata, partita o in fase di realizzazione, deve essere realizzata sulla base di una valutazione realistica e scientifica».
Quella compiuta dalla famosa commissione costi-benefici di Toninelli?
«Io non ho confermato quella commissione ma la mia struttura di missione del Mit, come previsto dalla legge, realizzerà le analisi costi-benifici».
Passato Toninelli, passata la nottata?
«Guardi che tanti parlamentari del M5s mi chiedono di realizzare le opere. L'approccio deve essere quello di fare le cose condividendole con i cittadini e gli amministratori locali, spiegando che quella strada o quella ferrovia serve, porterà benessere e ridurrà l'inquinamento».
Lei e Conte avete detto che la priorità è sviluppare le infrastrutture al Sud. C'è una road map?
«Per l'Alta Velocità Napoli-Bari i lavori sono iniziati per diversi lotti e sono in corso le conferenze dei servizi e gare degli ultimi lotti restanti. Già dal 2023 avremo il collegamento diretto Napoli-Bari. Per l'autostrada Ragusa-Catania si sta perfezionando l'intesa tra l'attuale concessionario e Anas per la cessione del progetto definitivo ad Anas con la valutazione dell'Ordine degli ingegneri di Roma per la definizione del corrispettivo. Inoltre vorrei realizzare un mix tra Alta Velocità e Alta Capacità avviando una serie di interventi che consentiranno la velocizzazione della linea permettendo il raggiungimento di una velocità di 200-220 km, che consentirà di connettere Reggio Calabria a Milano e Torino con lo stesso treno. In più, sul tema stradale-Anas, vogliamo realizzare la Palermo-Caltanissetta, la Palermo-Siracusa e la Telesina, oltre alla Statale 106 Ionica che sembra in alcuni tratti una mulattiera e invece noi vogliamo trasformare in una superstrada a 4 corsie».
Renzi sembra aver messo nel mirino l'ad di Fs Gianfranco Battisti, mentre lei appare intenzionata ad affidare a Fs il compito di trainare i cantieri con miliardi di nuovi investimenti. Come finirà?
«Italia Viva ha depositato un'interrogazione parlamentare, aspettiamo la risposta dell'amministratore delegato di Ferrovie. Il cda di Fs scade nel 2021 e la misurazione dei risultati è ciò che conterà per me, per il ministero dell'Economia e per la maggioranza. Fs è una grande azienda e farò tutto quanto possibile perché tutti lavorino nella massima tranquillità».