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Data: 24/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

By-pass ferroviario i dubbi di Forcellese

GIULIANOVA. Mentre nelle Marche si dibatte sul progetto di velocizzazione della linea ferroviaria Adriatica presentato a settembre 2022 dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da Rete Ferroviaria Italiana, in Abruzzo l'argomento viene affrontato in tono minore. Parla il professor Archimede Forcellese, tra i primi, sin dallo scorso settembre, assieme al presidente di Assoturismo Confesercenti Abruzzo Gianluca Grimi, a evidenziare le criticità del bypass ferroviario tra Alba Adriatica e Roseto degli Abruzzi. «Ricordiamo innanzitutto la portata dell'intervento proposto. Il bypass, sulla base di uno studio di pre-fattibilità, sarà lungo circa 16 km e si snoderà per più di 10 km in galleria e per più di 4 km su viadotto. Partendo da nord, la ferrovia devierà poco dopo la stazione di Alba Adriatica, bucherà le colline di Tortoreto, Mosciano, Giulianova e Cologna, e si raccorderà alla linea esistente in zona Borsacchio».
Per quale motivo si dovrebbe realizzare proprio in quel tratto? «L'opera permetterebbe di ovviare a una limitazione di velocità presente a sud della stazione di Giulianova, consentendo un risparmio di pochi minuti, con un costo previsto superiore al miliardo di euro, cifra spropositata rispetto ai vantaggi apportati. Ma a preoccupare è l'enorme impatto ambientale e paesaggistico per un intervento che arrecherebbe benefici ridotti alla zona interessata dal momento che il vecchio tracciato continuerebbe ad esistere».
Tutto giusto, ma se l'obiettivo è quello di velocizzare la linea Adriatica quali sono le alternative? «Nella società moderna la competitività dei territori è fortemente legata alla facilità con cui possono essere raggiunti in tempi brevi. Per questo in passato ci siamo battuti, direi anche con buon successo, per il ripristino delle fermate dei treni ad alta velocità nella stazione di Giulianova. Ma questa proposta di bypass non può trovarci d'accordo. Per superarla si potrebbe prendere spunto dall'interessante dibattito che si sta sviluppando nelle Marche, coinvolte quanto l'Abruzzo nel progetto, dove il focus si è spostato dai bypass all'arretramento della linea ferroviaria con riconversione dell'attuale tracciato in pista ciclopedonale. Questa soluzione potrebbe essere applicata anche al tratto della costa teramana i cui Comuni sono tagliati in due dalla ferrovia. Arretrando la linea ferrata, l'impatto ambientale causato della costruzione di una nuova infrastruttura sarebbe compensato dalla creazione di una strada verde costiera».

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