Data: 09/11/2023
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB |
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Cantieri per altri due anni sull’A14: Ferrone (Fita-Cna), “Il cartello sulla carreggiata dell’Autostrada, secondo cui i lavori di manutenzione termineranno entro la fine del 2023, suona come un’autentica beffa verso il mondo dell’utenza».
PESCARA – «Se rispondono a verità le parole pronunciate dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, secondo cui occorreranno almeno altri due anni per completare i lavori sul tratto tra
Abruzzo e Marche dell’autostrada A14, ci troveremmo di fronte a un quadro emergenziale da gestire senza l’approssimazione che ha caratterizzato sin qui la vicenda».
“La gente percorre quell’autostrada e non può aspettare due anni – aveva detto ieri Salvini al riguardo-, quindi abbiamo chiesto di ridurre al minimo l’impatto anche per evitare incidenti mortali, per il cambio di corsia e l’accesso in galleria. Ho chiesto al concessionario – ha aggiunto – di comunicare con cadenza periodica la pianificazione dei cantieri sulla A14. Grazie alla concertazione con i territori, è stata alleggerita significativamente la presenza dei cantieri nella tratta marchigiana della A14 attuando gli scambi di carreggiata solo in orario notturno”.
Lo afferma la presidente regionale di CNA Fita Abruzzo, Luciana Ferrone, commentando la risposta data ieri dal vice presidente del Consiglio all’interrogazione presentata dal parlamentare abruzzese Giulio Sottanelli: «Letto alla luce della risposta data dal Governo – prosegue – adesso il cartello che fa ancora bella mostra di sé sulla carreggiata dell’Autostrada Adriatica, secondo cui i lavori di manutenzione termineranno entro la fine del 2023, suona come un’autentica beffa verso il mondo dell’utenza». «In questa condizione – commenta Ferrone – se da una parte sorge il sospetto che al ministro i gestori dei lavori forniscano informazioni vaghe a approssimative, perché a questo punto andrebbero anche chiarite responsabilità circa tempi e modi di gestione dell’appalto, possibilità di integrare le maestranze utilizzate per ridurre i tempi, occorre dall’altra mettere a punto un piano d’emergenza. Un piano che valuti davvero il cosa fare: perché qui sono in ballo gli interessi generali della mobilità dei cittadini, ma anche e soprattutto di chi la viabilità autostradale la usa per lavorare, come il mondo dell’autotrasporto. In questi anni, code e ritardi dovuti ai lavori hanno provocato problemi gravissimi, con perdita di competitività, aumento dei costi, rischi per la sicurezza delle persone e delle merci». |
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