Data: 30/08/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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«Caro Masci, nessuno ha interessi personali: si rassegni al confronto» La replica del Comitato di cittadini alla lettera del sindaco al Centro: «Un'opera inutile, non abbatterà lo smog. E produrrà milioni di debiti»
E il centrosinistra passa all'attacco I consiglieri Sclocco e Frattarelli: sindaco intollerante, ci denigra da quattro anni PESCARA Sulla filovia, rilanciata da una sentenza del Consiglio di Stato, è scontro tra il sindaco Carlo Masci (Forza Italia) e il Comitato Strada parco Bene comune. Il sindaco in una lettera pubblicata ieri sul Centro ha accusato i residenti della zona di difendere «posizioni personali». «Masci tenta maldestramente di delegittimarci», risponde il presidente Ivano Angiolelli sottolineando che la sentenza ha riconosciuto al Comitato Strada parco Bene comune il diritto di impugnare gli atti, «il sindaco dovrà rassegnarsi a confrontarsi con i cittadini. Le provocazioni, poi, le rispediamo al mittente». Niente interessi personali, assicura Angiolelli: «Il Comitato è portatore legittimo di interessi collettivi costituzionalmente garantiti e continuerà a vigilare su tutti i passaggi mancanti del tormentato procedimento». E Angiolelli coglie l'occasione per bocciare ancora l'opera da oltre 20 milioni: è inutile, dice, non abbatterà lo smog e porterà debiti. È una polemica senza fine.La filovia fu pensata nel 1992 ma, a distanza di 31 anni, i lavori sono ancora in corso. Secondo Masci, è anche colpa delle proteste e dei ricorsi dei cittadini: «Se cinque sindaci hanno cercato nel tempo di portare a compimento l'opera senza riuscirci, magari la filovia», afferma Angiolelli, «sconterà i difetti irreparabili di un progetto gravemente sbagliato all'origine. E non riuscirà neppure il sindaco Masci, ossessionato com'è da un impianto Trm fasullo denso di criticità tecniche ed economiche mai risolte, il quale trascura come il cantiere del filobus sia rimasto fermo al palo per otto lunghi anni a causa del fallimento del costruttore olandese Apts del Phileas, con l'infrastruttura lasciata in condizioni di colpevole abbandono all'incuria più assoluta. Anche il flop del Phileas sarà sopravvenuto per colpa dei cittadini?».Angiolelli sfida Masci su «10 punti critici irrisolti»: dalla mancanza dei binari, che però sono citati nella sentenza decisiva, fino all'autonomia delle batterie del filobus e alla sicurezza con semafori e barriere per i pedoni. E il presidente degli attivisti fa i conti in tasca al filobus sulla base di un caso fotocopia, a Rimini: «Il treno Van Hool Exquicity18T sconta a Rimini un costo di produzione di 12 euro a chilometri. Per coprire i 750mila chilometri annui stimati da Tua spa per il primo lotto della filovia, occorrerebbero nel confronto comparativo all'incirca 9 milioni l'anno. Al contributo regionale di 3,4 milioni, sempre la stazione appaltante stima un ricavo di un euro/km, corrispondente a 750mila euro dai titoli di viaggio venduti a un'utenza di circa 350mila passeggeri l'anno. Chi coprirebbe il margine scoperto di 4,85 milioni l'anno? È evidente, poi, come il dato effettivo dei passeggeri paganti sia ben distante dai "500mila pendolari al giorno" vantati ad arte dal disinvolto direttore Tua, Maximilian Di Pasquale». Per Masci, la filovia dovrebbe diminuire il traffico delle 42mila auto in entrata ogni giorno da Montesilvano con una riduzione dell'inquinamento in città. Angiolelli non la pensa così: «Come si pensa di catturare dalla strada una sola auto privata in assenza dell'indispensabile parcheggio scambiatore a Montesilvano? E come potrà migliorare la qualità dell'aria un jumbo-filobus, sovradimensionato nella struttura, ridondante per le corsie ridotte e malconce della strada parco?». Angiolelli, poi, mette in discussione il piano della Tua che prevede, a ottobre, i primi test del filobus e, verso fine anno, la partenza dei collegamenti: «Manca il riferimento ai tempi lunghi richiesti dai collaudi Ansfisa. Che a Rimini sono durati 6 mesi, diventati 9 ad Avellino, mentre a Bologna hanno comportato nel 2011 la bocciatura del sistema Civis a guida ottica Matra-Siemens. La medesima qualità vantata ad arte a Pescara onde ingannare un Consiglio di Stato poco avvezzo ai "tecnicismi". Per la filovia di Pescara, vista l'urgenza miracolistica, i collaudi saranno esentati?».
E il centrosinistra passa all'attacco I consiglieri Sclocco e Frattarelli: sindaco intollerante, ci denigra da quattro anni
PESCARA«Ringraziamo Carlo Masci perché con una inaudita lettera rivela una volta per tutte la sua totale intolleranza per la democrazia, gli strumenti della Costituzione, la legittimità delle opposizioni, la partecipazione dei cittadini alla vita collettiva». Questo il commento dei consiglieri comunali Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli all'intervento del sindaco sulla filovia pubblicato ieri sul Centro. «I tanti comitati civici nati in gran parte in questi quattro anni di legislatura», dicono Sclocco e Frattarelli, «sono un patrimonio della città». Nella sua lettera, il sindaco contesta i comitati: «Liberi cittadini che si sono costituiti per difendere il proprio territorio, per suggerire soluzioni diverse e per contrastare molto spesso la prepotenza di una amministrazione arrivata al capolinea», rispondono i consiglieri di centrosinistra, «un patrimonio da difendere a prescindere. Viviamo un periodo in cui è sempre più ampia la distanza tra politica e cittadini: la costituzione spontanea di comitati o gruppi di cittadini che si interessano al bene comune andrebbe premiata e non demonizzata ed emarginata. Attaccare pubblicamente i comitati che da anni si interessano alla cosa pubblica, in particolare ai proprio quartieri è un colpo basso, una deriva intollerante che testimonia la follia di una amministrazione, di una coalizione e di un sindaco che dal giorno dopo la vittoria delle elezioni ha pensato solo a denigrare le minoranze in consiglio e anche quei gruppi di cittadini che hanno manifestato il loro malcontento per delle scelte politiche sbagliate». Sclocco e Frattarelli concludono così: «Siamo preoccupati, caro sindaco, perché la sua intolleranza verso il dissenso e verso gli strumenti stessi dello Stato di diritto potrebbero mettere in testa a qualcuno che lei sia disposto a erigersi demiurgo assoluto pensando che esistano cittadini buoni, di serie A da lei rappresentati, e cittadini cattivi di serie B a cui togliere anche il diritto di parola».
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