Data: 17/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Bus fermi nel primo giorno di scuola. I sindacati: percentuali di adesione allo sciopero vicine al 100%. Unica eccezione Pescara dove si ferma al 30%
PESCARA Autobus e treni fermi, dalle 9 alle 13 di ieri, per lo sciopero regionale dei trasporti indetto dalla Filt Cgil, Fit Cisl e Faisa Cisal, che ha visto il coinvolgimento di oltre duemila addetti. Uno sciopero che coincideva con la riapertura delle scuole in tutta la regione, e che secondo fon ti sindacali ha raggiunto percentuali "bulgare" (che sfiorano il 100%) nelle città dell'Aquila, Chieti e Teramo. «Un dato ancora più significativo», ha commentato Franco Rolandi, segretario regionale della Filt Cgil Abruzzo e Molise, nel rendere noti i numeri dell'adesione, «se consideriamo che due delle tre imprese che operano in questi tre capoluoghi di provincia, sono peraltro aziende private ovvero imprese dove l'adesione allo sciopero è normalmente inferiore alla media». Fit e Cisal hanno anche organizzato un sit-in davanti alla sede della Regione, a Pescara.
L'ECCEZIONE A PESCARA. Il trasporto urbano si è letteralmente fermato, dunque, in tre capoluoghi su quattro. Unica eccezione, in termini di partecipazione allo sciopero, quella della città di Pescara, dove soltanto il 30% circa degli autisti ha incrociato le braccia. Soppressi anche quattro treni della Sangritana (da San Benedetto del Tronto a Lanciano; da Pescara a Sulmona; da Sulmona a Pescara e da Lanciano a Pescara). Sulla bassa percentuale di adesione che è stata registrata a Pescara, secondo Rolandi bisogna aprire una riflessione: «Voglio incontrare i lavoratori», dice, «per capire insieme come possono essere risolti i problemi», nati dalla fusione tra Gtm, Arpa e Sangritana. «Sono amareggiato», osserva, «soprattutto se penso che in passato la Gtm era la società nella quale si registrava la percentuale maggiore di adesione agli scioperi».
IL 70% NELLE ZONE INTERNE. «Anche il trasporto extraurbano regionale», ha aggiunto Rolandi, «ha fatto registrare adesioni importanti con punte del 70% soprattutto nelle aree interne, dove risultano particolarmente evidenti e quindi percepiti dai lavoratori i problemi e le tematiche alla base della dichiarazione di sciopero: mezzi obsoleti ed insufficienti, mancanza di investimenti nel materiale rotabile, tagli di risorse e riduzione dei servizi, ricorso alle privatizzazioni, degrado delle sedi aziendali, aziende sull'orlo del fallimento, sub affidamenti e dumping contrattuale, mancanza del biglietto unico su base regionale, altissima evasione tariffaria ma soprattutto l'assenza di un piano regionale dei trasporti e di una vera riforma che interessi l'intero comparto».
LE RIVENDICAZIONI. Alla base della protesta dei sindacati il sub affidamento di circa due milioni di chilometri di linee, «l'assenza delle garanzie sull'applicazione del contratto collettivo nazionale», dicono invece Fit Cisl e Faisa Cisal, «ritardo sull'attuazione dei vincoli in tema di aggiudicazione delle linee Tpl con relativa potenziale perdita di ulteriori somme dal Fondo nazionale trasporti, mancata definizione dei servizi minimi e incompleta riforma del settore», e una lunga serie di rivendicazioni, tra le quali anche le criticità di bilancio della Società Cerella con il rischio di licenziamento dei lavoratori, la disdetta del secondo livello di contrattazione all'Ama dell'Aquila.
TAGLIARE NON BASTA. Ai microfoni del Tg3 il segretario della Filt CisL Abruzzo e Molise Amelio Angelucci ha detto che «non si risanano le aziende e non si fa un servizio efficiente introducendo la privatizzazione, così come sta accadendo in Tua. Noi rivendichiamo innanzitutto il mantenimento di quello che è il quadro attuale dei servizi affidati a Tua, e il diritto degli autoferrotranvieri ad avere il contratto nazionale di riferimento, cosa che è stata messa in discussione». Luciano Lizzi segretario Faisa Cisal, sempre al Tg3 ha detto che «ci sono una serie di problematiche che riguardano i servizi al cittadino: autobus rotti, servizi e autofficine non efficienti, e le attività dell'azienda che stanno per essere esternalizzate. Una privatizzazione mascherata ».
DISAGI E DENUNCE. Lo sciopero nella fascia oraria dalle 9 alle 13, spiega Rolandi, non ha creato particolari disagi agli studenti, che in quell'orario erano comunque a scuola. «Tuttavia», dice, «ci hanno segnalato alcuni problemi per il trasporto scolastico che si sono verificati durante la fascia protetta, e che non sono riconducibili allo sciopero ma al la carenza di mezzi e di personale. Alcune corse bis sono saltate perché l'azienda non aveva autobus a disposizione». Un problema, questo, che si era già presentato nei giorni scorsi quando alcuni istituti scolastici, in virtù dell'autonomia di chi dispongono, hanno deciso di riaprire con qualche giorno di anticipo rispetto al calendario regionale. «Mi risulta», dice ancora Rolandi, «che sia stata presentata qualche denuncia per interruzione di pubblico servizio». Uno sciopero riuscito, dunque, nel complesso, «nonostante alcuni deprecabili comportamenti antisindacali da parte di talune aziende», conclude la Cgil, che «torna a sollecitare la politica regionale a confrontarsi con le parti sociale su un tema come quello della mobilità collettiva che da anni denota importanti criticità e un fenomeno diffuso di disservizi, come stanno a testimoniare le numerose denunce e le situazioni di disagio verificatesi in concomitanza con l'avvio dell'anno scolastico».
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